Il Sogno di Scipione [presentazione progetto e primo articolo]

Day 2,637, 06:43 Published in Italy Italy by Luifra

Salve cittadini e-italiani, dopo il primo articolo di "prova" apre ufficialmente "Atlante Storico Musicale", una raccolta delle opere più conosciute e non approfondita con l'ausilio di libretti, partiture, edizioni critiche e siti d'opera.
Voglio precisare che quello che andrò a scrivere sarà frutto di una sintesi delle varie fonti su cui mi attingerò, personali e non.

La prima raccolta avrà come tema le "feste teatrali o serenate" e tratteremo di tre opere: "Il sogno di Scipione", "Il rè pastore" e "Ascanio in Alba" scritte da Wolfgang Amadeus Mozart.




Il sogno di Scipione

Il sogno di Scipione, K 126, è una "serenata drammatica" in un atto di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Pietro Metastasio. L'opera si sarebbe dovuta rappresentare in occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della consacrazione sacerdotale del vescovo-conte di Salisburgo Sigismondo von Schrattenbach, nel 1772. Il 16 dicembre del 1771 lo Schrattenbach moriva e il successore, Hieronymus conte Colloredo, poco gradito ai Mozart, venne scelto nel marzo dell'anno seguente.

Per via della sua avarizia e del suo scarso interesse per le arti l'opera non venne probabilmente mai eseguita integralmente, nemmeno per le feste per l'intronizzazione. La prima esecuzione moderna ebbe luogo in forma di oratorio durante la settimana mozartiana del 1979. Dopo una esecuzione amatoriale a Bayreuth nel 1982 seguì la prima esecuzione in forma scenica nel 1984 nell'ambito del II festival di Vicenza. Un'esecuzione de Il Sogno è stata realizzata nel mese di agosto 2001 a Utrecht nella Chiesa di Maria Minore, sotto la direzione del M° Jed Wentz (Musica ad Rhenum).

L'organico orchestrale rispecchia quello della seconda metà del '700 con la presenza di 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi e per i recitativi secchi clavicembalo e violoncello.

L'overture, o più propriamente sinfonia secondo lo stile operistico italiano, è strutturata in due tempi: Allegro moderato e Adagio, si sviluppa su un tema molto semplice sull'accordo di Re maggiore e, confluisce con l'adagio nel pieno della vicenda. I primi personaggi che troviamo sono Scipione l'Africano e le Dee Fortuna e Costanza. Quest'ultime si contendono il generale romano e cercano di farlo diventare loro adepto, ed entrambe gli offrono la felicità. Scipione inizialmente confuso e stupito chiede alle due divinità di lasciargli il tempo per capire la situazione (N. 1 Aria Risolver non osa confusa la mente).
Dopo questo, Costanza e Fortuna acconsentono alle richieste di Scipione, ma che siano brevi (N. 2 Aria: Lieve sono al par del vento (Fortuna) e N. 3 Aria: Ciglio che al sol si gira (Costanza).

Successivamente Scipione e le dee lasciano la casa di Massinissa e entrano nei Campi Elisi accolti dagli eroi romani che inviatano il generale da loro perchè "vieni che in ciel straniero/il nome tuo non è" e in quel loco può trovare le orme dei suoi avi (N. 4 Coro: Germe di cento eroi). Il primo spirito che Scipione vede è quello del suo avo Publio, domator dell'Africa, che gli rammenda che non è morto, anche se fu disciolto in cenere, e che, se anche Scipione vuole raggiungerlo, deve ricordarsi dei suovi avi (N. 5 Aria: Se vuoi che te raccolgano (Publio). Scipione cerca invano tra le schiere di eroi suo padre Emilio, senza badare alle richieste di Fortuna di affrettarsi a decidere, riconoscendo infine il padre rimane stupito da quello che sta vedendo lassù, ma il padre lo rassicura facendogli vedere la Terra che non è che un piccolo punto dove sono racchiusi il Tevere, Roma, le province e gli altri regni. Scipione alla vista della Terra ne rimane intristito per i fasti che il genere umano fa ma Emilio spera che un giorno anche il figlio possa vedere quello che lui può vedere ed ascoltare (N. 6 Aria: Voi colaggiù ridete (Emilio).
Scipione alle parole del padre vorrebbe rimanere lì ma Fortuna, Costanza , Publio ed Emilio gli ricordano che ancora non gli è permesso e che non basta ancora ai disegni del fato e al ben di Roma (Recitativo accompagnato: Se l'empio Silla e N. 7 Aria: Quercia annosa su l'erte pendici (Publio). Scipione decide di non opporsi al volere del fato ma Fortuna e Costanza gli ordinano di decidere perchè non c'è più tempo (N. 8 Aria: A chi serena io miro (Fortuna) e N. 9 Aria: Biancheggia in mar lo scoglio (Costanza). Scipione decide di diventare fedele a Costanza (N. 10 Aria: Dì che sei l'arbitra (Scipione) e scaccia Fortuna (Recitativo accompagnato: E ben, provami avversa (Fortuna e Scipione).
Improvvisamente Scipione si risveglia dal sonno e si ritrova di nuovo nella reggia di Massinissa e riconosce nel sogno un messaggio degli dei.

Entra in scena Licenza, l'omaggio personificato, ed espone la morale: il vero protagonista non è Scipione, ma il virtuoso mecenate Sigismondo (Hieronymus). N. 11a Aria della Licenza: I Ah perché cercar degg'io (Soprano), N. 11b Aria della Licenza: II Ah perché cercar degg'io (Soprano) (riscritta per il nuovo arcivescovo Colloredo) e N. 12 Coro: Cento volte con lieto sembiante.

Si ringrazia: wikipedia, Enciclopedia della musica e dello spettacolo (Garzanti) e "Petrucci Music Library" per la partitura.

Spero vi sia piaciuto questo primo articolo e auspico che continuerete a seguire i successivi numeri. 🙂

Luifra

P.S. Lasciate come sempre un commento 😃

Per gli shout culturali
[Presentazione giornale e primo articolo]
http://www.erepublik.com/it/article/presentazione-giornale-e-primo-articolo-2495369/1/20