[TldR] Gorta Mór, spago e valigia di cartone

Day 2,416, 02:59 Published in Italy Croatia by Squatriota

O, father dear I often hear you speak of Erin's Isle
Her lofty scenes, her valleys green, her mountains rude and wild
They say it is a pretty place wherein a prince might dwell
So why did you abandon it, the reason to me tell

Oh son, I loved my native land with energy and pride
Till a blight came over all my crops, my sheep and cattle died
The rents and taxes were so high and I could not them redeem
And that's the cruel reason why I left old Skibbereen

'Tis well I do remember that bleak December day
the landlord and the sheriff came to drive us all away
They set my roof on fire with their demon yellow spleen
And that's another reason why I left old Skibbereen

Your mother, too, God rest her soul, fall on the snowy ground
She fainted in her anguishing seeing the desolation round
She never rose, but passed away from life to immortal dreams
she find a quiet grave, me boy, in dear old Skibbereen

Then sadly I recall the days of gloomy forty-eight.
I rose in vengeance with the boys to battle again' fate.
We were hunted through the mountains as traitors to the queen ,
And that, my boy, is the reason why I left old Skibbereen.

Oh you were only two years old and feeble was your frame
I could not leave you with my friends for you bore your father's name
So I wrapped you in my cóta mór at the dead of night unseen
And I heaved a sigh and I said goodbye to dear old Skibbereen

Well father dear, the day will come when on vengeance we will call
And Irishmen both stout and tall will rally unto the call
I'll be the man to lead the van beneath the flag of green
And loud and high we'll raise the cry, "Revenge for Skibbereen!
~ The Dubliners, Skibbereen
Dear old Skibbereen” è una canzone popolare irlandese, presubilmente composta da Patrick Carpenter, un poeta del posto, per ricordare e denunciare la Grande Carestia e la conseguente emigrazione irlandese.

Povertà e protezionismo in Gran Bretagna

Peter Schrank
...if wheat were at this moment subject to a duty of twenty shillings the quarter, and if Indian corn were virtually excluded, next winter would not pass without a convulsion endangering the whole frame of society, without the humiliation of constituted authorities forced to yield after a disgraceful struggle...if their [the Protectionists] advice had been taken, we should have had famine prices for many articles, and a state of exasperated public feeling and just agitation, which it would require wiser heads than theirs to allay.
~ Robert Peel, primo ministro dimessosi dopo aver fatto abrogare i Corn laws
Nel 1729, Jonathan Swift, autore del forse più celebre I viaggi di Gulliver, scrive A modest proposal, un pamphlet satirico. Girando per le vie e le strade d’Irlanda, arguisce l’autore, non si può che incontrare, amaramente, frotte e frotte di mendicanti di sesso femminile, con al seguito uno stuolo di tre, quattro, cinque o addirittura sei figli, vestiti di stracci, che importunano i passanti per un obolo, e questa moltitudine di bambini tra le braccia e sul groppone di madri e padri è sicuramente deplorevole per il paese; per evitare ai genitori di sobbarcarsi ingenti spese per il loro mantenimento ed evitare gli aborti, aumentare la disponibilità dei menù delle taverne e le riserve di cibo, offrire nuovi piatti ai palati più delicati ed evitare di rimpinguare di giovani le fila di ladri e depravati a causa della mancanza di lavoro, Swift propone di allevare e tenere all’ingrasso i bambini, per poi darli in pasto agli inglese: un bambino è una portata soddisfaciente anche in cene di gala e, una volta cotto, dura fino a quattro giorni ed è delizioso bollito, con pepe e sale.
All’epoca, la classe dominante, la borghesia, leggeva e si emozionava delle gesta del colone Robinson Crusoe, che, nell’omonimo libro di Daniel Defoe, esporta i valori inglesi anche in America, istruendo il docile Venerdì, portandogli la civiltà e facendogli cessare di perpetrare barbarie, come il cannibalismo. L’opera satirica di Swift non poteva che suscitare scalpore e scandalo.
Nel 1739, a causa di cattive condizioni climatiche, la penuria di raccolto decimò la popolazione e, nel 1782, il Parlamento irlandese, grazie principalmente all’opera dell’Irish Patriot Party, partito anglicano allineato coi whig inglesi, approva una nuova Costituzione, che liberò il paese da restrizioni imposte dagli invasori che si successero nel tempo (normanni, inglesi e britannici), una su tutte il Poynings’ Law, che subordinava la legislazione irlandese a quella inglese. Tuttavia, a seguito di varie ribellioni sul suolo d’Irlanda, la paura e la speranza nelle promesse inglesi (ad esempio di condere maggiore emancipazione ai cattolici) prevalsero sulla volontà d’indipendenza, e il Parlamento inglese e quello irlandese avevano promulgato lo Act of Union, ratificato dalla corona il 1° agosto 1800; l’atto decretava l’annessione dell’Irlanda alla Gran Bretagna e l’adozione della bandiera Union Jack, che ancora campeggia.
Nel 1813, la commissione della Camera dei Comuni, con il parere dell’economista Thomas Malthus, fissava un fair value, soglia massima per il prezzo del grano coltivato in patria, entro la quale importarne era scoveniente agli equilibri del paese: gli imprenditori, per competere con prezzi più bassi, avrebbero dovuto abbattere i costi riducendo i salari e avrebbero perso potere d’acquisto. Basandoci su ciò, il governo tory, nel 1815, promulgò i Corn Laws, che imponevano dazi molto gravosi sul grano importato, in seno a politiche di protezionismo, che fecero alzare notevolmente il prezzo del grano, favorendo i grandi proprietari terrieri, che vendevano i loro prodotti ma ne demandavano la produzione ad operai il cui salario perdeva sempre più potere d’acquisto, provocando gravi insurrezioni.
Ovviamente, il provvedimento, insieme ad altre gravose imposte, si estesero anche all’Irlanda.

