Storia di Capitan Attila, campione del Popolo [Episodio I]

Day 2,252, 13:33 Published in Italy Italy by Atlius DC


Orbetello

Bussarono alla porta.
Sapevo tremendamente bene che quel suono significava l'inizio della fine, ciò che mi preoccupava era la durata di questa "fine" e il modo in cui sarebbe avvenuta.
Mi misi la corazza, appesi la spada al fianco ed aprii...
Il mio fedele attendente era lì che mi guardava con faccia stupita, la bocca aperta e un colorito che avrebbe fatto sembrare un morto abbronzatissimo.
-Vajura che è quella faccia, hai dinuovo visto le cortigiane nude? Te l'ho detto mille volte che...-
-No non è questo mio signore...purtroppo non è questo...-
-Allora è il momento?-
-Più o meno signore...il Papa vi manda a chiamare, vuole vedervi immediatamente-

"Allora ci siamo davvero", pensai, mentre scostavo il mio attendente che era rimasto immobile come uno stoccafisso. Mi diressi verso le scale e poi verso il corridoio delle lavanderie, girando a destra un paio di volte mi ritrovai davanti alla sala delle udienze. Era notte fonda e il Papa non mi chiamava mai di notte salvo notizie importanti...tragicamente importanti.

Mi feci coraggio ed aprii la doppia porta.

All'interno della sala si intravedevano al chiarore di molte candele tre figure, di una ero sicuro ma delle altre due, immerse per metà nella luce e per metà nell'oscurità, non ero certo.
-Vieni avanti Attila, sai quanto mi rincresce doverti chiamare di notte, ma la questione è molto seria e come se non bastasse è della massima urgenza, faremo dopo le presentazioni, per ora leggi questa lettera...-

Mi porse una scartoffia ingiallita sulla quale era apposto il sigillo della famiglia Innocenti.

Guardai perplesso il Papa e poi lessi tra me e me...

Recitava: "Esimio...bla bla bla...nella plena iustitia nostra conferitaci dall'Altissimo...bla bla bla....et dunque ritenniamo che la persona vostra ci offenda con la sua sola esistenza, dicano pure lorsignori che codeste sono solo calunnie, per quel che ci pare opportuno reputiamo saggio muovere con l'esercito sul palazzo vostro e destituirvi, per porre sul trono di Pietro il legittimo Papa Francesco della familia delli Innocenti."

Un grande sospiro terminò la mia lettura.

-Mio Signore questi sono meri calunniatori ch...-
-Silenzio Attila, i miei informatori riferiscono che hanno più di dodicimila uomini e sono già in marcia, perciò non sono parole vuote quelle dette nella lettera-
-Ma chi li guida mio Signore? Chi è quell'infame che osa sollevarsi contro il Padre della Chiesa legittimo?-
-Lo so io- disse una delle figure immerse per metà nel buio.
-Mi presento: mi chiamo Teo de' Piccioni e sono una spia al soldo di sua santità. Questi usurpatori come detto dal nostro Signore sono già in marcia da ieri e dalla Toscana s'appressano al confine papale e la nostra amata Orbetello è loro vicina adesso. Mi chiedevate chi li comanda, ebbene io vel' dirò e noterete che è persona a voi nota, direi familiare; esso è Gabriele Magro, il giovane orfano cui insegnaste per misericordia a tirar di spada, a far di conto e a dar di comando!-

-Non è possibile! Magro nol farebbe mai, non è un blasfemo e posso garantire per lui!-
-Ma l'hanno posto al comando proprio perchè vi conosce bene mio amato Attila!- disse il Papa con tono paterno e rassegnato.
-Ma non sarete solo- disse -V'ho affiancato un soldato capace ed istruito che potrebbe fare proprio al caso nostro, viene direttamente dalle Fiandre e con picca e moschetto è imbattibile, si faccia avanti, venga nella luce figliolo-

La seconda figura emerse dal buio, aveva un capello biondo cenere spettinato, gli occhi chiari e un pizzetto perfettamente triangolare, il suo accento lo contraddistingueva, più di quanto volesse, come Olandese.
-Mi chiamo Hernst Van Baz, ma tutti mi chiamano Kommander, vi aiuterò in ogni modo possibile, sono esperto di esplosivi e comando delle truppe con moschetto, all'occorrenza mi getto sui nemici direttamente dalle mura, pensi che una volta l'ho fatto ad Anversa, sono atterrato sulle teste di quei francesi smidollati, avrebbe dovuto vedere le loro facce...se la sono data a gambe solo per quel motivo!- eruppe in una risata fragorosa.

-Insomma questi sono gli uomini che le affido mio Capitano, la mia incolumità e la casa del Signore, nonchè il trono di Pietro dipendono dalla riuscita della sua difesa- disse il Papa -Avete già idea di chi porterete con voi sul campo di battaglia come guardia personale?- mi chiese Teo de' Piccioni.

Si, un'idea ce l'avevo, Vajura doveva avere il battesimo del fuoco...

TO BE CONTINUED...