Un democristiano, Machiavelli, Robinson Crusoe, un chierico e uno strambo

Day 2,403, 05:54 Published in Italy Croatia by Squatriota

Cool story bro!
Cool story bro! è una rubrica di racconti, talvolta ispirati ad eRepublik, talvolta di sola fantasia; il nome è mutuato dall'affine rubrica di Lega Nerd e da quest'espressione. Per l'ascolto consiglio, più per l'atmosfera marinaresca che per un effettiva coincidenza delle tematiche, Diario di bordo, di Murubutu (e un po' tutto il suo ultimo album).
Uscite precedenti
Diario di guerra, Giorno 1145
Il piccolo player
Un mondo semi-silenzioso
Diario di bordo - un democristiano, Machiavelli, Robinson Crusoe, un chierico e uno strambo su un'isola deserta
Giorno 1

Mi sono svegliato da qualche ora, su un pallido bagnasciuga, steso tra i detriti portati dal mare, con le dita dei piedi lambiti dalle onde. Aperti gli occhi, ho sputato qualche alga e ho subito notato che, come tutti gli altri compagni, ero completamente nudo.
L’unico sveglio era il capitano. “Avevate i vestiti bagnati” ha esordito “temevo prendeste un brutto raffreddore”. “Me lo sto strofinando per lavarlo” Ha aggiunto. Sarà. Ho svegliato gli altri compagni, c’erano Robinson, il chierico, Machiavelli.
“Venite, fate un cerchio attorno a me” Ha ordinato il capitano. “Facciamo un brainstorming?” Gli chiede Machiavelli, rivestendosi, sedendosi e tracciando qualche linea nella sabbia con un rametto, a mo’ di lavagna. “Sì, brainstorming…” Ha replicato il capitano, sedendosi a fianco a noi, mi è sembrato deluso.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, il capitano chiude gli occhi e dice, solenne “Non potremo mai lasciare quest’isola… mangiatemi, ragazzi”, allungando le braccia e gambe verso di noi “Un capitano deve sacrificarsi per la sua ciurma.”
Come sempre, abbiamo fatto finta di niente e continuato a pensare.
“Dobbiamo pensare a come procuraci cibo e difenderci dagli animali, la notte”, proruppe Robinson.
“La guardia di notte posso farla io!!” Si è offerto il capitano, con voce suadente.
Tutto ad un tratto, l’idea di Robinson ci è apparsa un po’ limitata e, sopratutto, le gag sull’omosessualità del capitano avranno stancato e fatto storcere il naso anche il più omofobo dei lettori (tra l’altro… “omosessuale = perverso = cannibale?” Clap clap, molto maturo, molto aperto).
“Con la nave, abbiamo solcato i mari in cerca di fortune nel nuovo mondo, per fuggire dagli ultimi terribili rantoli di una società decadente” Dice Machiavelli, con la mano sul cuore, in un accorato e vibrante discorso di incitamento. “Ora abbiamo la possibilità di ricostruirla da capo.”
“Giusto, dobbiamo riprodurci! Sapete che ho le ovaie?” Invoglia il capitano, ignorando quanto appena detto sulle gag omofobe.
“Sei tu il reietto, la società funziona benissimo” Risponde Robinson imbronciato “Il meglio che possiamo fare è ricostruirla.”
“Checche maledette” Il chierico scuote la testa “Invece di farvi fumare le meningi, dovreste godere di tutto quello che il buon Dio ci ha messo a disposizione…” Aggiunge, in estasi, guardando il paradisiaco paesaggio circostante “Abbiamo frutti, mare, sole, non abbiamo bisogno d’altro.”
Io, vigliacco per natura, e da sempre nemico solo della inimicizia, avevo già rotto qualche noce di cocco e aperto qualche scatoletta di fagioli. “Ormai è il crepuscolo…” Dico, fingendo di essere rattristato da non poter esprimere un mio chissà quanto geniale e visionario modo di risolvere lo stallo. “Mangiamo e costruiamo un piccolo riparo. Ne riparleremo domani, a pancia piena”.
“Il cocco e i fagioli finiranno, prima o poi” Risponde imbronciato e con arroganza il capitano, offeso dal nostro declino al suo invito di cibarsi di lui.
Per bon ton, non parlo con la bocca piena. Oltretutto, a fine pasto, me ne sono uscito con un “La priorità ora è un’altra”, mentre costruivamo il riparo; così, alla sera, grazie al Cielo, sono riuscito ad evitare di prendere posizione in una discussione così serrata.

