[Diario di Guerra] Quante cose sono cambiate

Day 1,930, 00:07 Published in Italy United Kingdom by militarista

Di fronte a me si estende, sterminato, il campo della battaglia, il campo dei sogni di tanti nabbi e dell'amara sconfitta. La consapevolezza di aver dato sè stessi non rende meno amaro il gusto metallico dell'insuccesso, semmai lo connota in maniera negativa e fa sembrare vani i propri sforzi.

Negli ultimi giorni s'erano aperte molte guerre di resistenze e alcune avevano avuto successo, ma c'era il Nemico dietro. E regolarmente dopo la liberazione provavano a riprendersi il nostro suolo.

Quante cose sono cambiate...

Mi ricordo l'Extrema Ratio e l'Impero eItaliano...
Mi ricordo quando ero ancora un nabbo della IV armata dell'EI e in un solo giorno - con l'aiuto degli alleati (allora era la Spagna, nds)- liberammo tutte quante le regioni italiane in un colpo solo, organizzando una ventina di guerre di resistenza contemporaneamente.

Quante cose sono cambiate...

Mi sembrano ieri le battaglie in Puglia, in cui un cappellano militare si aggirava fra i tank e fra benedizioni e estreme unzioni risollevava il morale a qualcuno. E sembra ieri anche quel nabbo maggiore in Accademia, che si lanciava all'attaco da nabbo fra i nabbi alla testa dei novellini armati di tutto punto.

Quante cose sono cambiate...

Spengo la mia sigaretta nel terreno e mi aggiusto l'uniforme, quella a cui mi sento più attaccato, che sotto al tricolore mostra una scritta a caratteri d'oro: ELITE.

Poche ore prima ero rifugiato con altri soldati dietro a un muretto a secco abruzzese e Avv Gonzo con il suo carrarmato ci apriva la via. Mi ricordo di aver medicato qualche recluta e di aver condiviso tutta la mia razione e nel sorriso di quelli che aiutavo mi ero sentito realizzato. Qualcuno mi ha forse guardato con ammirazione mentre sparavo, ma la verità è che sono sempre lo stesso nabbo dei miei ricordi. Ogni volta, prima dello scontro, il cuore rimbomba nella cassa toracica con lo stesso ritmo dei colpi di una mitragliatrice e ogni volta quel filo di panico mi serra la gola e una bella dose d'adrenalina mi impedisce di stare fermo.

La verità è che per quanto ci alleniamo e per quanto la nostra esperienza matura dentro siamo sempre gli stessi. Quello che oggi è un generale d'armata ieri era un caporale col viso sporco di terriccio e l'elmetto portato di traverso. Ci ingegniamo di apparire forti, potenti ma la nostra grandezza non è espressa dall'arma che con fatica reggiamo, ma dagli ideali che abitano il nostro cuore.

Qualche colpo di tosse mi ricorda la mia bronchite e mi distoglie dalle mie riflessioni. Nonostante la guerra abbia deturpato questo bellissimo paesaggio la sua bellezza sembra ancora integra e la si può percepire.

Chi lo avrebbe immaginato che un giorno sarei diventato vicepresidente, che avrei militato nell'ELITE? Beh, la forza dei sogni è qualcosa di straordinario ma questa community avrà ancora voglia di sognare?

Un tizio della mia stessa unità mi si avvicina sorridendo, è Vajura, nabbo anche lui ma d'antica fattura.
- Allora Castell, ci abbiamo provato eh? E tu hai pure messo 25kk senza l'ombra di una medaglia al valore... - mentre mi parla scrive freneticamente su un block-notes
- Non sono le medaglie a contare, le medaglie servono agli esibizionisti. Chi dà davvero il proprio contributo lo fa senza voler che si venga a sapere. Lo fa nell'ombra e nella polvere, e la vittoria apparitene di più a lui che a tanti altri. -
Vajura mi guarda come se non avesse capito, poi sorride e si congeda con un cenno della mano.

Mi guardo attorno. Non lontano da me Yamisuke, vestito con uniformi d'altritempi, sta arringando i soldati sconfortati da questa sconfitta ma nessuno sembra comprendere: forse non dovrebbe parlare in giapponese all'esercito italiano. Accanto a me Stedee e ziotony si passano una bottiglia di un qualche liquore scadente e me ne offrono un po'. Rifiuto.

Al di là delle colline gli Sloveni devono essere vicini, sento ancora abbastanza bene i colpi della loro artiglieria made in Poland.

L'esercito sonnacchioso si riorganizza e risorge un'antica speranza. Si dice che è prevista neve e che ciò rallenterà le operazioni fino a fermarle.
E' prevista neve, ma domani farà bello.


Un areo passa sopra di me e sento i suoi occupanti che mi salutano entusiasti. Forse i nostri governi dovrebbero ritrovare l'entusiasmo delle loro stesse reclute che vanno al fronte. Chi lo sa se qualcuno di quei giovani diverrà eroe di guerra... Chi lo sa se l'Italia si rialzerà, ancora. Lucido l'AK 47 ricordo di tante battaglie e sorrido a un cittadino che mi offre del pane. Io non ho perso la speranza perchè la forza dei sogni è qualcosa di straordinario ma questa community avrà ancora voglia di sognare?



Spero di non avervi annoiato con questo articolo narrativo e lungo ma mi sentivo ispirato. Tutte i riferimenti a personte o cose realmente esistenti sono decisamente voluti.

Qui trovi i miei vecchi dispacci dal fronte 🙂
Abruzzo '13
Albania / Montenegro '12
Apulia '11
Montenegro '11
Upper Austria '10

Dimmi cosa hai pensato del mio articolo nei commenti 🙂

Omnia nabba nabbis