[N(EE)T] Democrazia, cooptazione e take over

Day 3,159, 18:39 Published in Italy Croatia by Squatriota

Ritrovamento del Salvatore nel Tempio, William Holman Hunt, 1860
Dopo T(l)dRTecniche di resistenza, in cui mi sono occupato di esporre alcuni accorgimenti strutturali volti allo sviluppo dell’eItalia da un punto di vista interno (evoluzione del welfare, migliorie alle alleanze, potenziamento dell’ENPS, emigrazione, emerodromi, brigate e tasse al minimo e mercato nero), intendo aprire un nuovo ciclo di articoli, più circoscritto. Il nome, N(EE)T, è un acrononimo di “Nel Tempio”, un po’ manipolato.
Nel tempio, ove si sentiva allocata la vecchia mai stata moglie, senza più figli, senza più voglie di Bocca di rosa, rifugio di chi, oramai, è ben incline a elargire consigli, non potendo più fornire cattivo esempio.
Le righe che seguono sono parte del dibattito circa l'ATO, (spero) avviato da Mlster X, in questo thread, a seguito della pubblicazione di quest'articolo. Premetto che, personalmente, reputo che i take over non vadano condannati a priori, per ragioni che non mi preme enunciare in quest'articolo; difatti, io stesso mi spesi nelle fasi preliminari di un take over eitaliani ai danni del Montenegro e, successivamente, presi controllo di un partito di cui non facevo parte. Tuttavia, quest'articolo non tratta né della "moralità" di questa pratica in se, né delle ennesime paturnie della nostra community. Piuttosto, vorrei fare chiarezza su questo tema e proporre alcune mie idee su come risolverlo. Altre letture recenti sul tema sono un articolo di Dibex e uno di Grinder85.


Il 28 Febbraio 1297, il Consilium Sapientium si riunisce, a Venezia. A presiederlo, il doge Pietro Gadrenigo, aristocratico di antico ed elevato lignaggio. Nella cornice del Palazzo Ducale, mentre il Sultano d’Egitto spazzava via le enclave latine in Terra Santa, le galee genovesi ingaggiavano battaglia con le flotte della Serenessima e la fiorente borghesia degli homini novi, acquisiva sempre maggior potere, i nobili veneziani, dopo vari tentativi falliti, riescono a promulgare un provvedimento per garantirsi stabilità e continuità alle redini della Repubblica di Venezia. Dapprima, i membri del Maggior Consiglio – organo sovrano dello Stato, erano eletti da rappresentanti dell’assemblea popolare, il 29 Settembre di ogni anno. Dopo l’entrata in vigore della legge, tra le altre modifiche, il meccanismo di ingresso nel Maggior Consiglio diventa più complesso – ereditario e cooptativo; sostanzialmente, erano ammessi al Maggior Consiglio solo i membri da più di quattro anni, alcuni dei loro discendenti e altri cittadini, previa nomina del Consiglio stesso e approbatio da parte della Quarantìa. Questo tipo di nomina, dall’alto, è detta cooptazione, la scelta del successore da parte del suo predecessore. Questa forma di successione, adottata largamente dalle proto-democrazie rinascimentali e dai frangenti meno limpidi del papato è, palesemente, non democratica. Difatti, quel 1297 la Serenissima svoltò verso una direzione decisamente più aristocratica, sino alla redazione del Libro d’oro – che limitava l’accesso al Maggior Consiglio ai soli iscritti a tale registro e all’abolizione del Concio, l’assemblea popolare. Quel provvedimento, definito Serrata del Maggior Consiglio tutela lo status quo, assicurando potere a chi già lo deteneva, ostacolando un avvicendamento democratico. Non per niente, gli anni a seguire furono teatro di scontri e violenze da parte di quella porzione di popolo estromessa dal potere politico.

La cooptazione nella community eitaliana

La serrata del 1297 chiudeva il Maggior Consiglio, recintando il potere nelle mani di un’elite ristretta. La cooptazione è esposta agli abusi da parte dei gruppi dominanti, interessati ad ostacolare una successione democratica. Difatti, tale forma è intimamente annessa al nepotismo, e ad altre forme di oligarchia. Di conseguenza, un tale ordinamento è difficilmente coniugabile con la democrazia. Da un lato, infatti, chi detiene il potere potrebbe non rappresentare più il volere dei cittadini; dall’altro, potrebbe sfruttarlo a proprio vantaggio.
Tuttavia, la nostra community tollera da anni una forma di cooptazione, nell’elezione dei presidenti di partito. L’ATO (Anti Take Over) è una funzione del Ministero degli Interni, preposta al controllo delle elezioni. Nella consuetudine, si occupa di chiedere ai presidenti di partito i nominativi dei candidati “ufficiali” e di mobilitare una squadra al fine di garantirne l’elezione. De facto, i presidenti in carica designano i presidenti in pectore. Questo meccanismo è, a tutti gli effetti, una forma di cooptazione.
Numerose sono le controversie legate a questo sistema. In primo luogo, è dubbio che il Governo abbia facoltà di interferire con le meccaniche democratiche interne ai partiti; accettarlo, vuol dire esporsi alla possibilità che il Governo favorisca o penalizzi alcuni partiti, impedendo un regolare svolgimento delle elezioni. Inoltre, stabilisce un principio di autorità, tale per cui un presidente – potenzialmente anche in contrasto con la volontà del partito (anche un Fritz Vaporub, ad esempio), possa decidere circa la sua successione. Infine, vi è il pericolo che i gruppi dominanti sfruttino questo strumento per sopprimere il dibattito. In altre parole, l’ATO mina il pluralismo e la democrazia. Perché, allora, la nostra community accetta tutto questo?