Giorno 2

Mi sono svegliato, Robinson e Machiavelli non c’erano. Scostandomi il capitano, che mi si era avvinghiato durante la notte, esco fuori. Il chierico, la sera prima, aveva stabilito che dormire sotto dei rami e su un letto di fogliame era troppo poco mascolino; così, aveva dormito sulla nuda, dura e fredda terra, godendo dell’acquazzone e di un santo maldischiena di cui il buon Dio aveva deciso di onorarlo “Gli altri sono andati a esplorare” Disse, massaggiandosi la schiena.
“E tu?” Gli chiedo, sferzante. Lui deglutisce, in palese difficoltà “H-Ho deciso di prendermi qualche ora per contemplare la natura e ringraziare Dio.” Risponde, tagliando corto e mettendosi in piedi, scricchiolando e gemendo, dolorante.
Nel frattempo, gli altri erano tornati dall’esplorazione, ed il capitano indì un altro brainstorming.
Robinson asserì: “Per prima cosa, per assicurarci cibo, dobbiamo costruire una fabbrica… dobbiamo chiedere agli indigeni del carbone”.
“Sì, certo.” Lo canzona Machiavelli. “Non hanno inventato un modo per coprirsi il batacchio e vuoi che abbiano i mezzi per replicare una rivoluzione industriale?”
Appena sentite le parole di Machiavelli, gli occhi del capitano si accesero. “S-Scusate, devo assentarmi un attimo.” Disse, allontanandosi di tutta fretta, quasi furtivo, per poi tornare poco dopo “Dove avete detto che avete trovato, questi indigeni?”
Dopo che Machiavelli e Robinson, con aria perplessa, gli indicarono la via, sparì, e la discussione riprese.
“E fanno bene!” Proclama il cherico, balzando in piedi e stracciandosi le vesti “Dio ci ha fatto nudi, è Adamo a volersi coprire, pudico per il peccato!”.
“Ringrazia che il capitano non c’è…” Dice Robinson, dando voce al resto della compagnia.
“Piuttosto, posto che abbiamo bisogno di energia, dobbiamo pensare ad un nuovo modo di procurarcela” Afferma Machiavelli, pensoso. “C’è un fiumiciattolo, e abbiamo legno in abbondanza… possiamo costruire un mulino!”
“Sì, e magari ci fumiamo anche uno spinello! Basta con queste trovate da borghese di Amsterdam, dobbiamo rimetterci alla Natura!!!” Lo interrompe il chierico.
Robinson lo sdegna con un “pff”, si alza in piedi, coi pugni sui fianchi e il petto in fuori, con qualche lacrima nostalgica a rigargli il volto “Dopo il peccato originale, l’uomo è caduto, per il suo peccato, su questa terribile Terra, condannato ad una vita da schiavo nei confronti delle leggi della Natura. Ma conoscendole prima, e dominandole poi, ha riconquistato il dominio incontrastato, grazie al suo pragmatismo e alla sua intelligenza! Per la regina!!” Conclude, sull’attenti, con aria sognante.
“Tu da che parte stai?” Mi ha chiesto Machiavelli, muovendo l’occhio indagatore di tutta la compagnia su di me. Eccetto lo sguardo del capitano; chissà su cosa era posato quello. Meglio non indagare.
Viste quelle posizioni così rigide e ferme, e visto il mio cuore, sempre così centrale, e così palpitante al sol pensiero d’esser coinvolto in una lite, e viste le mie opinioni, così grigie, decisi, ancora una volta, di sviare il discorso.
Per prima cosa, lusinga”, pensai. “Avete tutti idee molto valide, davvero…” Esordii, annuendo poi, per avvalorare le mie parole e prendere tempo.
Eludi la domanda, parlando del metodo: “Ma credo vi stiate allontando troppo dall’armonia che dovrebbe caratterizzare un gruppo di naufraghi, di compagni, di fratelli… abbiamo tutti lo stesso fine, no?” Mi giro a loro, osservandone le reazioni. Tutti sembrano d’accordo.
Per finire, “Divide et impera”: “Perché non vi spartite l’isola? Ognuno, per una settimana, la amministrerà come meglio crede e, al crepuscolo, ci riuniremo qui, sulla spiaggia. Assieme, decideremo qual è il metodo migliore, o continueremo ognuno per le nostre strade.”
Tutti sembravano d’accordo, e tutti convennero che sprecare parole su parole era inutile rispetto a rimboccarsi le maniche e realizzare concretamente le proprie idee. Così, ci siamo divisi.

Giorno 3
Io, nella spartizione, ho scelto di non muovermi dalla spiaggia, accapparrandomi il rifugio di rami e fogliame. Dopo una serena dormita, ho scelto un giaciglio sul bagnasciuga e vi ho passato la mattinata, abbandonandomi all’ipnotico corso e scroscio delle onde, che bagnavano appena le punta dei miei piedi, i gabbiani che volavano a mezz’aria, tracciando cerchi attorno a me, credendo fossi morto, il vento che piegava le fronde della palma, nell’entroterra. In lontananza, il rumore dei miei compagni al lavoro. Ancora nessuna notizia del capitano.
Dopo aver dato fondo alle provviste scampate al naufragio e a un po’ di frutta, caduta dagli alberi, ho fatto una nuotata, esplorando il mare che circondava l’isola, perlustrando il fondale.
Calata la sera, torno nel mio rifugio, molto stanco.

