Ascanio in Alba

Day 2,639, 05:00 Published in Italy Italy by Luifra

Salve italiani, dopo il primo articolo che potete rileggere qui, oggi esce il secondo volume della raccolte sulle "feste teatrali" o "serenate", senza dilungarci troppo passiamo all'analisi dell'opera.




Ascanio in Alba

Ascanio in Alba (K 111) è una "festa o serenata teatrale" in due parti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Giuseppe Parini, eseguita per la prima volta il 17 ottobre 1771 su commissione del governatore generale di Milano, il conte Karl Joseph von Firmian, in occasione dei festeggiamenti per le nozze tra l'arciduca Ferdinando, uno di figli dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, e Maria Ricciarda Beatrice d'Este, nipote del duca di Modena Francesco III. L'opera fu allestita presso il Teatro Regio Ducale di Milano.

Il libretto celebra i coniugi e il loro casato, descrivendo l'unione tra Ascanio e Silvia favorita da Venere. La loro virtù trionfa sull'inquietudine, sulle paure e sull'irrazionalità dell'amore.

I recitativi accompagnati sono percorsi da una trepida palpitazione. Le arie raggiungono un intenso patetismo, che si risolvono in festosi cori finali.

L'organico orchestrale rimane pressochè identico al precedente, quindi abbiamo: 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi e in aggiunta troviamo 2 serpenti, sostituiti oggi da 2 corni inglesi. Per i recitativi il consueto clavicembalo e violoncello.

Personaggi:
- Venere (soprano)
- Ascanio, (mezzosoprano)
- Silvia, Ninfa del Sangue d'Ercole (soprano)
- Aceste, sacerdote (tenore)
- Fauno, uno dei principali pastori (soprano)
- Coro di geni, pastori e pastorelle


GENESI DELL'OPERA

Il successo di Mitridate, re di Ponto, nel dicembre 1770, aprì al giovane Mozart la strada per un’altra importante commissione. Nel marzo 1771 il compositore, allora quindicenne, ebbe dall’imperatrice Maria Teresa l’incarico ufficiale di comporre una serenata per le nozze tra Maria Ricciarda Beatrice d’Este, principessa di Modena, e l’arciduca Ferdinando d’Austria, terzo figlio di Maria Teresa, governatore della Lombardia sotto il dominio austriaco. Si trattava di scrivere una “serenata drammatica”, altrimenti detta “festa teatrale”, seguendo un’usanza largamente impiegata per celebrare matrimoni, nascite, onomastici di membri della famiglia imperiale austriaca. La festa teatrale – un genere ibrido tra la cantata encomiastica e il dramma per musica – permetteva di tributare un omaggio alle persone festeggiate, filtrato da un’ambientazione pastorale allegorica; più breve di un’opera seria, puntava sugli elementi esteriori più che sul dramma in senso stretto: vi abbondavano cori e balli con contorno di geni, grazie, ninfe e pastori, e vi giocavano un ruolo di rilievo scenografie e macchine teatrali. I festeggiamenti legati alle nozze imperiali, che si sarebbero celebrate a Milano nell’ottobre del 1771, prevedevano una nuova opera seria (per la quale fu ingaggiato Johann Adolf Hasse) e uno spettacolo secondario, la festa teatrale commissionata a Mozart e intitolata Ascanio in Alba, su un libretto del poeta “ufficiale” Giuseppe Parini. Entrambi i lavori sarebbero stati rappresentati al Regio Teatro Ducale di Milano.

TRAMA

La dea Venere mostra a suo figlio Ascanio il paesaggio ameno dove sorgerà la città di Alba, in uno scenario bucolico popolato da Ninfe e Pastori, dove ella è venerata e su cui Ascanio dovrà regnare dopo aver sposato Silvia, la Ninfa della stirpe di Ercole, che gli è stata promessa.
Ascanio è preoccupato perché Silvia non lo conosce; la madre gli rivela che da quattro anni Amore appare in sogno alla Ninfa con le fattezze dello stesso Ascanio e ne ha conquistato il cuore. Ascanio potrà parlare alla Ninfa senza però rivelarsi.
Il sacerdote Aceste intanto sta facendo i preparativi per le nozze; Fauno e i Pastori cantano le lodi a Venere. Silvia vede Ascanio e rimane profondamente turbata: lo desidera ma pensa di essere promessa ad un altro. Aceste la tranquillizza.
Silvia e i Pastori si preparano ad accogliere la dea con cori e ghirlande di fiori. Venere compie un miracolo: tramuta gli alberi in colonne. Silvia viene condotta da Fauno al Sacro Monte.
Dal momento che Ascanio ancora non può rivelarsi, Silvia si convince di essere stata ingannata. Ascanio cerca di parlarle ma lei fugge via.
Pastori, Ninfe e Pastorelle, e in seguito anche Aceste e Silvia, intonano magnifici cori in onore della dea. Le nubi si squarciano e la dea appare in tutto il suo splendore accompagnata da Grazie e Geni. Ascanio rivela la sua identità e con Silvia e Aceste espongono i loro sentimenti e ringraziano Venere. Al loro si aggiunge il coro solenne di Grazie, Geni, Pastori e Ninfe.

