[Agente ADM] Ep. 4: Esecuzione | Ep. 5: La Professionista

Day 3,425, 08:56 Published in Italy Slovenia by AdrianoDeMeis

Agente ADM | St. 1

Ep. 4: Esecuzione | Ep. 5: La Professionista



Esecuzione

ADM continuava a guardare Honey.
Ora lei si divertiva a cercare le conchiglie sulla spiaggia dorata, canticchiando una canzone locale in cui la maggior parte delle parole aveva per lui un significato oscuro.

Il padre, che in quel momento si trovava in un villaggio interno per affari, aveva discusso con lui e risposto ad alcune delle tante domande che gli aveva posto tranne quella che a lui più premeva. “Non so che siano questi tuoi fake!” gli aveva detto ridendo gli bonariamente in faccia.
Eppure non sembrava affatto un indigeno sempliciotto, di sicuro proveniva dal vecchio continente, e i suoi modi quasi signorili contrastavano non poco con la modesta vita che sembrava condurre nei Caraibi. Gli aveva poi parlato di K, una delle sue poche speranze di portare al termine il lavoro, ma non avendone una fotografia e non conoscendone il volto c’era stato poco da fare con il vecchio, “Non ho mai sentito di questo tizio, nel raggio di 40 chilometri non c’è altro che foresta e pochi villaggi di nativi sparsi qua e là”.
Sospirò sconsolato.

“Vedi, bella!”sentì esclamare improvvisamente. Honey aveva tra le mani una magnifica conchiglia colorata di varie sfumature verdi.

“è molto carina!” gli disse sorridendogli.

Lei lo appoggiò sul suo orecchio chiudendo gli occhi.

“Senti?” sussurrò poi ad ADM affiancando poi l’oggetto all’orecchio di lui.

Un pò spiazzato non sentì niente in un primo momento, poi chiuse gli occhi. Silenzio era ciò che sentiva intorno a sé e dentro di sé ma nel silenzio egli ascoltò, ascoltò il suono del mare e ciò gli diede gioia. Che provenisse dalla conchiglia o fosse frutto della sua immaginazione non gliene importava nulla.

Aprì gli occhi e vide che ora anche Honey sorrideva a lui.
“Ho sentito”le disse sottovoce.


In quel momento il sole aveva percorso già tre quarti del suo quotidiano percorso e si poteva già sentire una leggera ma fresca brezza che spirava dal mare verso l’interno dell’isola.
Sul limitare della foresta l’esecutore K stava appostato tra la fitta vegetazione tropicale, in una favorevole posizione controvento, che con il binocolo osservava quella che considerava una patetica scenetta tra innamorati.

Gettò via il sigaro e prese la borsa da ginnastica che aveva portato con sé, con sopra l’immagine di Paperinik. “Anche i cattivi sono stati bambini” si disse, aprendo con uno scatto la zip e facendo una smorfia per non ridere al pensiero.

Con religiosa dedizione prese i pezzi del suo fucile ad alta precisione, che si era fatto fabbricare appositamente da un artigiano cubano, con pallottole che trapassano il corpo all'impatto. Era molto geloso della sua arma e per questo quello era stato l’ultimo capolavoro di quell'artigiano. Continuava così con calma il rito dell’assemblaggio, fatto con estrema cura e attenzione, fino al montaggio dell’ultimo pezzo.
Dopo che ebbe messo il mirino, si poggiò per terra al limitare della foresta e inserì la pallottola togliendo la sicura.

Vide a quel punto vicino a sé un insetto che stava immobile e tranquillo.
Un ragno penzolava sopra di lui aggrappato ad una sottile tela, pure lui fermo.
L’esecutore rimase impassibile quando il ragno calò sull'insetto arraffando all'istante il malcapitato, come un rapace delle montagne. Il ragno risalì dunque lungo la tela trionfante con la sua preda.

Appoggiò l’occhio sul mirino per mirare.
I due erano allineati sulla traiettoria, li avrebbe presi entrambi nella sua morsa.
Con un sorriso malefico sulle labbra esclamò:
“Non è mai troppo tardi per imparare da un vero professionista!”

Un brivido gli percorse la schiena quando sentì la fredda canna di una pistola appoggiarsi sulla sua testa.

“Allora impara adesso, giovane!” senti sghignazzare da dietro di sé.

Un momento dopo il vecchio pescatore portava la sua preda sulla spiaggia dirigendosi verso ADM e Honey.
L’agente lo guardo perplesso mentre scortava quell'uomo tenendogli l’arma puntata dietro, “Ragazzo, so che eri troppo occupato a lavorarti mia figlia, ma questo giovane qui stava per bucarvi con un fucile da cecchino”. Sembrava molto contrariato. “E poi guarda, guarda qui” gli disse lanciandogli il documento d’identità.

“Sarà falso” disse ADM.

“Oh, sicuro che è falso, ma guarda il bigliettino dentro”.

L’esecutore fece un gesto di frustrazione, bloccato dal vecchio con uno sguardo minaccioso.

“Nome in codice dell’operazione: K; non può essere…” fece ADM confuso.

