Capitan Attila [EPISODIO III]

Day 2,255, 01:23 Published in Italy Italy by Atlius DC
CAPITOLO III: VAJURA CORRE A PERDIFIATO, ATTILA PREPARA LE SUE MOSSE.


La notte era passata senza particolari noie, eccezion fatta per qualche zanzara che timidamente cercava riparo all'interno della Rocca per sfuggire al freddo mattutino che la primavera porta sempre in dote a Marzo.

Per il giovane Vajura cominciava una giornata lunga e stancante, come sempre d'altronde.
Non era mai stato considerato un bell'uomo da esporre nelle feste di corte o uno con cui le donne volessero ballare durante le feste di paese eppure Attila Da Roma aveva visto qualcosa in lui il giorno in cui lo salvò dall'annegamento lungo le coste di Catania, in Sicilia.
Vajura era stato reclutato per manovalanza su una piccola nave araba che faceva la spola fra Tripoli e Messina, lui che era nato in una piccola famiglia nobile siciliana aveva maturato un grande interesse per la filosofia ed era andato ad Alessandria d'Egitto per studiare. Invaghitosi di una donna, una principessa figlia di uno degli uomini più potenti de il Cairo, aveva fatto di tutto per lei e lei ricambiava mostrandogli gentilezza.

Il giovane Vajura si era però spinto troppo oltre baciandola e alzandole il velo proprio nel momento in cui il padre di lei tornava dal mercato. Lei aveva gradito, il padre no.
Finì a fare il mendicante per un anno e poi trovò lavoro sul mercantile col quale colò a picco due anni prima che in Italia scoppiasse questa guerra fra Papi.

Il sole si alzava lentamente, come non avesse quasi voglia di vedere ciò che avrebbe portato agli uomini...
"Dunque ricapitoliamo, prima vado al molo da messer Ianpaolo il contr...abbandiere, poi devo correre da messer Teo e poi devo fare...quella cosa"
I suoi pensieri erano esitanti, si era sempre stupito del fatto che i balbuzienti non balbettassero nel pensiero mentre lui parlava abbastanza spedito ma balbettava nella mente.

Corse a perdifiato fino al molo acquisendo un colorito che gli si accendeva solo quando il suo cuore raggiungeva una quantità di battiti sufficiente a farlo sussultare, sulla banchina Ianpaolo Solo stava già scaricando alcune casse insieme ai suoi uomini, il secondo rifornimento preliminare per resistere all'assedio.

-Messer Solo! Ho un messaggio da parte dell'Illustrissimo Attila-
-Bè non vorrai urlarmelo così in mezzo alla gente ragazzo! Vieni nella mia cabina-

La nave era sudicia e puzzolente ed era stata mascherata da peschereccio per sfuggire ai malintenzionati, la sua stiva era molto spaziosa e aveva delle botole segrete a detta del Contrabbandiere.

-E dove sono di grazia Signore queste "botole"?-
-Se te lo dicessi sarebbero solo botole ragazzo, e invece per fortuna sono ancora "botole segrete", non dovresti far domande come queste-
-Mio Signore pormi delle domande è implicito nel mio lavoro, tutto ciò che sento io lo rif...-
-Si bla bla bla...- lo interruppe Ianpaolo, -Cerca di fare in modo che quella tua lingua non ti causi problemi!-

"Troppo tardi" pensò Vajura, la sua lingua ad Alessandria ne aveva fatto uno bello grosso di guaio.

-Insomma questo messaggio ragazzo? Non ho tutta la vita!-
-Si messer Solo, sua Eccellenza Attila la esorta a mettere insieme una piccola flotta di navi con uomini fidati, dice che presto ve ne sarà bisogno-
-Guai anche per mare insomma...Massimo! Massimo!- cominciò ad urlare Ianpaolo, -Dov'è quel maledetto Illiride! Massimo!-

Da una cabina più in fondo verso poppa uscì un ometto esile e abbastanza alto dalla muscolatura molto definita. -Questi Illiri sono terribili, tu glli dici di fare qualcosa e loro la fanno alla velocità di una tartaruga morente!- disse Ianpaolo.
-Dimmi vecchio bastardo- disse Massimo sedendosi su un barile.
-Dobbiamo mettere su una piccola....Compagnia....per difendere le acque di questa Rocca e pattugliare un po' la costa, hai ancora qualche amico a Genova?-
-Certo, li informerò della situazione con un piccione, ma vorranno essere pagati...-
-I soldi non sono un problema- disse Vajura arrossendo.
-Bene ragazzo- rispose Massimo l'Illiride, -Allora è cosa fatta!-

Vajura continuò a correre fino alle stanze di Teo de' Piccioni, superò un'infinità di vie e di piazzette per arrivare fino alla Rocca, da lì salì molte scale ed infine si presentò alla porta di Teo che però era spalancata e dall'interno della stanza s'udivano suoni inconfondibili...

-Ti piace così eh? Sei bellissima...Ne ho avute tante ma come te mai nessuna...-
Vajura si fece coraggio ed entrò, d'altronde la sua missione era più importante delle avventure sessuali di messer de' Piccioni.
Quando varcò la soglia rimase stupito...Teo de' Piccioni stava coccolando un piccione viaggiatore, femmina a quanto pare.

-Bè che hai da guardare?- disse Teo, -Non hai mai visto un piccione? Forse non ne hai mai visto uno come questo, è una femmina purissima e bellissima, ma che parlo a fare con te, non ne capisci di..-
-Uccelli Signore?- disse Vajura -No di uccelli, lo ammetto, proprio non ne capisco, lascio a voi quest'arte...volentieri...-
-BRUTTO IMBECI...-
-Ho un messaggio da sua Eccellenza Attila!-
Vajura lasciò un foglietto sul tavolo e scappò via, per lui era giunto il momento di fare "quell'ultima cosa".

Teo de' Piccioni prese a leggere il foglio e giunto verso la fine scoppiò in una risata fragorosa che spaventò anche il piccione.
"Questo Attila è davvero ingegnoso, completamente folle, ma ingegnoso!"

TO BE CONTINUED...

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