Una coscienza e-internazionale

Day 178, 08:41 Published in Italy Italy by Rebaf
Nota della redazione di Internazionale

Internazionale tutto vuole ringraziare i suoi lettori e abbonati, abbiamo raggiunto quota 43 abbonati finendo nella top ten dei giornali più seguiti in Italia. "Siamo molto orgogliosi di questo," dice il presidente intervistato dai suoi stessi giornalisti "Speriamo di continuare così per non tradire la fiducia che hanno riposto in noi gli eitaliani che ci leggono. Per il futuro possiamo dire che puntiamo a migliorare la qualità degli articoli con un'apertura anche verso realtà poco conosciute come quella sudamericana o con un maggior numero di interviste e retrospettive riguardanti anche la nostra Italia. Lo spazio alla politica estera rimarrà comunque privilegiato, noi di Internazionale crediamo fortemente che la conoscenza della geopolitica sia fondamentale per un efficace analisi critica dell'emondo. Avverto anche che prossimamente ci sarà un restyling grafico del giornale, abbiamo intenzione di inserire, almeno una volta a settimana, un numero di Internazionale più corposo, diviso in rubriche fisse in cui potrete intervenire anche voi, miei cari lettori".

Attualità

La guerra tra Romania ed Ucraina continua in una scenario quasi surreale a causa della criticata entrata in guerra Turca. Il problema nasce nel momento in cui la Turchia ha due patti di alleanza sia con la Romania che con l'Ucraina, i primi hanno attaccato l'Ucarina con l'intenzione di fondere i due stati e di portare un avanzamento (ospedali, case e mercati con ogni tipo di merce disponibile) e un miglioramento dello stile di vita nella repubblica ex sovietica. I cittadini ucraini, tuttavia, non sentono lora questa politica rumena e preferirebbero mantenere la propria indipendenza. E' a questo punto che entra in gioco la Turchia come terzo polo della guerra, nonostante sia alleata con entrambe le nazioni i turchi entrano in campo aiutando l'Ucraina che, difatti, sta solamente difendendosi in una guerra d'aggressione senza un reale casus belli. L'opinione pubblica rumena ha più e più volte accusato i turchi di essere dei voltagabbana e dei traditori, la cosa pare più pero' propaganda per la cause rumena più che reale scorno con i propri alleati. La Turchia ha scelto la cosa più moralmente giusta da fare, la Romania ha attaccato senza casus belli e i turchi si sono sentiti moralmente in obbligo di aiutare l'Ucraina. In ogni caso la Turchia non ha i mezzi per contrapporsi ad una nazione che, anche se da poco, è entrata a far parte della "top five" delle nazioni più popolose e, quindi, con più risorse umane da poter sfruttare. L'ennesima guerra imperialista si consumerà con una probabilissima vittoria rumena, noi di Internazionale non possiamo altro che sperare che i proclami rumeni di voler aiutare i cittadini ucraini siano veri e non risultino essere solo parole al vento.

Tutto ciò ci porta ad una considerazione di più ampio respiro. In questa situazione di guerre continue e di intricate ragnatele di patti di mutuo soccorso (cfr http://two.xthost.info/gacoperz/network.png), è possibile auspicare ad un crearsi di una sorta di coscienza internazionale in grado di istituzionalizzarsi in una sorta di consesso di tutte le potenze democratiche del mondo? L'unione di tutti gli stati che dovrebbero firmare una carta dei diritti principali di un ecittadino e che potrebbe avere milizie in grado di andare ad aiutare chi si vede leso proprio in quei diritti universali che tutti dovrebbero riconoscere. Libertà di stampa, libertà all'auto-determinazione e alla propria realizzazione sono sempre più nelle mani di veri e propri liberticidi, teorici di un concreto imperialismo che schiaccia sotto i piedi i più piccoli e maggiormente impossiblitati a difendere con efficienza le proprie nazioni. La comunità internazionale deve unirsi e far sentire la sua voce, acquisire in autorevolezza in modo da poter fungere da futuro mediatore di controversie diplomatiche, bisogna che figure imparziali possano cominciare ad agire nel bene dell'e-mondo tutto, evitando un futuro ben poco roseo già approfonditamente descritto negli scorsi numeri di Internazionale.