Il corvo e la volpe

Day 2,989, 03:10 Published in Italy Italy by zefiroit
Un corvo che aveva rubato un pezzo di formaggio
volò su un ramo di un albero.
Una volpe lo vide e volendo per se il formaggio,
si mise a lodare il corvo per la sua eleganza, la sua bellezza,
gli disse che nessuno meglio di lui
poteva essere considerato il Re degli uccelli,
e che lo sarebbe diventato presto...
- Peccato che tu sia muto ! -
Allora il corvo, per far sentire che aveva una bella voce,
spalancò il becco ed emise un grido.
Subito la volpe si precipitò sul formaggio caduto a terra:
- Caro corvo, nulla ti mancherebbe per essere Re,
se avessi un po' di cervello –


La famosa favola di Esopo, Il corvo e la volpe, racconta la seconda parte della storia, quella che a cui ancora non abbiamo assistito.
Ora vi racconto la prima parte.


Quello era proprio un bel giorno. Di quelli che ti alzi e vedi il sole illuminare il mondo, l’arcobaleno solcare il cielo e le stelle mostrare il loro firmamento.

– Come? – direte voi – Il sole, l’arcobaleno e le stelle insieme non è possibile!!! – Nel fantastico mondo dei nostri protagonisti tutto è possibile! Anche il sole, l’arcobaleno e le stelle insieme.

Comunque dicevamo che quello era proprio un bel giorno e in quel giorno un corvo decise di candidarsi a CP, Presidente della Campagna, e quasi non ci credette quando scoprì di aver vinto.

Il corvo era tutto contento e chiamò a raccolta tutti i suoi sodali e annunciò loro: - Nel mio programma c’era una grande festa, se sono stato eletto vuol dire che i cittadini della Campagna vogliono una grande festa e gliela daremo. -

Così decise di organizzare una bella festa per tutto il mese a cui avrebbe invitato tutti gli abitanti della Campagna e chiamò due dei suoi sodali ad aiutarlo: la luna nera doveva informare la popolazione e il papero mascherato aveva il compito di contare tutte le vivande che venivano servite alla gran festa.

Il papero mascherato, però, non sapeva cosa volesse dire contare le vivande ma si vergognava di dirlo per cui accettò facendo finta di niente.

Tutti i giorni il corvo chiedeva al papero mascherato se aveva idea di quanti panini, tricchetracche e dobloni di cioccolato fossero stati dati fino ad allora ma il papero mascherato ogni volta diceva che era stato male, che gli si era rotta l’auto, che il telefonino non prendeva bene, che aveva dovuto accudire il cugino della nipote del cognato della nonna del vicino di casa del suo ex fruttivendolo e che gliel’avrebbe detto il giorno seguente.

Alla fine il corvo era ormai spazientito e non accettò più le scuse del papero mascherato che fu costretto ad ammettere di non avere idea di quanto gli veniva chiesto.

Al corvo caddero le braccia e stava per rimproverare il papero mascherato quando realizzò che fino a quel momento i panini, i tricchetracche e i dobloni di cioccolato della festa erano stati presi dalla sua dispensa.

- Oddio! - disse il povero corvo - Come farò adesso che ho svuotato la mia dispensa! Morirò di fame! –

Proprio in quel momento arrivarono i suoi sodali che gli dissero che il magazzino della Campagna, che era custodita dai Cittadini Meritori, era piena di ogni ben di Dio e che poiché era il Presidente della Campagna bastava chiedere le chiavi al supremo Saggio del Mondo per poter prendere tutto quello che voleva.

E così fece.

Appena ricevute le chiavi, per prima cosa, il corvo si riprese i panini, i tricchetracche e i dobloni di cioccolato che aveva dovuto mettere di tasca sua e in più fece le scorte per proseguire la festa nei giorni successivi.

Alcuni dei Cittadini Meritori se ne accorsero e lo fecero sapere a tutti ma gli altri abitanti erano contenti della festa e chiusero un occhio, anzi due, pur di continuare i bagordi.

Il corvo inizialmente aveva paura che gli abitanti si arrabbiassero e lo cacciassero ma vedendo che la maggioranza dei Cittadini Meritori lo appoggiava ancora si rinfrancò e decise che la festa doveva continuare.

Tuttavia le spese erano ormai senza controllo e le provviste che aveva preso erano oramai finite. E mentre si arrovellava su come fare a continuare la festa, si ricordò del magazzino della Campagna.

Allora prese le chiavi, aprì il magazzino e cominciò a guardarci dentro alla ricerca di qualcosa che potesse soddisfare i suoi sodali e gli abitanti della Campagna che erano ancora più affamati del primo giorno. Cerca che ti ricerca, il suo occhio di rapace cadde su un bel pezzone di formaggio, grandissimo, che avrebbe soddisfatto tutti ben più di quello che aveva già preso.

Un corvo che aveva rubato un pezzo di formaggio volò su un ramo di un albero.
Una volpe lo vide e volendo per se il formaggio,
si mise a lodare il corvo per la sua eleganza, la sua bellezza,
gli disse che nessuno meglio di lui poteva essere considerato il Dittatore della Campagna,
e che lo sarebbe diventato presto...
- Peccato che tu sia muto ! -
Allora il corvo, per far sentire che aveva una bella voce,
spalancò il becco ed emise un grido.
Subito la volpe si precipitò sul formaggio caduto a terra:
- Caro corvo, nulla ti mancherebbe per essere Dittatore, se avessi un po' di cervello –


Quello che manca di capire è chi sarà la volpe. O forse no.