[eC] - Il sacco di Roma

Day 2,137, 12:24 Published in Italy Italy by Stedee
Quanto espresso in questo articolo non è un'elaborazione personale, ma un'idea di Feliks Edmundovic, di cui questa proposta rappresenta la sintesi. Egli, avendo CS Francese, non può pubblicare in Italia e, pertanto, scrivo a nome suo.

Sottofondo musicale.

Conoscete la storia?

Un tempo vi era l'Impero Romano. Un possente organismo, tuttavia destinato a consumarsi in se stesso, mastodontico, corrotto e senza futuro.
Nel 410 d.C., i Goti di Alarico saccheggiarono Roma. Ecco dove siamo giunti.

Roma brucia, il Paese decade, sempre più giocatori lasciano nella noia. Un esodo continuo, che ci impedisce di sostenere qualunque babyboom: chi si iscrive trova un paese dilaniato e senza speranze. Nel frattempo, cani randagi, ci accapigliamo per sudici tozzi di pane. Siamo senza prospettive, senza un obiettivo che non sia l'annientamento del proprio nemico interno, senza futuro.
L’Italia è saccheggiata; il nemico spadroneggia sul nostro territorio.

Ma non è ancora finita. Noi, oggi, abbiamo due scelte dinanzi a noi.

Ebbene possiamo restare a rantolare tra le nostre macerie, nell’attesa della prossima sconfitta: piano piano ci spegneremo.

Oppure, noi possiamo metterci in marcia e combattere.

Come, dal momento che noi non possiamo competere in campo aperto con chi ci invade? Lottando dovunque, in tutto il globo. Ogni sera ci raduneremo in chat e faremo la rassegna delle armi e delle risorse che servono per spostarci, poi sceglieremo una battaglia. Quale? Decideremo noi: dove troveremo il punto debole, la battaglia incerta e scomoda, lì piomberemo sul nemico. Tutti assieme, compatti e imprevisti: sera dopo sera, ovunque nel mondo, ovunque i nostri nemici possano perdere terreno.

Torneremo alle funzioni prime di un popolo in marcia: gli esteri faranno da esploratori, il ministero della guerra avrà cura delle strategie e del grosso dell’esercito (disciplinate unità riunite assieme), i comparti degli interni e dell’economia prenderanno in carico l’approvvigionamento, perché l’armata sia efficiente al massimo grado.

Saremo una nazione apolide e micidiale: segnati con terrore perché imprevedibili, sempre in viaggio e sempre in guerra contro chiunque si associ a chi occupa la nostra casa. E così torneremo a vincere: saremo una piccola forza nel mondo, ma organizzati e disciplinati, senza terra e quindi senza niente che possa essere minacciato o debba essere difeso.
Torneremo ad essere temuti dal nemico e richiesti a gran voce dagli alleati, ma saremo sempre noi a decidere quando, come e dove colpire.
Inquadreremo i nuovi arrivati e gli insegneremo a combattere senza sprecare danno, uniti per lasciare il segno; assieme a chi si rivela leale, contro chi ci tradisce.

E dopo molti e lunghi viaggi, veterani di mille battaglie, presto o tardi rientreremo nella nostra casa, e sapremo di essercela meritata.