Qualche riflessione sparsa e criptica.

Day 526, 09:31 Published in Italy Italy by flaviocin

Ci sono tante e tante cose da dire ultimamente...

Intanto una piccola info: sono stanco, ho una real life impegnativa e mi sono preso una vacanzina dal PCE e dalla Commissione Sviluppo, per cui rimando riflessioni e interventi nei luoghi appropriati a riguardo degli argomenti politici e governativi ai prossimi giorni, quando mi prenderò del tempo per ritornare attivo e propositivo e lavorativo come prima (interessa a pochi ma quei pochi ora lo sanno 😉).



1- Sono un po' stanco... Non tanto di eRepublik, che continuo a ritenere un ottimo gioco dal potenziale infinito nonostante i bug e le features limitate (ma non è lo stesso anche in real life, se ci pensate..?), ma stanco proprio del clima e dei meccanismi che si sono creati in eItalia, anche quelli, purtroppo, molto simili a quelli della real life: pressapochismo, qualunquismo, partigianeria strumentale (ma queste in fondo sono cose affrontabili e risolvibili con un impegno opposto e costante), ma, sopratttutto, la stessa sindrome che vedo in real life del "richiamo del pifferaio magico".



Sarà colpa dei tempi di eRepublik, sarà colpa forse del carattere impetuoso dell'età media in eItalia, sarà forse colpa della mancanza di formazione che i tempi e i ricicli di eRepublik rendono difficile da perseguire, sarà forse colpa delle sirene dei flames che attraggono e distraggono dalla serena e calma riflessione necessaria a non vivere tutto come una competizione, ma anche qui in eRepublik si va a mode e a richiami dei media.



Campagne mediatiche, riflettori accesi solo su alcune cose, pochi programmi di lunga durata se non nel buio delle stanze chiuse dove si lavora e ci si sbatte (o dove si ordiscono trame e piani di conquista del mondo...) mentre fuori dalle caverne di Platone chi sta
in altre caverne non collettive vede solo riflessi poco chiari e ombre indistinte e lontane.



Come al solito preferisco essere criptico e esoterico piuttosto che diretto e essoterico.



Perchè credo in quel che definisco "il potere delle parole", la capacità di influenzare il pensiero e le percezioni e sinceramente non voglio prendermene la responsabilità senza essere prima ragionevolmente sicuro di riuscire a ottenere risultati positivi per tutti e non solo per il mio ego o il mio gruppo.

Si fa fatica, lo sapete, a lavorare in gruppo, io soprattutto mi devo sforzare parecchio, insofferente come sono.
Machissenefrega in fondo. Tutto questo doveva essere introduzione...



Di sicuro ci sono due cose che mi sento di dire e non sono neanche mie, ma sedimentazione dei dibattiti qui in eItalia.



Una sulla questione ministeri e "Stato": finchè non si creerà una vera leva di funzionari nei ministeri chiave (Economia, Sviluppo, Welfare), a ogni cambio di governo si rischierà di dover riorganizzare tutto da capo o quasi. La continuità, a mio avviso, non devono farla le persone, mutevoli e non affidabili come è giusto che siano, ma i metodi e le procedure di lavoro testate.
Questo in Ministero dello Sviluppo, che è quello in cui lavoro e quindi conosco per diretta esperienza, lo stiamo facendo, e in questo il sistema delle Commissioni è perfetto (e sta funzionando).



(Piccolo inciso: le Commissioni non sono luoghi dove "si decide in tanti allungando i tempi".. lol 🙂
Le Commissioni servono a dividersi i lavori da fare per farne di più e a mettere insieme le teste per migliorare le idee da realizzare.
nei minitseri non è questione di "decidere".. è questione di "fare"...)



Ovviamente i funzionari dovrebbero assicurare la continuità al di là degli eventuali cambi di governo: ai funzionari il lavoro quotidiano, ai ministri e vice la direzione politica delle scelte di corso e la responsabilità di quelle scelte e del funzionamento dei funzionari; le proposte di cambiamento e miglioria a entrambi i ruoli e anche a chi sta fuori dai ministeri e ha proposte da fare.
Perchè in fondo lo Stato eItaliano è di tutti, al di là della gestione politica, e perlomeno questo, in eItalia, sembra una cosa acquisita (e non è poco).



Solo un piccolo appunto ai tanti che propongono: non esistono proposte risolutive!
Geniali magari ogni tanto sì, ma risolutive e perfette nella loro prima stesura no: ogni proposta è uno spunto di partenza migliorabile e da migliorare nel confronto e nel lavoro comune, e non nello scontro, con gli altri.