Phytophthora infestans

The deep and inveterate root of social evil remained, and this has been laid bare by a direct stroke of an all-wise and all-merciful Providence, as if this part of the case were beyond the unassisted power of man. Innumerable had been the specifics which the wit of man had devised; but even the idea of the sharp but effectual remedy by which the cure is likely to be effected had never occurred to anyone. God grant that the generation to which this great opportunity has been offered may rightly perform its part, and that we may not relax our efforts until Ireland fully participates in the social health and physical prosperity of Great Britain, which will be the true consummation of their union!
~ George Trevelyan, The Irish Crisis (184😎
Il Phytophthora infestans (o peronospera) è un microrganismo, la cui classificazione tassonomica è ancora oggetto di controversie; in passato fu inserito nel regno dei “funghi” poiché è eterotrofo, ovvero per sitentizzare molecole organiche a partire da materiale inorganico, e quindi nutrirsi, deve appoggiarsi ad altri organismi, detti autotrofi come, ad esempio, le piante, che producono glucosio a partire dall’acqua e dall’anidride carbonica, in presenza di luce solare in un processo denominato fotosintesi, o gli archei, abitanti degli abissi e delle fumarole nere, che convertono le esalazioni di zolfo in energia, con un processo detto chemiosintesi.
Inoltre ha un comportamento da parassita e provoca la morte delle cellule che “sfrutta”. Tuttavia, contrariamente ai funghi, è un organismo diploide: come gli esseri umani, ogni cromosoma è presente in “duplice copia”, con coppie di cromosomi omologhi i cui alleli degli stessi locus codificano lo stesso carattere (con informazioni diverse, negli eterozigoti o uguali, negli omozigoti) e la cui espressione è regolata da meccanismi come la dominanza o l’epistasi (scoperte da Mendel, valido per i caratteri aut aut). Inoltre, se la parete cellulare dei funghi è a base di chitina (di cui sono fatti, principalmente, gli esoscheletri degli insetti), le pareti cellulari del Phytophthora infestans sono costituite da una miscela di elementi, tra cui la cellulosa (di cui sono fatte le pareti cellulari delle cellule vegetali).
Le peronospere possono riprodursi sia sessualmente sia asessualmente e attaccano vegetali appartenenti alla famiglia delle Solanacee, soprattutto pomodori e patate, inoculandosivi con spore: il micelio si forma, il parassita si espande nell’organismo ospite e produce spore, diffuse dal vento. Sulle foglie, dove ha luogo la maggior parte della sporulazione, la sua azione si nota dapprima con macchie chiare, che preannunciano la necrosi, che può espandersi all’intero organismo e che azzera la funzionalità fotosintetica e i sistemi di termoregolazione, provocandone la morte. I tuberi colpiti presentano tessuti lesionati, di forma irregolare e depressi rispetto alla superficie, con aspetto spugnoso e colorazione rossastra o bluastra.
Come racconta John Reader in questo articolo, i primi focolai della “malattia” causata dal microrganismo sono stati individuati in Philadelphia e New York, nel 1843. Il vento deve aver diffuso le spore, portando il parassita in Nuova Scozia, Virginia e Ontario; attraversa l’atlantico a bordo di un’imbarcazione di commercianti belgi di patate nel 1845, sbarcando sul continente europeo, i cui danni maggiori furono accollati da una particolare specie di patate, Irish lumper, sulle quali l’Irlanda basava quasi totalmente la sua alimentazione.
Più recentemente, il parassita colpì la Germania durante la Prima Guerra Mondiale, dove e quando la scarsità di rame (adoperato a fini militari, per bossoli e fili elettrici) impedì di trattare proteggere adeguatamente le coltivazioni di patate, provocando la morte per inedia di 700.000 civili. Nonostante lo sviluppo del parassita necessita di particolari fattori ambientali, di umidità e temperatura, e sia difficoltoso farlo attecchire artificialmente, Francia, Canada, Stati Uniti ed URSS l’hanno sperimentato per realizzare armi biologiche.

