Luglio mese di rivoluzioni e indipendenza

Day 4,974, 15:02 Published in Italy Italy by Marcello Mastroianni

“Quando il popolo teme il governo c’è tirannia.
Quando il governo teme il popolo c’è democrazia”
Thomas Jefferson

Cari amici e lettori affezionati,

Oggi ricordiamo ciò che accadde il 04 luglio 1776 e cioè ben 245 anni fa, ovvero il giorno esatto in cui i rappresentanti dei coloni americani firmarono la carta con cui rivendicavano la loro indipendenza dai britannici.
La Rivoluzione Americana si andò sviluppando in un periodo compreso tra il 1765 e il 1783, fu quindi un evento epocale che durò ben 18 anni. Questo evento produsse la guerra di indipendenza americana che va dal 1775 al 1783, quindi una guerra dalla durata di ben 8 anni.

Gli Stati Uniti d’America (USA) nascono nel momento in cui venne firmato il trattato che stabilì la completa indipendenza delle colonie americane dalla madrepatria britannica.
Nasce così la prima nazione al mondo fondata su una democrazia liberale di stampo costituzionale.

Fino alla metà del settecento i coloni si erano autogestiti con loro organi rappresentativi che collaboravano con la madrepatria, la quale però lasciava loro ampi margini decisionali.
Col crescere della popolazione coloniale e l’aumento dei traffici commerciali, dopo la metà del settecento, la madrepatria decise di imporre via via un controllo sempre più rigido dal punto di vista decisionale e una maggiore tassazione, oltre a regolamentare in maniera più stringente alcuni obblighi commerciali esistenti.
I coloni dunque si sentirono oppressi da un regime dispotico che percepivano lontano da loro e che vedevano solo come uno sfruttatore sempre più pretenzioso.

Il fatto che i coloni non eleggessero rappresentanti nel parlamento inglese e che i loro organi governativi locali venissero via via indeboliti nelle loro funzioni, fece dapprima crescere la rabbia e poi esplodere la rivolta.
Gli inglesi, invece di cercare un dialogo e giungere a un buon accordo coi coloni americani, si irrigidirono sempre più nelle proprie posizioni, assumendo decisioni via via sempre più liberticide e oppressive verso i locali.
La guerra divenne a questo punto inevitabile.

Si crearono quindi due fazioni tra i coloni americani: la prima, maggioritaria e favorevole alla rivoluzione per giungere all’indipendenza; la seconda minoritaria, più accomodante verso i britannici, denominata dei “lealisti”.

Gli inglesi erano avvantaggiati in quanto potevano armare e rifornire un esercito professionale avendo un impero su diversi continenti. Poterono però contare sempre su un numero di lealisti molto risicato, il che non consentiva loro di controllare adeguatamente alcun territorio delle colonie americane in rivolta.
I rivoluzionari invece potevano contare su un gran numero di volontari, certamente male armati e non adeguatamente addestrati, però volenterosi di rendersi indipendenti.

Il generale Washington era a capo dell’esercito continentale americano mentre il generale e noto stratega Cornwallis guidava gli inglesi.
Gli inglesi ottennero inizialmente vittorie importanti e occuparono gli strategici stati del sud e il porto di New York ma nonostante ciò non riuscirono mai a controllare altri territori.

I rappresentati dei coloni locali formarono quindi un Congresso e assunsero il potere decisionale che venne gestito attraverso il parlamento e il 04 luglio 1776 firmarono la Carta Costituzionale in cui ufficialmente si dichiararono indipendenti dal governo britannico.
I patrioti professavano le filosofie politiche del liberalismo e del repubblicanesimo, rinnegavano ogni forma di monarchia e aristocrazia e sostenevano che tutti gli uomini sono uguali e hanno quindi pari diritti.
La fine della guerra di indipendenza si ebbe quando, il 3 settembre del 1783, venne firmato il trattato di Parigi che rendeva gli ex territori coloniali britannici una nazione a sé stante.

Gli Stati Uniti occuparono quasi tutti i territori a est del fiume Mississippi e a sud dei Grandi Laghi, mentre gli inglesi mantennero il controllo del Canada settentrionale.
La Spagna, che aveva preso parte alla guerra contro il Regno Unito, senza però allearsi con gli Americani, ottenne la Florida.

Al termine della guerra rivoluzionaria, le due fazioni nemiche ripresero gli scambi commerciali fra loro e nel 1789, gli americani firmarono la Costituzione, con la quale istituirono un governo rappresentato da: un Presidente, un organo giuridico nazionale e un congresso bicamerale composto da un Senato che rappresentava gli Stati, e una Camera dei Rappresentanti che si faceva "portavoce" del popolo.

Circa 60.000 dei lealisti emigrarono in altri territori britannici, soprattutto nel Nord America britannico, denominato Canada ma la grande maggioranza di essi decise di rimanere comunque negli Stati Uniti.

Concludiamo così un breve racconto di una grande e storica pagina non solo degli Stati Uniti ma del mondo intero e, dobbiamo ricordarcelo sempre, che molte delle cose contenute in quella Costituzione sono merito anche di un italiano, il noto giurista e filosofo napoletano Gaetano Filangieri che col suo volume “La scienza della legislazione,” influenzò notevolmente il pensiero del Padre Costituente americano Benjamin Franklin, con cui intrattenne per lungo tempo una fitta corrispondenza.

In meno di due secoli, quella che era nata come una piccola e povera nazione sorta sulle rive occidentali dell’Atlantico, diverrà la nazione più potente al mondo dal punto di vista economico, tecnologico, scientifico, militare e culturale.

In un mondo che oggigiorno vede sempre più minacciata la libertà personale, collettiva, economica, culturale, etc., potenze regionali come la Cina e la Russia vorrebbero ambire a divenire potenze globali, sostituendo l’unipolarismo americano con il loro multipolarismo.
Gli Stati Uniti vogliono ancora di più espandere le nazioni con costituzioni democratiche, far evolvere il ruolo della Nato adeguandolo alle sfide attuali e rendere sempre più decisive, nelle decisioni mondiali, le idee dei “Paesi Occidentali” per evitare sempre più un mondo in preda al Caos e consentire la riuscita di un ordine globale di pace e sicurezza.

Il nostro secolo sarà dunque decisivo per la democrazia americana proiettata su scala planetaria.
Chissà cosa ne penserebbero, i Padri Costituenti Americani se vedessero ciò che noi viviamo oggi.
Chissà che giudizio ne darebbero…

“Noi sosteniamo che queste verità sono per sé evidenti: che tutti gli uomini sono creati uguali; che sono dotati dal Creatore di certi diritti inalienabili, tra i quali sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini i governi, che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che, ogni qualvolta una forma di governo diventi perniciosa a questi fini, è nel diritto del popolo di modificarla o di abolirla”
Citazione tratta dal brogliaccio originale della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati uniti d’America
Thomas Jefferson

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Articolo disponibile dal giorno 04.07.2021
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