Una nuova Versailles

Day 168, 07:55 Published in Italy Italy by Rebaf

Ciascuno di noi ricorderà i trattati di pace siglati a Versailles al termine della prima guerra mondiale come uno dei più grandi sbagli delle potenze vincitrici. La Germania viene pesantemente sanzionata come responsabile effettivo dell'ecatombe e si trova ad affrontare anni in cui l'inflazione porta la gente a girare per le strade con carretti di marchi per poterli cambiare in dollari, valuta che aveva un suo valore al contrario dello svalutatissimo marco.

Oggi è successo qualcosa del genere. Inaspettatamente la Svezia ha proposto un trattato di pace alla Germania, esso garantisce la restituzione di tre territori alla Germania a fronte di una serie di clausole limitative. La Germania non potrà siglare accordi di mutuo soccorso con altri stati all'infuori della Svezia, con il paese scandinavo dovrà, inoltre, siglare un patto di non aggressione. Dal punto di vista economica tra i due stati ci sarà un accordo che permetterà i commerci con uno sgravio fiscale assoluto. Infine, come risarcimento di guerra, dovrà pagare 500 gold in quattro settimane. Quali le conseguenza e quali gli scenari che si aprono dopo l'accettazione da parte del presidente tedesco di questo accordo?

Prima di tutto si apre uno scenario interno alla Svezia stessa. La Germania mantiene la propria indipendenza, almeno di facciata, nonostante abbia perso la guerra e ora, oltre a ritrovarsi limitata territorialmente a quattro ragioni, debba affrontare una quasi certa immigrazione svedese incontrollata. In realtà pare chiaro che la Germania sarà unicamente uno stato satellite svedese, i politici tedeschi non conteranno più molto bloccati come sono dall'impossibilità di avere una politica estera autonoma e dall'inflazione che colpirà i mercati tedeschi colpiti dalla mancanza di fondi liquidi. Inoltre con la futura immigrazione la Svezia potrà impiantare le sue industrie in Germania e colonizzare economicamente un paese messo in ginocchio da una guerra causata dalle stesse mire imperialiste della Svezia.

Ad alcuni la mossa svedese, ad un passo dalla vittoria totale, è parsa senza senso. In realtà dimostra una discreta lungimiranza anche nell'ottica dello scacchiere politico-militare mondiale. Conquistare la Germania voleva dire mettere in allarme la Svizzera e, in secondo luogo, l'Alleanza Mediterranea tutta. In questo modo la Svezia, di facciata, può dimostrarsi compassionevole traendone precisi vantaggi. La Germania fungerà da cuscinetto tra il potere scandinavo e l'Alleanza Mediterranea consentendo alla Svezia di concentrarsi sul versante asiatico. Con la fine della guerra d'aggressione norvegese nei confronti della Russia la Norvegia confinerà con il Pakistan provocando inevitabili scontri tra i due grandi blocchi politico-economici più potenti al mondo. La mossa svedese, quindi, pare riflettere un certo interesse verso oriente. Sistemata l'Europa, almeno per il momento, la Svezia non pare intenzionata a cominciare una lunga ed estenuante guerra con le potenze mediterranee ma pare più decisa ad una resa dei conti con i suoi avversari asiatici che, già nella questione sudafricana, hanno dimostrato intraprendenza togliendo il paese africano dall'area di influenza anglo-scandinava.

La firma del presidente Sulla è arrivata intorno alle ore tredici dopo momenti febbrili nei quali non si capiva ancora che se la Germania accettava la resa o avrebbe continuato a combattere fino alla capitolazione. Presidente del "Liberale Union Deutschland" partito conservatore tedesco, Sulla è stato al potere durante la guerra senza, a dire il vero, poter fare molto per quanto riguardasse le sorti del combattimento. La sua accettazione del trattato di pace non è stata facile, messo alle strette dal'ultimatum svedese il cancelliere tedesco ha dovuto decidere senza consultare tutti i rappresentanti degli elettori prendendosi la responsabilità della scelta. Un'analisi politica di questo trattato di pace porta a pensare che Sulla abbia sbagliato cedendo agli svedesi, pensando ad un futuro di guerre continue per la Svezia non sarebbe stato impossibile, magari a fronte dell'aiuto di qulache super potenza, recuperare il terreno perso. Ora la Germania ha perso e non solo la guerra ma anche la propria dignità di nazione, l'economia tarderà a riprendersi e il rischio di una futura e più cospicua colonizzazione svedese si fa grande. Sein passato la Germania era stata fortemente condizionata dalla politica pakistana, ora si ritrova ad essere, sostanzialmente, schiava delle politiche dell'impero scandinavo. Nessuno, comunque, vuole colpevolizzare troppo il presidente tedesco che ha visto nel mero mantenimento territoriale la priorità. Da questo punto di vista fa piacere la pianificazione, che è già attiva nei giornali ufficiali dei partiti e in quelli civili più letti, del ritorno dei tedeschi profughi di guerra. Una consolazione, seppur magra, quella di pensare che ora, almeno, i tedeschi potranno rivedere le loro case.

Solo il tempo ci potrà dire come andranno avanti le cose, alla Germania non rimane che tirare le cinghia e ingoiare la bile che, in futuro, verrà alla gola a causa dell'eccessiva sottomissione alle politiche svedesi.