Takeover, guerre di invasione e immigrazioni: mali di primavera?

Day 167, 05:12 Published in Italy Italy by Rebaf

Nello scorso breve articolo abbiamo voluto dare un assaggio di quali argomenti vuole trattare questo nuovo giornale eitaliano. Nel prossimo articolo Internazionale si propone di analizzare in modo dettagliato alcune delle tematiche già espresse grazie anche ad un'attenta analisi delle fonti dirette di chi sta vivendo quei fatti sulla propria pelle.

Avevamo parlato di Indonesia e Sud Africa e, qualcuno, potrebbe chiedersi se non stiamo speculando su cose lontane da noi. In realtà questi fatti diventano immediatamente legati a doppio filo con quelli delle politiche imperialiste delle super-potenze scandinave, in primis le recenti guerre Svezia-Danimarca e Svezia-Germania e Norvegia-Russia. Volendo prendere un punto di inizio potremmo farlo con l'invasione da parte dell'Indonesia nei confronti dell'Australia, senza opporre troppa resistenza l'isola-continente dell'Oceania ha ceduto completamente alle truppe indonesiane che si sono immediatamente installate nei territori australiani cominciando una vera e propria occupazione. Se andiamo a guardare nei comunicati ufficiali del governo indonesiano o di personalità vicine ad esso, possiamo notare come a parola l'Indonesia stia tentando un approccio di pacifica convivenza con gli australiani appena conquistati. Proclami di uguaglianza, di voler riconoscere in pieno i diritti degli australiani, di considerarli cittadini indonesiani allo stesso modo di tutti gli altri, sono stati fatti in numerosi giornali indonesiani. Peccato che la realtà delle cose non sembra confermare le ottime intenzioni indonesiane. In un giornale australiano in Indonesia, una sorta di voce della comunità australiana occupata, si parla molto di un grave problema: la mancanza di cibo per gli australiani (in un articolo si fa un vero e proprio appello per la produzione di cibo a basso costo per gli australiani che non hanno di che sopravvivere). Da qui possiamo arrivare ad apprendere altri gravi problemi della comunità australiana: la lingua, ad esempio. Spesso e volentieri in Indonesia si parla la lingua madre e l'inglese, spesso proprio nei confronti degli australiani, non viene usato. Una vera e propria ghetizzazione linguistica attuata nei confronti di una minoranza conquistata con l'uso della forza, perchè, non dimentichiamocelo, nonostante i proclami di cui abbiamo detto quella dell'Australia è rimasta una occupazione bella e buona. L'Australia, innocente, ora si vede discriminata, i suoi cittadini hanno un tasso di disoccupazione altissimo e i rapporti con l'Indonesia si stanno facendo tesi. Molti australiani, ora, stanno emigrando dall'Australia verso l'Indonesia (Jakarta ed altre grande città) sperando di riuscire a poter vivere meglio. Questa, pero', non pare la soluzione dato che con questa immigrazione ogni singolo problema di cui abbiamo detto viene accentuato grazie ad un immobilistico governo indonesiano che si limita ai proclami buoni solo per una informazione di regime e propaganda di una grande unione indo-australiana che invece non esiste.

Dopo la conquista dell'Australia le mire indonesiane si sono rivolte verso il Sud Africa, in cui da tempo la vita politica era pesantemente condizionata da Regno Unito e paesi scandinavi. E' qui che entra in gioco la tattica del Takeover. La questione Sud Africa va poi ad incastrarsi anche con le guerre europee in un quasi incomprensibile gioco di alleanze e patti di mutua protezione non rispettati o sciolti al momento più opportuno. Il Sud Africa, sentendosi minacciato, comincia a cercare aiuto tra i suoi patti di mutua protezione, la prima occhiata va rivolta verso la Danimarca che, pero', in quel momento sta affrontando una dura guerra contro la Svezia con la quale, stranamente (?), subito dopo la guerra dano-svedese il Sud Africa sigla una nuova alleanza. Da patti precedenti, inoltre, il Sud Africa riesce a far valere anche le alleanze con Regno Unito, Norvegia e Venezuela. Tutto ciò parrebbe decisamente destabilizzante nell'equilibrio mondiale, paesi scandinavi forti alleati di una realtà come quella del Sud Africa. Nel frattempo, con lo scoppio della guerra Svezia-Germania e Norvegia-Russia, l'Indonesia decide di accettare le chiamate d'aiuto tedesche e russe per fungere da contrappeso allo strapotere scandinavo sia a livello militare che diplomatico. In tutto questo entra in gioco il takeover politico.