Lo spettro del colpo di stato

Ripercorrendo la storia di eRepublik, innumerevoli sono i casi di take over. A Natale del 2008, durante la terza elezione congressuale, in Sud Africa, il neonato partito SUSA, composto da soldati eitaliani, acquisisce il controllo del Congresso; qualche giorno dopo, SUSA depone la maschera, cambiando nome in Theocratic Party, reclamando tutti i beni sudafricani. Nel 2009, in eItalia si infiltrarono alcuni giocatori croati, prendendo possesso del Congresso e svuotando le casse. Gli Stati Uniti sono stati lungamente sotto lo scacco dell’AFA, partito composto da serbi.
L’ATO nasce ufficialmente, in eItalia, durante il Governo Delexo, parallelamente all’istituzione di un analogo corpo, in ENTENTE, l’alleanza di cui faceva parte l’eItalia. Lo scopo di questa squadra è chiaro: prevenire l’intromissione di stranieri ostili; non assicurare lo status quo, ma proteggere la Nazione.
Con il passare del tempo, l’ATO diventa una sezione del Ministero degli Interni. La dicitura “ufficiale”, un tempo propria dei candidati congressisti, viene affibbiata anche alle elezioni presidenziali di partito, e la community cede parte della sua democrazia interna per la sicurezza.

L’ATO oggi

L’introduzione delle cittadinanze, nel Luglio del 2009, ha reso molto più difficile l’attuazione di un take over. Difatti, i casi di take over recenti si limitano, principalmente, a repentini cambi di fronte dei presidenti eletti, come nel caso di Francia e Spagna, di qualche anno fa. Infine, l’introduzione della dittatura ha fornito uno strumento più efficace per prendere possesso di un’altra Nazione – vedasi il caso della Svizzera, che ha subito il colpo di stato, prima politico e poi militare, da parte di un gruppo rumeno. Inoltre, il nuovo sistema di elezione del Congresso limita fortemente la facoltà dei partiti e degli elettori di scegliere i propri rappresentanti; in questo modo, l’ATO, consuetudinariamente, si è occupato unicamente delle elezioni presidenziali di partito. Tuttavia, per le succitate ragioni e per l’ormai poco esiguo costo della fondazione di un nuovo partito, appare chiaro che non è più ragionevole temere un take over politico esterno. Di conseguenza, viene meno la giustificazione alla cooptazione e, a fortiori, la sua ragione d’esistere: l’ATO è, allo stato attuale, null’altro se non un’ingiustificata ingerenza del Governo nelle dinamiche democratiche di un partito.
Tuttavia, occorre considerare altre caratteristiche peculiari della nostra condizione. Il modulo politico di eRepublik è appena abbozzato, e non consente ai partiti, efficacemente, di stabilire linee guida e criteri di appartenenza, non permettendo di distinguere i membri dagli infiltrati. Inoltre, l’eItalia ha sempre conosciuto un certo sdegno nei confronti della pratica del take over, oltre a scaramucce, bilaterali, tra le sue fazioni.

Proposte

Per questo, a mio parere, il Ministero degli Interni, nell’esercizio della sua funzione di ATO, dovrebbe, per ora, svolgere unicamente i seguenti compiti:
controllo dei partiti a ridosso delle elezioni presidenziali di partito, per assicurarsi che non vi siano partiti senza candidati – per evitare che malintenzionati se ne possano impossessare senza poter essere ostacolati;
monitoraggio delle unità militari, per individuare quelle a ingresso aperto con il Comandante in stato di inattività, per evitare che stranieri possano assumerne il controllo;
supporto ai partiti in fase di nomina dei candidati alle elezioni congressuali, per evitare che le liste non siano troppo scarne;
informare la popolazione sopra il funzionamento delle elezioni e la procedura di candidatura.
Infine, sebbene sia venuta meno la giustificazione primaria all’ingerenza del Governo sulle elezioni, non è detto che non si possa trovarne un’altra. Se il dissenso nei confronti di pratiche quali il take over politico, è possibile redigere un nuovo patto, per stabilire che il Ministero ha facoltà di intervenire per tutelare i partiti dagli infiltrati, definiti secondo convenzioni che debbono essere stilate col consenso di tutti. Per questo motivo, invece di fare i piangina, aprite un dibattito e trovate un compromesso, senza scassare la m****ia al resto della community.