Polemos e Eirene

Day 187, 13:27 Published in Italy Italy by Rebaf

Sembra strano ma in questi ultimi giorni nessun vento di guerra percuote le tumultuose lande dell'eMondo. Gli antichi greci consideravano la guerra (polemos) come un evento che intrinsecamente faceva parte dell'uomo, il farsi la guerra era la normale condizione in cui un uomo libero di una qualsiasi delle poleis greche si trovava durante la sua vita. La pace (eirene) era invece considerata la anormalità, un periodo di tempo così poco interessante da non essere neanche documentato storiograficamente. Poche sono infatti le nozioni che abbiamo dei tempi di pace e quelle che abbiamo sono tutte legato a doppio filo alle vicende di guerra, basti pensare alle due grandi opere di Erodoto e Tucidide e ai due eventi che in esse sono narrate. Si tratte di guerre e di guerre, o eventi ad essa correlata, parleranno anche i futuri storiografi dell'età tarda e dell'ellenismo.

Tutto ciò ci porta ad una considerazione interna al nostro eMondo. E' possibile trasferire questa sovrastruttura agli ecittadini e ai loro estati? Per noi di Internazionale sì e questo paragone ci affascina assai. Se pensiamo all'uomo libero di una poleis noi sappiamo che il suo massimo grado di realizzazione era quello di possedere una terra e poterla coltivare, per far questo, pero', doveva andare in guerra ed acquisire uno status sociale privilegiato che gli era dato proprio dal fatto stesso di essere un soldato. Gli opliti, di cui tanto negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare, erano nobili che andavano in guerra per preservare il loro status privilegiato, erano la fanteria pesante e con essa una buona polis greca doveva vincere le guerre. Questo fatto pare molto simile all'ebrezza e al militarismo latente che è presente in ogni ecittadino dell'eMondo, chiunque vuole una guerra ed essa stessa lo realizza pienamente nella sua vita politico-civica. Nell'ultima guerra contro la Svizzera gli ecittadini, nonostante le difficoltà, sono stati esaltati dal fatto di aver combattuto per la salvaguardia della propria terra ed è proprio chi è andato al fronte che ne è uscito socialmente vincitore. Chi ha versato il sangue è chi ha diritto di avere una posizione predominante. Questa pare la sovrastruttura ideologica che permea l'ecittadino e, noi di Internazionale, crediamo che la cosa assomigli decisamente alla situazione che si era creata nelle antiche poleis greche.

Pare quindi che questa "eirene" sia solo un momento di anormalità, non la condizione ideale ma unicamente un momento di passaggio tra le guerre appena passate e quelle che, in futuro, arriveranno. Noi di Internazionale non siamo ovviamente d'accordo con questa visione, siamo per un pacifismo più totale e vorremmo che questa pace sia per sempre; tuttavia non siamo così ottusi dal non vedere i processi socio-culturali che formano le menti dei nostri ecittadini. Se non possiamo accettarli, se non ci possiamo ritrovare, perlomeno tentiamo di studiarli e capirli.