Con le elezioni alle porte l'Indonesia, che non vuole per il momento affrontare una guerra lunga e sanguinosa contro gli scandinavi, decide di optare per una subdola e silenziosa strategia. Molti indonesiani emigrano in Sud Africa, bastano due biglietti e poi subito acquisiscono la cittadinanza, immediatamente viene eletto un presidente fantoccio e il Sud Africa, improvvisamente, diventa uno stato satellite indonesiano sotto l'egida di un discutibilissimo African National Congress in cui si proclama la ricerca di una libertà (quale?) per i sudafricani. Ovviamente tutti i patti di mutua protezione sono stati immediatamente sciolti da parte del nuovo presidente sudafricano. Anche qua, come è già capitato in Australia, i proclami di liberazione da parte dell'Indonesia paiono posticci e poco veritieri. Il Sud Africa pare condannato ad un'eterna influenza di poteri più grandi di lui, ora il suo oro, risorsa primaria per uno stato, è diventato tutto indonesiano e il popolo sudafricano non è più sovrano (se mai, poi, lo è stato negli ultimi mesi).

Con le recenti elezioni in Indonesia è andato al potere un partito che si dichiara socialista. Ciò che ci chiediamo noi di Internazionale, allora, è questo: cosa significa socialismo nell'emondo? Socialismo non deve e può essere imperialismo becero, ma dovrebbe esere internazionalismo e collaborazione per la libertà dei popoli sovrani. E allora? Che quella del socialismo indonesiano sia una facciata pare chiaro, ma per quanto, ancora, noi tutti dobbiamo assistere a cose del genere? C'è la vera e propria necessità che si formi una comunità internazionale attenta a fatti di questo genere e che organi di stampa liberi possano informare i cittadini di tutto l'emondo.

Una storia analoga è accaduta tra Pakistan e China, qua le cose paiono un po' più complicate perchè al takeover politico si unisce anche un pericolosissimo culto della personalità del leader pakistano. La cricca di 4chan comanda il Pakistan senza se e senza ma, i suoi leader sono quasi divinità e si arriva fino a quando Dio Brando, per lungo tempo presidente pakistano, decide di formare una vera e propria squadra di elitè militare a proteggerlo. Anche qui i, seppur pochi, cittadini cinesi sono stati attirati da promesse: emigrate e in Pakistan potrete trovare lavoro e benessere. La cosa, ovviamente, non è molto veritiera e tutto è apparso più che altro uno specchietto per le allodole in grado di aumentare la forza lavoro pakistana. Pakistan e totalitarismi sarà un argomento che in futuro tratteremo ancora, per ora vogliamo solo porre l'accento sull'ultimo grave fatto che riguarda takeover, immigrazioni e guerre di invasione: il conflitto turco-israeliano. Israele, ormai, non esiste più completamente inglobata nella nazione turca. Pochissimo sappiamo, sia dai media che dai diretti cittadini, di cosa stia accadendo ma è stata una dichiarazione sul forum a far riflettere Internazionale su quello che sta realmente accadendo. In una sorta di accorato appello gli israeliani hanno denunciato il comportamento anti-umano turco, ogni più basilare diritto di libertà che dovrebbe essere garantito a tutti è oggi negato ai cittadini israeliani occupati dall'imperialismo turco. Siamo addiritura arrivati alla follia di integrare nella bandiera turca quella israeliana, ovviamente non si tratta della bandiera ufficiale ma già solo l'idea deve far rabbrividere: la sovranità di uno stato ridotta in briciole e i suoi cittadini diventati, sostanzialmente, schiavi a casa di una gravissima invasione militare.

Il mondo è in fiamme, le guerre continuano e a tutti questi sporchi giochi politici si lega, per l'appunto, il fenomeno dell'immigrazione. Se, fino ad ora, esso lo abbiamo visto come movimento di popolazione verso lidi più felici, e così sembra essere quando, ad esempio, vediamo australiani volare verso Jakarte, correlati ai takeover esso assume anche un peso politico non di poco. Il takeover in Sudafrica è stato forse il più ecclatante e ci deve porre un interrogatorio. E' giusto che tutti possano votare immediatamente? E' giusto che un takeover possa essere possibile? Non sarebbe giusto mettere un limite di giorni, una sorta di raggiungimento della maggiore età in gioco, per poter votare? Il Sudafrica si è sempre visto governare da interessi più grandi di lui, quando finalmente il suo popolo potrà tornare sovrano scrollandosi di dosso l'imperialismo scandinavo e asiatico?

Nel frattempo noi auspichiamo che l'Alleanza del Mediterraneo si faccia sentire su queste tematiche, c'è bisogno di qualcuno che si faccia paladino di una certa eticità nella gestione della cosa pubblica e nei rapporti con gli altri paesi. Takeover, invasioni e immigrazioni a fini politici stanno rendendo questo nostro e-mondo peggiore. E' un qualcosa che ci deve far riflettere.