Gorta Mór

Oh the praties they grow small, over here
Oh the praties they grow small
And we dig them in the fall
We eat them skins and all, over here
[...]
Oh, we're trampled into the dust, over here,
Oh, we're trampled into the dust
But the Lord in whom we trust
Will give us crumb for crust, over here

~ Praties goes small, canzone popolare irlandese.
Oltre un secolo dopo la carestia sopracitata, la peronospera distrusse i raccolti di patate del 1846. Il governo inglese, allora guidato dal conservatore Robert Peel, intervenì piuttosto flebilmente, allestendo workhouses nel nord dell’isola, in cui i molti disoccupati potessero svolgere lavori di pubblica utilità in cambio di un salario dignitoso e soup kitchens, mense dei poveri. Tuttavia, la situazione deflagra quando Peel si dimette, e viene sostituito da un governatore che si disinteressa totalmente della questione irlandese e, mentre il grano e altri beni lasciavano l’Irlanda alla volta dell’Inghilterra per ingrassare i suoi ricchi borghesi, gli irlandesi erano costretti alla fame, oppressi dai tributi.
Questo costrinse l’auto-esilio di numerosi irlandesi alla volta del Canada con imbarcazioni di fortuna, denominate, non per niente, “coffin ship”.

La cura

Thousands are sailing
Across the western ocean
To a land of opportunity
That some of them will never see
Fortune prevailing
Across the western ocean
Their bellies full
Their spirits free
They'll break the chains of poverty
And they'll dance

~ The pogues, Thousands are sailing
Analogamente, quando la penuria di bonus grava sulle produzioni di armi e cibo, specie in un paese completamente conquistato, la soluzione più immediata per far progredire l’economia e lo sviluppo dei cittadini è quello di facilitare la loro emigrazione in paesi full bonus. Ma se spesso essi devono avere a che fare con congressisti, magari anche disonesti, che pretendono balzelli, è probabilmente necessario un Ministero dell’Emigrazione, che indica un bando per raccogliere imprenditori, per cui richiedere la cittadinanza in un paese amico.
Io fisserei ad un massimo di 20 imprenditori (il criterio di scelta è il numero di aziende, chi ne ha di più sale di graduatoria, di modo da non approfittare dell’ospitalità dell’altro paese, e non perdere troppi cittadini (per evitare PTO, comunque, il nostro Congresso non deve rilasciare cittadinanze se non con garanzie rilevanti).
Inoltre, io direi che un imprenditore che volesse espatriare debba versare al Ministero dell’Emigrazione una quota di denaro, sui 1000 ITL, 500 dei quali si dirottano al paese ospitante, e i restanti nelle nostre casse, di modo che ci guadagnino tutti: l’imprenditore che si becca i full bonus, il paese ospite e l’eItalia.
Ovviamente in questo modo l’imprenditore non potrà più votare o pubblicare articoli, ma mi sembra uno scotto che in molti sarebbero disposti a pagare.