[TldR] Unire per dividere

Day 2,400, 04:19 Published in Italy Croatia by Squatriota
T(L)DR: Tecniche di Resistenza
Non vi allarmate (?), questo non sarà un articolo in cui si prendono immagini pucciose e citazioni fuori contesto per giustificare chi mangia la nutella e non la marmellata: voglio esporre una delle mie ultime idee, in merito di organizzazione militare.
TldR, sta per Tecniche di Resistenza, il titolo della nuova rubrica che sto curando e che pubblicherò settimanalmente, il lunedì, sul mio giornale, in cui esporrò alcune delle mie idee, volte allo sviluppo dello Stato, specie per quando è completamente invaso; in più, ho aggiunto una “l”, per richiamare l’espressione “tl;dr, che sta per too long; didn’t read, un’espressione piuttosto in voga nell’Internet e, in passato, molto usata anche nella nostra community; ma, scomparso grizzly e scomparso flaviocin, ad ora, basta WoT, per gli articoli di Vajura. Ho voluto inserire la “l” perché sono perfettamente consapevole che il taglio dei miei articoli può risultare ostico e farraginoso e inconcludente; tuttavia, da un lato mi piace ricalcare informazioni ed esporre quelle già in mio possesso, dall’altro, se uno non è disposto a perdere quei dieci minuti della propria esistenza a leggere un articolo più lungo, magari non vorrà nemmeno spendere quei cinque che servono per comprendere quello che propongo, e rispondere su quello che scrivo e non sulla sua visione distorta della realtà. Il primo articolo, facente parte della sua rubrica a sua insaputa, è questo.
L'intero lavoro rientra sempre nell'ottica della Lega degli straordinari gentleman; per approfondire, segue una rassegna stampa:
Manifesto
Lega degli straordinari gentleman contro la correlazione
Programma di governo
Il bastone e la bisaccia

Un’eItalia, tante eItalie
Nell'idea dell'armonia e del consenso universale, c’è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali. Alla fine questa è un'idea mortale, perché se davvero ci fosse armonia e consenso, che bisogno ci sarebbe di tante persone sulla terra? Ne basterebbe una: lui o lei avrebbe tutta la saggezza, tutto ciò che è necessario, il bello, il buono, il saggio, la verità. Penso che si debba essere sia realisti che morali. Probabilmente dobbiamo riconsiderare come incurabile la diversità del modo di essere umani, si può essere davvero persone in tanti tanti modi e questa è una benedizione.
~ Zygmunt Bauman, intervista
Ormai quasi un anno fa, discutevo con Fanaxidiel, molto prima dell’esilio. La mia idea era istituire un unico esercito, che raggruppasse tutti i soldati che intendevano combattere per l’eItalia. Egli mi fece notare come fosse giusto e anche utile che esistessero diverse Unità Militari, con diverse vocazioni, poiché diverse, ed è un fatto, sono le teste dei cittadini eitaliani.
ognuno ha il suo modo di giocare e il fatto di avere unit con vocazioni diverse in generale aiuta a trovare una collocazione per tutti
~ Fanaxidiel, 28 giugno 2013
Riflettiamo un Po’ sulle attuali Unità Militari eitaliane.
Abbiamo, l’Elite, creata nel 2010 grazie, principalmente, al lavoro di Citizen Cane e di mappina, la mia casa; ne abbiamo passate tante, ma ad ora cosa rimane di noi? Non siamo che un gruppo come di vecchi amici che, quanto si beccano, chiacchierano in chat o scherzano in bacheca. Da un Po si è tutti un po’ distaccati dal gioco, ma è stata per molto tempo la mia isola felice: un posto in cui non entravano le liti interne, in cui ci si aiutava e spalleggiava a vicenda, in cui si passava il tempo piacevolmente, assieme. Non lo baratterei per nulla al mondo.
Abbiamo l’Esercito eItaliano, che ha una MU ma non è una MU (cit.) ed è un gruppo in cui i nuovi crescono temprati dai cazziatoni di Kimilla, e vivono in un ambiente di generale diffidenza nei confronti della “politica” anche se, alcuni esponenti esclusi, almeno in chat, non c’è un grande spirito di cameratismo.
AUDAX nasce dalle ceneri di Brigata Folgore, con essa condivide la stesura di articoli di incitamento molto suggestivi ma poco aggrammaticati, e, da fuori, mi sembra, ad ora, il gruppo più affiatato e attivo socialmente, con la pubblicazione non rara di articoli di auto-celebrazione. Una differenza significativa è che, invece di armare, i soldati vengono salariati.
Abbiamo la Brigata Popolare Jovan che, nel suo nome, conserva il consacramento ad un player storico, esperto di speculazione e fautore dell’illusione PTC (che, ahimé, vede in me una delle sue vittime più ingenue e speranzose) ma che cambia la sua dicitura da Partigiana in Popolare, annacquandosi per far posto agli ex-alleati di Rinascita eItaliana. Un tempo, veniva gestita come una cooperativa.
Infine, i PRAETORIANS che, in pochi giorni, hanno raggiunto più membri che richieste di amicizia un profilo con foto in topless e promesse di bocchini in una chat campana.
Anche se le diffidenze e le discordie di un tempo (la diatriba Elite vs EI, o quella Elite ed EI contro T4L) sono davvero tutt’altra cosa rispetto alle scaramucce di oggi e se bene o male tutte le differenze si sono un po’ annacquate, ingrigite e appiattite, rimangono.
Soprattutto, rimangono tre reparti produzione staccati, ognuno con le sue problematiche e con i suoi fautori, che sicuramente vedrebbero di cattiva luce buttare il frutto del loro lavoro ed impegno nello stesso calderone.
Le attuali Unità Militari quindi, intese come primi luoghi di aggregazione e sistemi di produzione, non devono morire.

