CAPITAN ATTILA [EPISODIO VI]

Day 2,264, 01:42 Published in Italy Italy by Atlius DC


GABRIELE MAGRO SI MUOVE, IANPAOLO INCONTRA UN VECCHIO "AMICO".




Nelle sue segrete stanze Gabriele Magro stava incontrando uno ad uno i suoi uomini più fidati, erano tutti molto eccitati all'idea di essere ricevuti poichè poteva significare una sola cosa: un attacco frontale.
L'ultimo sulla lista dei ricevimenti era l'uomo più sinistro, serioso e silenzioso della congrega di nobili Toscani e Tedeschi, era tedesco per parte di padre e italiano per parte di madre, un ibrido assolutamente pericoloso.

Adalberto Steiner entrò nella sala con la sua pesante armatura da doppelsoldner, il passo fiero e sicuro non lasciava trasparire nè tensione nè paura e neanche eccitazione, una sorta di automa era entrato nella sala e Gabriele Magro pensò fra sè e sè "Questo tizio non mi piace dal primo giorno che l'ho visto, ma è ciò che passa il convento perciò sarà meglio usarlo...e io so benissimo come farlo..."

-Comandi- disse Adalberto con tono serio e per nulla ossequioso.
-Non so ancora come definirla, Sir? Signore? Eccellenza? Cavaliere? O magari Principe?-
-Nel suo particolare caso visto che era figlio di nessuno e continuerà ad essere il più misero degli escrementi sulla faccia della Terra ritengo che Dio sia l'appellativo più adatto- rispose Steiner con grinta.
-Ma certo, ma allora per quale motivo Dio va in guerra con l'armatura? Se è così potente se la tolga e vediamo se la spina dorsale sta dritta o è la cotta di maglia a tenerla in piedi!-, la risposta di Magro ebbe un effetto incredibile sul volto di Steiner che divenne nero di rabbia e rivoltò in un attimo di follia il tavolo che lo divideva dal Generale di Innocenti.

-Bada a come parli bamboccio!- disse Adalberto.

-Suvvia, Suvvia mio caro Adalberto non v'è bisogno di fare tutto codesto baccano!- dalla porta principale Innocenzo degli Innocenti era entrato con sua figlia Regina esordendo per placare gli animi.
-Siete entrambi degli ottimi guerrieri ed è solo grazie a voi che vinceremo questa guerra, gli altri sono solo inutili pedine sacrificabili ma voi....voi siete il fiore all'occhiello di questa modesta ma preparatissima armata, vengo da voi messer Gabriele per avere novità sulla cattura di Orvieto, ha avuto successo?- chiese Innocenzo
-Si mio Signore il capitano di Attila, un certo Hernst Van Baz, ha riportato una ferita mortale, Ermete Armigero è ancora ad Orvieto in attesa di ordini-

Il pomeriggio senese volava tranquillo al di fuori di quelle stanze, l'aula dei ricevimenti usata da Gabriele Magro aveva diverse finestre aperte direttamente sul campo dell'esercito ed era situata al terzo piano di un vecchio edificio medievale.
Magro sapeva tutto di quelle stanze, passaggi segreti, botole e quant'altro, ignorava tuttavia che un uccellino fosse appollaiato proprio sul cornicione al di sotto di quelle finestre.

Teo de'Piccioni era un grande arrampicatore ed aveva raggiunto le finestre in pochi minuti, tuttavia non ne aveva ricavato molte informazioni utili poichè Innocenzo e Gabriele davano gli ordini attraverso dei bigliettini che giravano per l'accampamento chiusi col sigillo degli Innocenti.
Non erano le uniche lettere a girare e Teo lo aveva scperto quando aveva intercettato un messaggio di Dirk von Felp indirizzato alla figlia di Innocenzo, Regina, nel quale, con un'italiano stentato, il buon von Felp decantava barbaramente le grazie della principessa definendola "La più bella del reame" un reame inesistente oppure "La più bella delle cavalle", non grandi complimenti insomma. Le convocazioni di Gabriele Magro erano spesso sommarie e non venivano mai esposti i piani chiaramente, si passava da un "Allora siamo d'accordo?" a un "Ti ricordi tutto vero?". Frasi che non scendevano nei particolari. Inttercettare i messaggi sigillati avrebbe destato sospetti perciò accovacciarsi tra il cornicione e le finetre era sembrata a Teo la cosa migliore da fare...