CONSIDERAZIONI SULL'OPERA

Le lettere di Wolfgang e del padre Leopold permettono di seguire con precisione, in tutte le sue fasi, la genesi della festa teatrale. Mozart si mise all’opera ai primi di settembre, appena ricevuto il libretto approvato dalla corte viennese, e portò rapidamente a termine il proprio compito. Contrariamente all’uso compose anche i balli, che solitamente erano lasciati a qualche collaboratore. I festeggiamenti ebbero inizio il 15 ottobre 1771, con la celebrazione del matrimonio; la sera del 16 si diede l’opera principale, Il Ruggiero, e il giorno dopo la festa teatrale di Mozart. Ne furono interpreti artisti di prim’ordine, fra i quali spiccavano il primo uomo Giovanni Manzuoli, il soprano Geltrude Falchini nella parte di Venere e il soprano Antonia Maria Girelli in quella di Silvia. La coreografia dei balli fu curata da Jean Favier e Charles Le Picq. Il lavoro del giovane compositore – che destò l’entusiasmo di tutti, coppia reale compresa – fu ripreso nei giorni successivi, tanto che alla fine del mese se ne contarono altre quattro rappresentazioni. Stando alla testimonianza di Leopold, Ascanio in Alba ebbe un successo tale da eclissare l’opera di Hasse (che non poteva vantare altrettanta modernità stilistica). Com’è noto, è in quell’occasione che l’arciduca propose alla madre, senza successo, di prendere al proprio servizio il giovane musicista.

Come vuole il genere, la trama di Ascanio in Alba è ben poco consistente: l’azione consiste in una retorica celebrazione della virtù che vince sulla forza dell’eros, o della ragione che ha la meglio sull’irrazionalità. In questa scontata vittoria del dovere sulle inclinazioni personali, si attua il gioco dei rimandi tra la vicenda pastorale posta sulla scena e i nobili dedicatari. Venere allude chiaramente a Maria Teresa, la tessitrice del matrimonio dalla lontana Vienna;Ascanio e Silvia raffigurano i due sposi. Ma è l’azione stessa che tratteggia, per via allegorica, i casi legati agli Asburgo: Ascanio, fondatore della nuova città di Alba, rappresenta l’arciduca Ferdinando, che in Italia avrebbe dovuto gettare le fondamenta di uno stato asburgico (il matrimonio con la principessa d’Este ne era il presupposto). E come la vera sposa, Silvia non conosce il suo futuro marito fino al momento delle nozze.

Come il soggetto allegorico, anche la forma esterna della musica è tipica del genere: Ascanio in Alba consta di recitativi secchi (che diventano recitativi accompagnati nei momenti di maggiore intensità emotiva) e di un’equilibrata alternanza di arie e cori. Questi ultimi, presenti in gran quantità (nella partitura si contano ben sedici interventi corali), sono associati nella maggior parte dei casi alla danza, così da enfatizzare ulteriormente gli apparati visivi e spettacolari della rappresentazione. Le arie sono in forma tripartita, all’uso dell’opera seria dell’epoca; ma nessuna di esse è posta in fine di scena: il disegno architettonico complessivo si premura di evitare le caratteristiche cesure drammatiche determinate dall’uscita del cantante al termine della sua esibizione canora. La musica delle arie, attenta ai trapassi emotivi, alle inquietudini, alle palpitazioni giovanili (si ascolti l’aria di Silvia «Infelici affetti miei», dolcemente incalzante), mostra quanto rapidamente il giovane Mozart avesse assimilato il mestiere dei compositori d’opera italiani del tempo. Ma l’attenzione per la scrittura orchestrale, la viva concitazione ritmica, la ricchezza di spunti motivici (spesso è l’orchestra che si assume il compito di individuare il clima drammatico-affettivo del momento), mostrano come l’esperienza italiana di Mozart fosse nutrita, e fecondata, dall’esercizio sinfonico nel quale il salisburghese era ormai più che navigato.

Si ringrazia: Wikipedia, Enciclopedia della musica e dello spettacolo (Garzanti) e "Petrucci Music Library" per la partitura.

Spero vi sia piaciuto questo secondo articolo e auspico che continuerete a seguire i successivi numeri. 🙂

Luifra

P.S. Lasciate come sempre un commento 😃

Per gli shout culturali
Ascanio in Alba
http://www.erepublik.com/it/article/ascanio-in-alba-2495931/1/20

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Il sogno di Scipione