Oltre le Unità Militari: le brigate

Divide et impera.
Ma se l'EI e l'Elite hanno delle MU ma non sono delle MU, vuol dire che è possibile pensare di creare gruppi oltre le MU.
Non mi voglio appesantire sulle motivazioni che mi portano a prediligere un Modello in cui i soldati sono divisi in brigate, le ho già esposte approfonditamente qui; uno, come me, che questo sistema l’ha vissuto sulla pelle, può dirvi che i vantaggi sono i seguenti:
• sana competizione tra le brigate;
• maggiore senso di appartenenza e cameratismo;
• gestione e coordinazione più agevoli;
consapevolezza delle proprie forze.
Le brigate sarebbero dei raggruppamenti di soldati, fatti in base alla loro disponibilità oraria e alle loro preferenze, dodici o sei brigate sarebbero sufficienti. I soldati di tutte le Unità Militari che vorranno unirsi al progetto, compileranno un form, indicando alcune fasce orarie, e saranno smistati in modo da cercare di garantire una quantità di influence uniforme, per tutte le divisioni, nell’arco dell’intera giornata; si può anche pensare di istituire brigate non per orario ma per giorno (ad esempio, c’è chi nei festivi va fuori e, quindi, non può giocare e chi, invece, può dedicare tempo al gioco solo nei giorni non lavorativi - si potrebbero conciliare queste esigenze).
Ovviamente, ho ben chiaro in mente come questo modello dovrebbe essere molto flessibile, e che le variazioni sarebbero all’ordine del giorno, se non delle ore. Tuttavia, integrato con un rapporto di fiducia tra i membri delle brigate (ad esempio assenze pianificate possono essere segnalate in anticipo) sarebbe uno strumento che, in linea di massima, fornisce un’idea di quanto danno si ha durante il giorno e, quindi, muoversi in anticipo per contattare gli alleati o pagare mercenari.
Ogni brigata viene caratterizzata con un diverso aspetto gdr, visto l’enorme successo riscosso, un anno fa, dai Teocratici e dal partito di Atlius: ci può essere la brigata dei samurai o la brigata dell’Impero Romano, tutto scelto dai membri stessi; ovviamente si necessiterà di un imponente lavoro di grafica e di scrittura di articoli, per rendere il tutto più divertente.
Quella delle brigate si può vedere come un’evoluzione degli strike introdotti da Feliks: dei gruppi di player si riuniscono all’orario in cui possono per combattere assieme e, in più, vengono coordinati e “spalmati” lungo tutta la campagna e si caratterizzano come meglio credono: non pensate che molti “vecchidormienti sarebbero allettati dall’idea di rivedersi tutti in chat, a ricordare i bei tempi andati, mentre sparano qualche colpo?
Poi, con un’organizzazione del genere, il passo è breve per far partire iniziative quali contest (l’avatar più bello o il migliore diario di guerra) e tornei (la brigata più “decisiva”, quella con più medaglia o con la crescita più rapida), tutto finalizzato a divertirsi.
Ogni mese, il presidente nomina, tra i soldati di una brigata un ufficiale, che ha il compito di raccogliere presenze ed assenza in vista di attacchi futuri.

