Elezioni primarie 10/09/08 in domus DeI

Day 296, 09:20 Published in Italy Italy by Dark Sky

Come ogni anno da duemila anni si ripete la scena...

Il letto vuoto e già rifatto di Catone è investito dai primi raggi di sole che filtrano dalla finestra...Come ogni mattina il vecchio senatore si è già alzato. Le vecchie abitudini non si perdono e lui era un tipo mattiniero, il tempo è denaro si ripeteva spesso. Alle 08:00 era già pronto, perciò indossato un bel completo scende di casa. Com'è bella Via Lata di prima mattina, cioè Via del Corso, ogni tanto ha ancora qualche flashback dal passato. Ogni tanto passeggiando per le vie di Roma gli sembra di tornare a sentire quell'odore di incenso bruciato nei templi capitolini, quell'odore di travertino e di alloro dei trionfi dei generali, i magnifici duces, e tutti gli odori che si potevano sentire nei fori e nei mercati. Eh si lui è un tipo nostalgico, ma questo non la fa vedere a nessuno, lui è pur sempre il vecchio Catone, determinato e deciso nelle sue idee. Sulla strada chiama un taxi e chiede di raggiungere la sede del suo partito.
Eccoci qui alla sede DeI, un po' scalcinata, un po' rattoppata ma che aspira a recuperare i suoi augusti passati splendori (proprio come lui). Catone è curioso di sapere come sono finite le primarie nel suo partito, non che volesse vincere, si candida solo per non scontentare i suoi elettori. Lo accoglie Cris con volto raggiante, gli stringe energicamente la mano e gli dice "Complimenti presidente!". Catone sorride e ringrazia, avrebbe preferito non vincere, la sua età comincia a pesare, ma è pur vero da tutti quegli impegni riesce sempre a trovare la forza per portarli a termine in maniera egregia. Nella sede c'è clima di festa solo Wolontario è un po' giù, Catone gli si avvicina e come un buon padre inizia a consolarlo e a incoraggiarlo, ricordandogli tutto quello che lui, sebbene così giovane, ha fatto per il nostro piccolo partito, ottenendo in cambio un sincero e filiale sorriso. Che bello Dksh ha organizzato un buffet e per lui hanno anche preparato un po' di mola salsa da condire col garum, i suoi piatti preferiti da ormai più di duemila anni, sa che sono solo per lui, purtroppo la gente di oggi, pensa, non sa apprezzare la nostra antica cucina. Sa che sono solo per lui. Dopo un po' convivialità, arriva il momento solenne, tutti prendono posto e Catone viene invitato da Dark Sky sul palco per pronunciare il suo solito discorso. Catone lentamente si avvia e guarda il suo uditorio. Eh sì ci sono proprio tutti! Tra la folla c'è anche Gil Galad, che indossa l'uniforme dell'EI, Gianrebus, venuto appositamente da Ancona, Ikuvium, che porta una cravatta coi colori del suo vecchio partito, Roberto89 (col suo occhio scrutatore) e tutti gli altri. Vede anche delle facce nuove: Asriel, che si è subito fatto avanti coi suoi consigli, Schillaco, che dimostra già tanta voglia di fare e Dessin e Nemek, sicuramente i due più promettenti (Razz). Sorride pensando alla penna irriverente di Luccio Loquace.
Fa il suo discorso. Ricorda che come ogni volta si impegnerà al massimo, per premiare la fiducia che gli è stata accordata, ringrazia il partito e saluta in particolare i nuovi iscritti. Tutti si alzano e applaudono, è davvero un grande oratore e in fondo sono parecchi anni che fa questo lavoro.
Dksh aveva assoldato anche il cathering per il pranzo e Cris si avvicina al vecchio senatore "Catone ti fermi anche tu a pranzo con noi?". Catone ringrazia ma come ogni anno ora l'aspetta un appuntamento importante. Saluta tutti ed esce.
Arriva in taxi ai fori imperiali. Ogni volta che li vede ha un tuffo al cuore. Non riuscirà mai ad abituarsi alla loro grandezza. Eh si gli imperatori si sono dati davvero un bel dafare nel corso del tempo.
Attraversa torme di turisti delle più diverse etnie, roba da far ricordare il suo multietnico impero romano, che sembrano aggredire i poveri resti archeologici con la più vasta gamma di macchinette e fotocamere varie. Ma lui si dirige verso la curia...
Si fa coraggio, va avanti, entra.
Quanti ricordo gli tornano ora...Quando la sua voce tuonava in quell'augusta aula, invitando i Romani a distruggere senza pietà al città di Cartagine...Quando li invitava a resistere, a soffrire per la loro grande Urbe...Attraversa i limiti per i turisti segnalati da innocue catenelle di plastica e passa davanti al luogo ov'era posta l'ara della Vittoria, rimossa per l'eccessivo zelo dei senatori cristiani. Si dirige verso il luogo dov'era il suo scranno e lì alza una mattonella non fissata al pavimento. Ed eccolo lì il suo tesoro più grande: la sua toga e il suo laticlavio, la striscia purpurea di cui potevano fregiarsi solo i senatori di Roma. Li riprende in mano. Troppi ricordi tornano nella mente del vecchio uomo. Catone piange ripensando a tutta la sua vita trascorsa.

Luccio Loquace