Le Antiche Olimpiadi

Day 1,909, 07:15 Published in Italy Italy by Cmax15

Gli Antichi Giochi Olimpici vennero istituiti nel 776 a.C.
Erano manifestazioni atletiche con uno scopo principalmente religioso, in onore di Zeus, che si tenevano ad Olimpia.
Le gare erano:
Stadion, gara di corsa sui 192,27 m;
Diaulos, gara di corsa sulla distanza doppia dello Stadion;
Dolicos, gara di resistenza nella corsa;
Pugilato, molto diverso da quello odierno, si vinceva solo per KO o per resa dell'avversario ed erano consentite molte di quelle oggi considerate scorrettezze;
Lotta, abbastanza simile alla lotta oggi chiamata appunto greco-romana;
Pancrazio, incrocio tra lotta e pugilato, ma molto più violento, era consentita ogni bassezza e spesso la sconfitta significava morire;

Pentathlon, ovvero salto in lungo, tiro del giavellotto, lancio del disco, corsa e lotta;
Hoplitodromos, una gara di corsa con le armi;
Gare equestri.
Le Olimpiadi vennero interrotte nel 393 d.C., dopo 292 edizioni, dall'imperatore romano Todosio I, poichè erano ormai considerate una pratica pagana.
Molte sono le leggende sugli atleti che parteciparono alle Olimpiadi.
Un esempio è Arrachione, che in una gara di pancrazio si ritrovò con le mani dell'avversario salde sul collo; vicino alla morte, si gettò disperatamente verso il basso, strappando a morsi l'alluce dell'avversario, che si arrese immediatamente per il dolore; i giudici proclamarono vincitore Arrachione, per poi accorgersi che era morto soffocato contemporaneamente alla resa dell'avversario. Nessuna regola impediva a un morto di vincere una gara, quindi il vincitore rimase Arrachione.
Le gare erano vietate alle donne, che non potevano partecipare o assistere; tuttavia nulla vietava loro di possedere una scuderia di cavalli, così nel 396 a.C. troviamo la prima vincitrice: Kyniska di Sparta. Infatti nelle gare equestri veniva premiato il padrone dei cavalli, e in quell'edizione la gara delle quadrighe venne vinta dalla scuderia di Kyniska.

Altra donna alle Olimpiadi fu la madre di Kallipateira di Rodi, la quale (nel 734 a.C.), per assistere alle gare del figlio, si travestì da allenatore; ma quando il figlio vinse, lei saltò sulla pista per andare a festeggiarlo e la veste si impigliò, denudandola. La donna venne graziata, dato che i giudici non se la sentirono di mandare a morte una donna, come prevedeva il regolamento, solo per l'amore verso il figlio. Da allora, però, si decise di obbligare atleti e allenatori a presentarsi nudi alle gare in modo da non avere dubbi sul loro sesso.
Altra restrizione era la conoscenza del greco.
Un giorno Filippo, futuro re di Macedonia, iscrisse alle Olimpiadi alcuni suoi cavalli, ma non venne accettato perchè non conosceva perfettamente la lingua.
Allora lui, furioso, tornò in Macedonia giurando vendetta verso i Greci: qualche anno dopo inglobò nel suo regno la Grecia, ponendo le basi per il grande Impero di Alessandro.
Che Filippo abbia conquistato la Grecia solo per vendicare quel torto è improbabile, eppure, secondo la tradizione, da quel momento i requisiti per partecipare ai Giochi divennero meno proibitivi.
Se seguite il mio giornale avrete già letto questa storia qui.

Molti ritengono che all'epoca si gareggiasse solo per la gloria, ma in realtà il vincitore riceveva premi di valore immenso, e spesso otteneva una tale fama da ricevere importanti ruoli politici nelle proprie città, tanto che spesso si trovano testimonianze di disordini civili causati in qualche città da vincitori olimpici finiti a capo del governo senza averne la capacità.
Cosa interessanta era il ruolo formativo che aveva lo sport all'epoca: esistevano infatti delle Olimpiadi "fanciullesche" dove gareggiavano i giovani (anche se solo nelle gare di atletica).

Ecco tutto, ci vediamo col prossimo numero 😉

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