Armare in chat
È inutile, più tempo impieghi a fare le cose, meglio ti vengono.
~ Mia madre, sfornando l’ennesimo pollo carbonizzato.
Gli ufficiali che, quindi, sono dei primo inter pares e anche fiduciari del presidente hanno anche l’onere di armare in chat. Questo, comporta una serie di vantaggi: si incentiva la popolazione ad utilizzare la chat, si instaura un legame più forte tra ufficiale e soldato e tra i soldati stessi, diventa più facile coordinare e incanalare l’influence.
Il problema, però, è trovare la copertura e le risorse per sostenere un’impresa del genere. Si può agire tramite bando, e acquistare, a prezzo convenzionato, grandi stock di armi, ma sarebbe troppo dispendioso.
La mia idea è sfruttare i sistemi di produzione già esistenti: le Unità Militari (quelle che vorranno partecipare) delegano allo Stato il loro compito di equipaggiare i soldati.
In pratica, le MU, ogni giorno, trasferiscono una certa quantità di armi ad uno stock statale (può essere il magazzino del presidente o del Ministro della Difesa, o di un fiduciario), insieme ad una lista di propri soldati da armare ed indicazioni sul numero di armi pro-capite, il tutto in completa autonomia. Poi, il depositario delle armi provvede a smistarle agli ufficiali di brigata, che le distribuiscono, in chat, ai soldati, secondo quanto stabilito dalle loro Unità Militari; ovviamente, si tiene un registro in cui tracciare tutte le transazioni: se, per errore, complessivamente o singolarmente, i soldati di una MU ricevono meno armamenti del dovuto, il giorno successivo ne riceveranno di più, e viceversa.
Ovviamente, le Unità Militari possono scegliere una formula ibrida, destinando parte della produzione ad armare in chat ed il resto per armare chi non si può connettere, tramite form. Oppure, altre potrebbero scegliere di voler retribuire, anche se in forma ridotta, chi sceglie di non combattere per allenarsi; ad ora, inviano una quantità minima di armi. In un caso del genere, io proporrei che lo Stato acquisti, ad un prezzo conveniente per entrambi, quel surplus di armi; in questo modo, lo Stato si dota di uno stock aggiuntivo, per le emergenze, mentre le MU danno a chi non combatte un salario in currencies, più utile, per loro, delle armi.
Non resta, quindi, che esporre i punti di forza e i punti di debolezza dell’operazione.
Con un sistema del genere, ci guadagnano tutti: lo Stato, che può contare su soldati che, connettendosi in chat, sono più facili da coordinare e catalizzare, e le Unità Militari che, così, si risparmiano la “fatica” di equipaggiare, vista anche, in generale, la penuria di ufficiali.
Il punto di debolezza è che è un sistema del genere è molto esposto al pericolo di ban e altre punizioni da parte degli admin (ad esempio la decurtazione coatta di currencies, che porta anche a debiti inappianabili, vedi National eItaly), se uno dei reparti produzione fa utilizzo di metodi illegali per ottenere armi.