“Certo che non può essere” rise il pescatore. “Di K c’è ne uno solo” disse guardando con sufficienza il prigioniero; si girò e fissò ADM “e per quel che ne sò, deve ancora nascere colui che mi ucciderà”.






La Professionista

Nell'angolo buio del suo studio, il Dottore stava progettando la suddivisione in province del sud America nell'ambito del suo nuovo impero. Le ultime resistenze si stavano spegnendo nella parte meridionale del Brasile, dopo che dal Messico era partito un attacco aereo su vasta scala, e lui non vedeva l’ora di costruire una sua statua da erigere al posto del Cristo redentore nella città da cui avrebbe presto governato il mondo intero!

I suoi occhi sognanti vedevano in un delirio di immagini la nuova civiltà che egli avrebbe presto fondato. Niente piante, i fiumi incanalati in pozzi sotterranei e gli animali che sarebbero diventati esseri senza difetti genetici di sorta, retti da un chip centrale che ne avrebbero determinato caratteristiche, peculiarità e data di morte. Ma già scrutava nel futuro l’immagine dei suoi fake, cyborg che ricalcano in modo perfetto l’essere umano in tutta la sua forma, la sua invenzione più straordinaria.

Il loro unico difetto era, oltre alla scarsa intelligenza, ciò che però più di ogni altra cosa li allontanavano dal loro modello, nei cui confronti non avevano possibilità: la genialità, quella scintilla che permette di poter trovare la soluzione a problemi impossibili e a prima vista insolubili, la luce che ogni essere umano emanava dagli occhi, specchio dell'anima. Per ovviare al primo problema, il dottore stava già approntando le modifiche necessarie, non sopportava che la sua perfetta creazione venisse denigrata in modo così plateale.

Quanto al secondo, poco male pensava: “Al mondo basta la mia, di genialità” amava spesso ripetere ai suoi collaboratori quando discutevano su questa mancanza. E anche “ Non sopporto la luce che gli altri emanano: tutti sono dei pianeti che girano attorno a me, il sole di questo sfortunato mondo”. Ma quando la foga lo prendeva non riusciva a nascondere il suo lato più oscuro non faceva che gridare:” Nessuno capisce che tutto quello che vediamo intorno non è altro che il frutto del caso, di un Dio imperfetto che ha sbagliato tutto” per poi alzare le mani al cielo sghignazzando “ Io sono il Dio perfetto!”

Scosse violentemente la testa, come per scacciare quel demone che a volte si impossessava di lui. Buona parte del percorso era stato fatto ma mancava ancora molto e gli ostacoli che si trovano sulla via sono alle volte incalcolabili nonostante l’attenta pianificazione.

Si diresse con calma verso la scrivania sistemandosi le maniche della camicia.
“ADM...” sussurrò.
Sbatte poi forte i pugni sul tavolo gridando “ADM chi? Un essere insignificante in confronto a me, un umano irrazionale che impallidisce in confronto al mio genio! Nessuno sa che esiste, la sua vita non ha senso in confronto ai grandi eventi a cui siamo sottoposti! Il suo paese l’ha bandito, non ha più niente per cui combattere!”

Si ricompose per dire normalmente “ Ma, nonostante tutto, egli lotta ancora.”

Sedette sulla sua poltrona per riflettere. L’esecutore K aveva fallito, la microtelecamera che aveva si era interrotta all’improvviso. Sciocco, troppo sicuro di sé l’agente tripla Y, questa era un'ulteriore prova che gli esseri umani non avevano l’efficienza adatta per portare a termine certe missioni. Rimaneva un'ultima cosa da fare, affidarsi ad una seria professionista che faccia il lavoro per bene.

Chiamò i tecnici per dare istruzioni “Attivate l’agente Tripla X in sonno, obiettivo ADM e chi lo sta aiutando”.
Poi ci ripensò: ”Ma ADM lo voglio qui, e vivo!”

Così gli occhi di Tripla X si accesero, illuminandosi di rosso nel buio della tenera notte.






Cari lettori è oggi un bellissimo giorno per la saga di ADM, vincitrice dell’ultimo concorso Penna d'Oro!

Come avete visto, la saga continua e cerca di migliorare sempre di più con un nuovo formato, immagine e divisori degni di questo nome che devo a due amici come Black e Tarokko.
Il loro aiuto è stato fondamentale per questo rinnovamento, che vedrà anche un cambiamento della programmazione di uscita delle storie ora impostata su un modello da due episodi ogni due settimane.

Anche il caro Jonas Wilson, immenso autore della serie di Xebid, che mi ha dato tutto l’appoggio possibile in questa impresa letteraria merita ogni ringraziamento, anche se tutte le parole alla fine non sarebbero sufficienti per dire come le sue opere mi abbiano invogliato a scrivere, scrivere e scrivere. Se non fosse stato per lui ora non sareste qui a leggere e io non mi sognerei mai di vincere il concorso.

Ricordate, votate l’articolo e commentate per dire se vi è piaciuto e dite cosa ne pensate del nuovo formato!

E ora delle domande sorgono spontanee: K aiuterà ADM nella sua missione? Nasconde qualcosa al nostro agente? Cosa farà tripla X?

ADM tornerà in una nuova puntata.