CAPITAN ATTILA [EPISODIO IV]

Day 2,255, 23:56 Published in Italy Italy by Atlius DC
EPISODIO IV: ERMETE CONTRO VAN BAZ; SORPRESA AL CAMPO DI INNOCENTI

Ermete Armigero continuava a fissare l'altopiano di Orvieto seminascosto dalla nebbia mattutina, un posto antico, un posto che emanava brutte sensazioni.
Durante la notte i suoi uomini (per lo più fanti armati alla leggera con solo una corazza pettorale) avevano cercato una via d'accesso all'altopiano.
Non avevano trovato gran che ma erano comunque riusciti a piazzare delle scale nei punti più bassi.

Ermete aveva intenzione di far passare il grosso dei suoi uomini attraverso le scale mentre lui con un manipolo di uomini fidati entrava in città attraverso il Pozzo di S.Patrizio, eppure nella tranquillità della cittadina scorgeva qualcosa di infido nascosto dalla nebbia e dalla condensa, un presagio di morte.

Più il sole saliva più la nebbia diminuiva e questo avrebbe portato il suo esercito ad essere completamente visibile perciò bisognava agire in fretta e a questo scopo Ermete decise di iniziare il discorso ai suoi uomini.
Disse:

"Uomini, appressatevi, qui, si vicino a me!
Siamo qui per dare imperitura memoria alle nostre gesta, per combattere una causa nobile che ci vede sostenitori di un Papa giusto, pio che dovrebbe certamente sedere sul soglio pontificio. Papa Leone X non è altro che un politico e non è certo un uomo di chiesa. Viene dalla famiglia de' Medici, la stessa che umiliò il nostro Signore Innocenti.
Siamo qui per riscattare il nostro nome, per far vedere all'Italia che noi possiamo far rinascere queste lande sotto il vessillo di una vera Santa Romana Ecclesia che abbia a cuore i poveri e gli infermi.
E saremo tutti ricchi.
PER IL SIGNORE INNOCENTI! PER PAPA FRANCESCO!
ALLA BATTAGLIAAAA!!!"


Le truppe si scagliarono verso le scale rinforzate in ferro mentre lui con un semplice cenno di intesa si distaccava dal grosso delle truppe e si dirigeva verso il Pozzo di S.Patrizio.
La sua andatura era lenta, quasi indecisa ma dall'alto di Orvieto gli arrivò un grande aiuto che lo convinse ad affrettarsi...

-Mio signore- disse un mochettiere, -Stanno salendo!-
-Fa' silenzio, tutti pronti- disse Hernst Van Baz nascosto, insieme ai suoi prodi 400 uomini, dietro le feritoie che davano sulle scale nemiche.
La visuale non era delle migliori, l'altopiano era come bombato proprio sotto di loro e non permetteva di vedere coloro che raggiungevano le scale ma solo quelli che gli s'appressavano dietro attendendo il loro turno.

Van Baz strinse gli occhi e allargò la bocca in un ghigno infernale, poi con tutta la voce che aveva in corpo urlò:
-FUOCOOOOO!!!!!-

Quattrocento moschettieri aprirono il fuoco all'unisono, il fragore riempì praticamente ogni strada di Orvieto e il fumo che si levò fu talmente tanto che gli uomini di Ermete Armigero credettero fosse tornata la nebbia, il problema era che questa nebbia era assassina, quando il fumo si diradò i moschettieri erano già pronti per una seconda salva mentre già si intravedevano alcuni corpi inerti a terra fra le truppe degli Innocenti.

-Signore alcuni sono alla fine delle scale!-
-Non importa, manteniamo la posizione e continuiamo a sparare!-

Van Baz sapeva che presto avrebbe dovuto abbandonare la sua posizione ma voleva prima uccidere quanti più uomini possibile, le scale infatti portavano a un piccolo quartiere leggermente più in basso rispetto alla posizione di Hernst e dei suoi perciò avevano ancora del tempo...non molto...ma ne avevano.

Seguirono altre sei salve che lasciarono sul terreno quasi 800 uomini, ma era ormai giunto il momento di ripiegare su posizioni meglio difendibili perciò Hernst Van Baz diede ordine di seguire il piano prefissato e prepararsi a una lotta senza quartiere, strada per strada, casa per casa....


A Siena intanto il grosso dell'esercito degli Innocenti e dei loro alleati bivaccava poco fuori della città attendendo notizie di Ermete Armigero e della riuscita dell'operazione.
Dirk von Felp era a capo delle guardie dell'accampamento militare anche se raramente si faceva vedere in giro, quella mattina poi, la giovane figlia di Innocenzo degli Innocenti, Regina, aveva deciso di fargli una visitina nella sua tenda con un'amica, una certa Valentina detta "Senona" per via delle sue due qualità poco nascoste, perciò il nostro eroe germanico era...indaffarato...
Una guardia entrò di scatto...
-Messer von Felp è richiesta la vostra presenza all'entrata dell'accampamento, c'è un uomo che dice di voler entrare per servire!-
-Vattene via!- rispose Dirk von Felp allegando al suo messaggio le mutande di Regina.
Ma il soldato non si perse d'animo e insistendo fece adirare Dirk al punto da interrompere il suo sollazzo e seguirlo.

Il percorso verso le porte dell'accampamento era interrotto dai borbottii in tedesco di von Felp profondamente infastidito dalla faccenda.
Giunti alle porte di legno Dirk si trovò davanti un ragazzotto magro ma all'apparenza muscoloso in sella a un bellissimo stallone nero. Vedendolo così aitante von Felp ripensò al suo "tesoro" senza mutande nella tenda e disse:
-Non compriamo niente, vattene!-
-Ma mio Signore- disse il ragazzo -Sono qui per servire sua eccellenza Gabriele Magro, mi chiamo Umberto da Milano!-
-E io mi chiamo va via!- disse Dirk.
-Io ritengo che sua Eccellenza Gabriele Magro si adirerebbe non poco a sapere che avete mandato via un suo vecchio amico che porta "interessanti notizie" al suo orecchio, non è un mistero infatti che vogliate sottomettere Papa Leone e io ho delle informazioni che vi torneranno più che utili, vengo giusto adesso da Roma...-

Dirk pensò che se voleva salvaguardare le sue tasche, che venivano ben rimpinzate dalla famiglia Innocenti, e continuare ad infilare il suo arnese nella figlia di Innocenzo gli conveniva non fare errori grossolani come questo perciò rispose:
-Entra...ma ti tengo d'occhio ragazzo, una sola mossa sbagliata e ti taglio la gola!-

"Un inizio magnifico", pensò Teo.

TO BE CONTINUED...

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