Giorno 8

Una delle carte scribacchiate da Machiavelli, salvate dalla foga del capitano
In questi giorni non ho potuto dare seguito al diario, poiché sono stato ospite degi indigeni e, la mattina che ho lasciato il rifugio, non ho pensato a portarmi dietro questo quadernetto. Machiavelli e Robinson me li avevano descritti come bestie assolutamente docili e accondiscendenti, poco inclini allo scontro e del tutto servili, ma non pensavo fossero così ospitali. Oggi, però, ho deciso di tornare in spiaggia, a conclusione della “sfida” tra i diversi modelli proposti.
Al crepuscolo, il primo ad arrivare è stato il chierico. Ingobbito, nudo, smagrito, tumefatto, con la barba sfatta e l’aria arrendevole “Sette giorni di noci di cocco… che palle” Disse, sbuffando, lasciandosi ad un commento, sapendo di potersi fidare della mia discrezione e della mia vigliaccheria, preoccupandosi di ricomporsi subito, prima dell’arrivo degli altri.
Ci raggiunse Robinson, seguito da un indigeno, vestito di foglie. “Lui è Tredicesima” Disse, facendo le presentazioni. Tredicesima, tutto compito, ci ha stretto le mani, con fare cerimonioso. “Gli ho insegnato i primi rudimenti di contabilità” Aggiunse Robinson, fiero e soddisfatto del suo impegno “Ora stiamo lavorando all’inventario dell’isola” Fruga nelle tasche, pescandone una pergamena “La abbiamo valorizzata per un milione di sterline, venti a palma”
“Perché?” Gli ha chiesto il chierico, perplesso. “Ma come?” Risponde Robinson, come se gli avesse stuprato la madre. “Dobbiamo conoscere il valore di quello che possediamo, per prima cosa! Poi, formeremo un Ministero dell’Immigrazione tra gli indigeni che regolarizzi il nostro arrivo, un gruppo di xenofobi che ci prendano a fucilate e un gruppo di borghesi che prendano le nostre difese nelle discussioni da salotto, poi servirà istituire un Ufficio per il Collocamento per trovarci un’occupazione” Riaperti gli occhi, e tornato da un’estasi mistica, con addosso la strana sensazione di non essere minimamente ascoltato, scosse la testa con disappunto e, strattonato l’indigeno da un braccio, sparì nella foresta. “Vieni, ti insegno le tabelline, Tredicesima” Gli disse.
“Beh, in confidenza” Esordisce il chierico, dopo essersi guardato attorno e accertatosi che fossimo da soli. “La Natura è una noia” Mi confessa, sospirando, con le braccia sulle mie spalle, cercando complicità e comprensione. All’improvviso, m’accorgo che intravede, con la coda dell’occhio, il capitano, completamente nudo, ricurvo, con la bava alla bocca e uno strano bagliore negli occhi.
“DISTRUGGERE!!! DISTRUGGERE TUTTOAAAH!!!” Esclama, avvicinandosi a noi, grugnendo, più vicino ad un maiale che ad un essere umano. Niente di nuovo per il capitano.
“Distruggere cosa?” Gli chiede il chierico, a braccia conserte.
“TUTTOOO!!!” Risponde il capitano, aggrappandosi alla mia blusa, stropicciandola “DISTRUGGERE TUTTTTTO!!!!” Aggiunge, urlandomi in faccia, con un alito pestilenziale.
Nel frattempo, era arrivato Machiavelli, con la testa persa nelle sue carte.
“Ho buttato giù un progetto…” Mi srotola un papiro, assorto “Una sorta di Utopia, da costruire lì, nella Zona Est…”
“Quindi non hai combinato un cazzo?” Gli chiede strafottente il cherico, a braccia conserte e sguardo altero.
“H-ho progettato” Risponde Machiavelli, osservando esterrefatto il capitano che si avvicinava danzando e mormorando qualcosa, sfregandosi le mani, con gli occhi iniettati di sangue, fissando il suo papiro. Vi si avventa, mordendolo e straziandolo con le fauci, strappandoglielo dalle mani, senza che abbia il tempo di dire una parola, divorandolo poi con soddisfazione. Ingurgitato, si pulisce la bava col dorso della mano, riprendendo la litania “Distruggere… distruggere tutto!”
Così, si butta a terra, a maciullare alghe e rami e a ingoiare sabbia e ciottoli, annaspando tra le onde, tra lo stupore generale. Improvvisamente, scorge un cavalluccio marino spiaggiato e ci limona.
“Quindi, che si fa?” Chiesi al gruppo.

Sei su un’isola sperduta, con il capitano, Robinson, il chierico e Machiavelli.
Da che parte stai?
Lega degli straordinari gentleman
Potere alla fantasia