Ancora sulla Legge Elettorale

Day 678, 19:38 Published in Italy Italy by marcoche

Solo ora vedo un commento di Pericle all'articolo pubblicato da Supermaghe sul proprio giornale "News from another world". Nei commenti, l'esponente di Movimento! dice "in ogni caso il sistema è una cacca, con il 32% non si può prendere il 37 % dei seggi...".

Avendo sulle colonne di questo giornale analizzato la legge elettorale vigente, le sue conseguenze e le sue storture, non possiamo non tenere in considerazione anche questa ulteriore critica.

"Col il 32% non si può prendere il 37% dei seggi", si diceva! Peggio ancora, caro Pericle: il PCE ha conquistato il 37% dei seggi fermandosi al 28.35% dei voti (144 su 50😎. Il 32% (anzi, il 32.87😵 l'ha preso A&G, ma gli ha fruttato solo il 35% dei seggi. E che dovrebbero dire allora, non tanto il tuo partito, Movimento!, che con il 21% dei voti ha ricevuto il 20% dei seggi, quanto piuttosto la Lega Nerd ed eIdV al cui rispettivo 10% e 7% di consensi popolari è conseguita una rappresentanza parlamentare del 5% e del 2%?

"Il sistema è una cacca", siamo d'accordo. Tuttavia, come ampiamente dimostrato nel nostro precedente articolo, non e' questo il vero scandalo.

La sovrarappresentazione c'è ed è effettiva, ma tutto sommato non è neanche troppo pronunciata. "Merito" delle famigerate "wildcards" che riequilibrano un po' la situazione che sarebbe altrimenti disastrosa per le piccole formazioni. Il ripescaggio, così come è concepito, è però decisamente parte del problema, più che della soluzione. Nel ritenere necessario un meccanismo di bilanciamento alla formula maggioritaria-uninominale (la quale presenta, cito dal precedente articolo, "alcuni limiti funzionali quali la sovrarappresentazione dei partiti grandi e la tendenza a ridurre la competizione elettorale ad una lotta essenzialmente bipartitica") sarebbe, e mi ripeto ancora una volta, sicuramente più auspicabile che esso fosse basato su un collegio unico nazionale parallelo ed indipendente rispetto al sistema dei collegi uninominali, consentendo ai partiti - come avviene in qualunque legge elettorale della Real Life - di presentare un numero di candidati pari al numero degli eleggibili effettivi.

Non è uno scandalo che una legge elettorale sovradimensioni i primi due partiti. E' nell'ordine delle cose, ed avviene in tutte le leggi elettorali degli stati Occidentali, democratici e liberali. La sola alternativa è il sistema proporzionale puro, che io politicamente preferisco, ma che nella real-life non consente quella che viene definita "la governabilità", producendo parlamenti che, seppur specchi fedeli della realtà sociopolitica che ne ha determinato l'elezione, risultano troppo variegati e di conseguenza "allergici" a maggioranze certe e durature.

Proseguendo con i paragoni con la real-life possiamo notare come la legge elettorale attualmente in vigore in Italia disponga che il partito, o coalizione di partiti, che ottiene la maggioranza (anche *relativa😉 dei consensi sull'intero territorio nazionale, ottenga il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati. Se fosse stato questo il sistema in vigore per le elezioni eRepublikane di venerdì scorso, A&G con un "misero" 32.87% dei consensi avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in Congresso.

Simili, seppur profondamente diversa la legge elettorale, sono i risultati che si hanno in Francia. Alle ultime elezioni per l'Assemblea Nazionale, l'UMP (il partito di Sarkozy) ha conquistato il 54% dei seggi fermandosi al 39.54% dei consensi al primo turno e al 46.37% al secondo turno. Il maggiore partito d'opposizione, il PS, che pure nel secondo turno ha toccato quota 42.25% dei consensi (24.73% al primo turno), ha ottenuto "soltanto" il 32% dell'Assemblea. Nel complesso, il blocco di centrodestra (45.5% al primo turno e 49.6% al secondo) detiene il 60% dell'Assemblea, e il blocco di centrosinistra (35.5% - 49% alle elezioni) controlla il 39% del parlamento. Il residuale 1% viene diviso tra tre partiti, uno dei quali (il Movimento Democratico di Bayrou, che aveva provato a fare il terzo in comodo tra Sarkozy e Royal alle ultime presidenziali), aveva conquistato al primo turno un lusinghiero 7.60%.

La Camera Bassa Inglese viene eletta con una formula maggioritaria di tipo plurality, esattamente quella che viene adottata per eleggere gli "official candidates" su eRepublick ma senza prevedere alcun tipo di ripescaggio. Il risultato? Non cambia. Nel 2005 i Laburisti col 35% dei consensi popolari hanno conquistato il 55% della Camera dei Comuni mentre i Conservatori, col 30% dei voti hanno ottenuto...il 30% dei seggi (pura casualità). I Liberali, col 22% dei voti, si sono dovuti accontentare del 9% dei seggi.

Pur non trattandosi di un'elezione parlamentare, è impossibile terminare un articolo del genere senza prendere in considerazione il caso piu' clamoroso di legge elettorale che contraddice il voto popolare. Essa, ovviamente, risponde ad una logica diversa, quella federale, e privilegia la rappresentanza degli Stati membri dell'Unione a discapito di quella dei cittadini della Nazione nel loro complesso. E' tuttavia paradossale che l'uomo (formalmente) più potente della Terra, nonchè leader del mondo libero e democratico, il Presidente degli Stati Uniti d'America, possa essere eletto anche conquistando meno voti del candidato sfidante. La spiacevole circostanza, che si era verificata in un paio di casi alla fine del XIX Secolo, si è recentemente riproposta nel 2000 quando George W. Bush venne eletto Presidente con 50 milioni e mezzo di voti a fronte degli oltre 51 milioni di Al Gore.

Tutto questo per dire che le Leggi Elettorali non sono fatte per rispecchiare fedelmente il mandato popolare. L'operazione di tramutare i "voti" in "seggi" risponde anche ad altre logiche, tra le quali quella di condizionare l'offerta politica in un modo ritenuto efficente ai fini di consentire un corretto e stabile funzionamento dell'istituzione Parlamentare. Generalmente questo si ottiene spingendo i partiti, attraverso appositi meccanismi, a ridursi (tendenza al bipartitismo) o coalizzarsi (tendenza al bipolarismo). Le Leggi Elettorali, in definitiva, non sono neutre ma politiche. E non possono dunque essere "imparziali" ma solamente "meno invasive": questo si può ottenere cercando la formula che maggiormente si adatta al tessuto sociale e politico di una Nazione. Nel caso del rapporto tra l'eItalia e la sua legge elettorale, mi pare che questa "concordia" non esista affatto.