Michelangelo Buonarroti: un artista incredibile

Day 1,894, 16:27 Published in Italy Italy by Cmax15

Michelangelo Buonarroti nasce a Caprese il 6 marzo 1475.
Appartenente ad una famiglia nobile caduta in disgrazia, nel 1487 entrò come apprendista nella bottega di Domenico Ghirlandaio; prima di finire il suo apprendistato lasciò il Ghirlandaio (alcuni sostengono sia andato nel giardino neoplatonico, una sorta di scuola per ragazzi dotati voluta da Lorenzo il Magnifico).
Nel 1490 Lorenzo notò il talento di questo ragazzo e lo accolse in casa propria, incoraggiandolo e sostenendolo negli albori della sua carriera.
Tuttavia, nel 1492 Lorenzo morì e Piero, suo figlio, prese le redini di Firenze.
Il nuovo signore della città fiorentina aveva poco più di 20 anni ed ebbe fin da subito un rapporto conflittuale con Michelangelo, rimanendo comunque suo protettore.
Piero era però odiato dai fiorentini, e nel 1494 i disordini erano all'ordine del giorno; Michelangelo, temendo che il suo legame con i Medici fosse diventato pericoloso, fuggì dalla città.
Michelangelo viaggiò per molte città, ponendosi al servizio di svariati signori; principalmente la sua vita si incentrò su Roma e Firenze.
Michelangelo produsse moltissime opere meravigliose, che gli diedero una fama immensa nella sua epoca e grazie alle quali è considerato uno dei più grandi artisti della Storia.

Negli ultimi anni della sua vita si dedicò soprattuto all'architettura, trascurando scultura e pittura, vivendo in una casa modesta a Roma.
Il 18 febbraio 1564 morì all'età di 88 anni.
Lasciò tutto a un nipote, Lionardo Buonarroti: un paio di piccole sculture, qualche schizzo e una cassa.
Quando Lionardo aprì la cassa il mondo scoprì perchè Michelangelo, il grande artista, avesse finito i suoi giorni in quelle modeste condizioni: gran parte dei guadagni della sua vita erano lì, nella cassa, lasciati al nipote, per il quale aveva sempre nutrito un grande affetto.

E ora, se siete arrivati fin qui, ecco la parte meno noiosa 😉

Molti si chiedono come Michelangelo abbia attirato l'attenzione del Magnifico; si racconta che Lorenzo stesse passeggiando nel giardino neoplatonico, quando notò una meravigliosa scultura fatta da un ragazzo, che rappresentava un vecchio fauno. Il signore di Firenze, colpito da tanta bravura, fece notare al giovane con tono scherzoso che la dentatura del fauno era perfetta, cosa impossibile per un vecchio. Finito il giro del giardino, Lorenzo passò nuovamente davanti a Michelangelo, il quale richiamò la sua attenzione: il fauno aveva ora una dentatura piena di buchi e scheggiature, e il Magnifico rimase talmente colpito da accogliere a casa sua quel ragazzo, che ancora reggeva in una mano lo scalpello, causa dei denti rovinati.

Michelangelo si diede da fare anche con Piero, che in seguito ad una nevicata gli commissionò un pupazzo di neve, forse in segno di disprezzo; il giovane non fece una piega, e realizzò un colossale Ercole di neve che durò 8 giorni.

Una leggenda racconta invece di un'anziana signora, alla quale serviva un mortaio; nessun marmista accettò la commissione, consigliandole invece di rivolgersi a Michelangelo. Quando l'artista venne a conoscenza del fatto realizzò un mortaio meraviglioso e invitò la signora a mostrarlo ai marmisti che l'avevano respinta, chiedendo un pestello degno del mortaio. Questi rimasero molto delusi nel constatare di non poter realizzare un pestello adatto.

Nella sua vecchiaia molte opere rimasero incomplete; i più pensano sia dovuto alla debolezza accusata dal suo fisico, ma alcuni sostengono che Michelangelo, colpito da una forte malinconia negli ultimi decenni di vita, non riuscisse ad esprimere il suo stato d'animo nelle sculture normali, notando invece come l'incompleto lo rispecchiasse perfettamente.

Nell'affresco del Giudizio Universale Minosse, il giudice infernale, è rappresentato come un mostro, con lunghe orecchie d'asino; nulla di strano, se non fosse che la faccia del mostro è un ritratto del cerimoniere del papa, che si era lamentato per la lentezza di Michelangelo.
Oggi questa cosa può far sorridere, ma vari accenni satirici, uniti alla presenza di molti nudi, resero alcune influenti personalità vaticane favorevoli alla distruzione dell'opera.

In effetti, anche la volta della Cappella Sistina ha corso il rischio di non essere quello che è oggi.
Il Papa aveva commissionato a Michelangelo di decorare la volta della Cappella.
L'artista era molto dubbioso: non amava infatti la pittura.
Quando Michelangelo decise di rifiutare sarebbe dovuto tornare a Firenze; tuttavia, poco prima della partenza, ebbe modo di vedere una bozza della Scuola di Atene di Raffaello: vi erano rappresentati tutti i grandi artisti del Rinascimento nei panni degli antichi filosofi.
Michelangelo notò di non essere rappresentato nel dipinto e, spinto dall'orgoglio, tornò dal Papa ed accettò il lavoro.
Dopo molte difficoltà e diversi rallentamenti, Michelangelo completò l'opera, Raffaello ne riconobbe la grandezza aggiungendolo alla Scuola e noi ora possiamo ammirare questa meraviglia.


Per questa volta è finita, ci vediamo col prossimo articolo 🙂

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