-Signor Steiner- disse Magro, -La invito a rispettare gli ordini che le sono stati assegnati quando sarà il momento. Contiamo su di lei!-

-Sissignore- disse in tono sarcastico Adalberto.

"Un'altra giornata improduttiva" pensò Teo mentre si dileguava dalla sua posizione.






La Solitaria solcava il mare come fosse appena stata costruita e Ianpaolo Solo non sentiva il vento soffiare così forte da tanto, tanto tempo. I suoi capelli gli frustavano il viso mentre pattugliava a gran velocità la costa a Nord di Orbetello.
Erano stati giorni molto tranquilli nella fortezza papale anche troppo per i suoi gusti, da vecchio lupo di mare Ianpaolo sapeva che quella era la calma prima della tempesta.

Scese in cabine per bere un bicchiere di vino, Massimo l'Illiride nel frattempo era ancora sopracoperta a dirigere gli uomini e ad assicurarsi che la nave fosse ben ammaestrata.
Il vino era dolce e Solo passò la mano sul legno della sua cabina pensando "Ne abbiamo fatte tante insieme eh Solitaria? Ti ricordi quella volta in Grecia? Siamo scappati a 4 navi turche più veloci di noi...e quella volta a Ragusa? Ah Ragusa è stata la volta migliore....inseguiti da 10 brigantini veneziani siamo incappati nella bonaccia più totale ma proprio quando pensavamo di essere spacciati un alito di vento ci ha portati via come volesse sospingere solo noi!"

Era vero, quella volta le navi veneziane per qualche inspiegabile motivo non erano state baciate dal vento che invece aveva sospinto la Solitaria in acque più sicure.
Fortuna? Forse bravura del Capitano...
Il vino assopiva Ianpaolo che seduto su una bella sedia di legno si stava lasciando andare al sonno...

PIRATIIIIIIII!!!!!!!!

La voce potente di Massimo fece sobbalzare Ianpaolo che gettò il bicchiere di vino a terra e lanciò lontano la sedia sulla quale s'era appisolato.
Corse immediatamente verso le scale che portavano sopracoperta e disse: -Dove?-
-A dritta Capitano al doppio della nostra velocità mi pare!- rispose Massimo.

Solo guardò le vele e la direzione del vento... "Ponente, dannazione! Saremo sospinti verso la costa se continuiamo ad andargli contro"

Di colpo Ianpaolo decise cosa fare, gli ordini gli si affollavano nella mente, non era un uomo ma un calcolatore.

-VIRARE A BABORDO DI 90°! MANOVRA DA BATTAGLIA, PREPARATE I PEZZI DI RISPETTO NE AVREMO BISOGNO! E MUOVETEVI RAZZA DI SOTTOSVILUPPATI O STASERA SAREMO CIBO PER PESCI!- urlò Ianpaolo che poi rivolgendosi a Massimo disse: -Massimo, prepara tutti i cannoni, se ci prendono è la fine, dobbiamo tenerli a distanza...-
Massimo aveva qualcosa da dire ma Ianpaolo continuava a muoversi sul ponte freneticamente rendendo impossibile dirgli qualunque cosa.
Ad un certo punto l'Illiride prese con forza Ianpaolo Solo per un braccio e disse:
-E' lui Capitano, l'ho visto....è Timbuctu!-

Gli occhi di Ianpaolo si sbarrarono di colpo e così rimasero per qualche secondo...poi come fosse tornato da chissà quale mondo disse: -Massimo, la mia spada-


TO BE CONTINUED...

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