Qual'è allora secondo me il ruolo dei partiti? Farsi la guerra mediatica e propagandistica per imprre le proiprie idee al resto della comunità? No, assolutamente no!
Il ruolo e il senso dei partiti dovrebbe essere quello die ssere comunità di persone che si mettono insieme per elaborare e costruire proposte e migliorie partendo da una base ideale e di scelte comune. Luoghi di elaborazione e unione degli sforzi.
Ogni partito poi dovrebbe collaborare con gli altri partendo dalla propria prospettiva ma non facendo guerre, ma utilizzando il confornto e la discussione nel merito non per vioncere o per perdere una qualche gara di retorica, ma per migliorare le condizioni esistenti (sempre che quello sia lo scopo del partito, ovvio che se lo scopo del parito è conquistare il poetere per fare i propri comdi e arricchire i propri membri gli strumenti saranno diversi... ma io parlo di partiti che abbiano come scopo il "bene comune").
Chiaro che ci saranno poi dei momenti dove sclete dirimenti sulla direzione da prendere vedranno contrapporsi visioni e scopi diversi su quello che deve essere lo Stato, o il modo di giocare a eRepublik e altro, ma quei momenti sono ovvi nel momento in cui ci sono visioni diverse, ma non riguardano certo il quotidiano.



Quello che manca qui in eItalia è il confronto delle idee: una discussione ampia e alta sui grandi sistemi di eRepublik e sulle scelte e il senso che biosgna dare allo Stato, all'Economia, al Divertimento... discussioni che vengono spesso posposte alle necessità impellenti, per esempio di propaganda, e avere elezioni ogni 15 giorni certo non aiuta.
certo è che mancano luoghi, spazi e momenti di discussione aperta e coinvolgente, senza scopi immediati: discussione culturale e cultura, insomma, qui in eItalia.

E qui mi collego alla seconda cosa che volevo dire, che è sull'economia in eItalia: l'economia è un gran casino qui in eItalia... prezzi bassi, salari mediamente alti, troppe aziende, poche aziende grosse che tengono in mano, più o meno, il mercato...



Ci sarebbe da capire, e discutere, se e come intervenire, in che modo e per che scopi... Ma, appunto, bisognerebbe prima conforntarsi, discuetere e chiaririsi su quale dev'essere (o vogliamo che sia) lo scopo dell'economia in eItalia, sia come privati cittadini, sia come imprenditori che come Stato e partiti.
Qualche idea ce l'ho, non sono verità rivelate nè grandi proposte o mega soluzioni, perchè ripeto, le soluzioni si celgono e si cercano in base a quello che si vuole fare...

Butto lì qualche domanda e un paio di certezze...

Prima le certezze: ai nuovi imprenditori servirebbero consigli esattamente come ai nuovi iscritti, e questo è sicuramente un compito per il Ministero dello sviluppo. Stiamo ragionando su come strutturare una specie di "Sportello per i nuovi imprenditori" che possa consigliare su quale settore scegliere per aprire nuove aziende basandosi sull'andamento del mercato, come calcolare il punto di pareggio fra costo delle raw e saalari, info di base sul funzionamento di aziende, tasse, salari, organizzazioni etc.
Come al solito, la cosa di cui tenere conto è: "siamo in pochi a sbatterci e ognuno di noi ha almeno 3 incarichi... ci vuole tempo.".
Una cosa del genere tra l'altro è in discussione anche in Congresso: http://www.eitalyforum.altervista.org/phpbb/viewtopic.php?f=101&t=2208&start=0



Seconda certezza: le motivazioni degli imprenditori. Su cosa vogliano gli imprenditori oltre al divertimento quando aprono un'azienda pare abbastanza chiaro: alcuni cercano il guadagno, altri vogliono dare un servizio ai cittadini distribuendo soldi tramite gli stipendi o le merci, altri vogliono supportare progetti personali, o di gruppo, o di partito, o di stato. Magari ci sono anche imprenditori stranieri che aprono o comprano licenze in eItalia solo per disturbare il mercato.
Quello che è certo è che le aziende sono strumenti.

Quello che dobbiamo chiarirci e decidere come nazione è che tipo di strumento vogliamo che sia l'economia per l'eItalia: uno strumento regolato per dare il massimo di stipendi e il minimo di costi merce per i cittadini mettendo in secondo piano il guadagno privato rispetto al benessere comune? O vogliamo che sia principalmemente fonte di guadagno per i privati? Io preferirei chiaramente la prima ipotesi alla seconda, ma credo si possano trovare vie di mezzo accettabili, magari cercando di indirizzare il mercato con un'opera di informazione e consiglio (indirizzo, appunto) da parte dello Stato verso gli imprenditori.



Alcuni potrebbero preferire un mercato che si autoregola totalmente, ma allora bisognerebbe assicurarsi strumenti perchè lo Stato possa essere indipendente dalle fluttuazioni del mercato o dai ricatti eventuali dei grandi gruppi per lo meno per quanto concerne le merci fondamentali: gifts, armi, biglietti, ospedali, sistemi di difesa e case (materie prime comprese).

Grandi questioni, grandi riflessioni e dibatitti da fare, però, per favore, senza partire dalla pessima idea di avere ragione.
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