A volte ritornano..

Day 170, 07:55 Published in Italy Italy by Rebaf

Grande scalpore hanno fatto le dichiarazioni pubbliche di Dejan J, membro del congresso austriaco, ai danni della rappresentante italiana della minoranza italiana in austria. Frase assolutamente sconveniente che non vogliamo ripetere (http://www.erepublik.com/article-254912.html, qua per i dettagli e la "cronaca") ma che ferisce profondamente, anche su un livello reale che esula dal microcomso di erepublik. Noi di Internazionale non vogliamo cedere ai sensazionalismi e alle frasi dettate dall'emozione del momento. Proviamo ad analizzare i perchè di questa debacle diplomatica nei confronti di uno stato che, tra l'altro, è appena entrato (cfr: L'europa dell'est e l'effetto sandwich, nostro scorso articolo) nell'ambito dell'Alleanza Mediterranea.

L'Austria è un piccolo stato alpino con un discreto numero di giocatori, ad occhio la proporzione tra grandezza Austria e numero di giocatori pare sproporzionata se pensiamo, ad esempio, alla "piccola" Francia con un numero di giocatori davvero basso. La spiegazione, in termini di gioco, è discretamente semplice: l'Austria è un paese multietnico: sloveni e altre minoranze balcaniche che, non avendo una loro propria nazione, si sono trasferiti in Austria. A tutto questo si aggiunge anche una forte presenza italiana data, in maggior parte, dalla politica espansionistica economica della Cooperativa NGI. Riflettendo su questo viene da pensare se questo incidente diplomatico non sia poi così tanto improvviso ma semplicemente frutto di giorni di incomprensione. Ovviamente il comportamento sloveno è stato inammissibile, frasi del genere, in via ufficiale (ma anche ufficiosa) non possono saltare fuori, tuttavia, forse, tale frase è stata lo sbocco di un disagio più ampio che copre tutti gli strati sociali che abitano l'eAustria. Quando così tante etnie diverse convivono tra loro non è sempre facile trovare, immediatamente, un punto in comune e, la Storia ce lo insegna, c'è sempre chi vuole avere più potere ed essere più influente di altre. E' ovvio che, alle basi di un vero e proprio stato multietnico, non ci deve essere questa competitività pena lo scontro, anche duro, tra le etnie che compongono un determinato stato. In Austria è successo proprio questo: la minoranza italiana è entrata prepotentemente nel mercato economico austriaco e la cosa ha fatto, evidentemente, infastidire gli sloveni che rappresentano un po' l'altra faccia della medaglia nella politica economica dello stato alpino. Se a questo uniamo una certa rivalità che c'è sempre stata tra italiani e sloveni ecco che abbiamo appena creato una perfetta bomba ad orologeria pronta ad esplodere al momento più opportuno.

Insomma ora che il fatto è successo pare inutile lanciarsi in proclami guerrafondai contro l'Austria. Tuttavia lo stato alpino è appena entrato nell'Alleanza Mediterranea e si suppone che i membri dell'alleanza abbiano rispetto l'uno dell'altro. Noi di Internazionale speriamo che il governo austriaco si scusi con quello italiano e, magari, rimuova Dejan J. da membro del congresso. Tuttavia non approviamo la numerosa opiniona pubblica italiano che ha subito dichiarato guerra al "demone" sloveno. Le cose non sono mai semplici come sembrano, dichiarare guerra all'Austria sarebbe perfettamente inutile e, soprattutto, farebbe una cattiva reputazione all'Italia che si dimostrerebbe così solo un'altra potenza imperialista pronta a versare sangue non appena si subisce un affronto. Se il governo italiano proseguirà la politica non interventista si dimostrerà lungimirante. L'irridentismo sloveno deve comunque spaventare i politici austriaci, gli sloveni sono molti e, nel momento in cui l'Austria entra nell'influenza mediterranea, non possono permettersi che comportamenti di questo genere si ripetano pena gravi ripercussioni diplomatiche in seno all'Alleanza stessa.

Spesso per questioni come queste gli animi di un popolo si infiammano e si rischia veramente che le cose possano degenerare in scontri dettati solo dal cieco odio razziale. Di sicuro, pero', ci rimane solo un'ultima considerazione: comunque vada questo sarà un gran banco di prova per la diplomazia del nuovo governo del presidente Rocco Marcelli, lo stesso si può dire dell'Austria che si trovare ad affrontare questa crisi diplomatica proprio all'alba della sua entrata nell'Alleanza Mediterranea. Insomma una vera e propria sfida per i politici nostrani e quelli austriaci.