È Veramente difficile organizzare un mercato del lavoro efficiente in eItalia?

Day 820, 12:56 Published in Italy Italy by Pedofago

In questi giorni in cui i tuoni dei cannoni spagnoli iniziano ad allontanarsi dai nostri confini e l’eItalia torna finalmente a vivere una quotidianeità non d’emergenza, ho avuto modo di incontrare per le strade, alle uscite delle aziende molti giovani eItaliani, desiderosi di imparare, pieni di voglia di fare, in poche parole una risorsa preziosa per la nostra eNazione.

Molti di loro però hanno sottolineato una evidenza di cui avevo già avuto sentore nelle mie continue osservazioni delle dinamiche del mondo del lavoro. Oggi in eItalia il mercato del lavoro pare essere preda di dinamiche difficili da comprendere: per un neo eItaliano è possibile iniziare a lavorare solamente nel settore dei beni di consumo.

Il giovane eItaliano che entra nel mondo del lavoro con nessuna particolare skill a sua disposizione oggi riesce a entrare solamente in aziende che producono o Cibo o Regali o Biglietti, ma in ogni caso solamente in area manifatturiera.

Che problema c’è direte voi? Nessuno o forse molti.

Il primo problema è di carattere economico. L’eItalia pur essendo una nazione che basa le sue fondamenta economiche sulla manifattura più che sull’industria costruttiva o sull’industria della raccolta nel medio periodo non avrà la possibilità di vedere una futura classe lavoratrice skillata in quelle aree e progressivamente andrà incontro ad una diminuzione della nostra già non eccelsa produttività lavorativa in quelle aree.

Il secondo problema è forse più sociale che economico. Che ci sia un disequilibrio di fondo nella domanda e nell’offerta di lavoro in certe industrie è testimoniato dallo stipendio medio che viene dato nei diversi comparti. Già da un livello di skill 2 - ma come faccio a raggiungerlo se non riesco a lavorare quando ho skill 0 (?) - la differenza tra uno stipendio nel settore delle costruzioni e uno nella manifattura è di quasi il 50% e la forbice negli stipendi aumenta ulteriormente via via che si aumenta gli skill con differenze importanti di oltre 4 o 5 ITL al giorno tra una azienda nel ramo della raccolta e delle costruzioni e una nell’area manifatturiera.

Molti di voi penseranno che queste sono normali dinamiche di mercato dovute alla conformazione geografica e produttiva del nostro territorio, una economia basata sulla manifattura vedrà nascere sempre aziende manifatturiere e di conseguenza il salario in quel comparto sarà più basso ma in una economia sana un divario del 50% e oltre dimostra la presenza di una sorta di accordo di cartello, presumo assolutamente involontario, tra le aziende.

L’altro giorno ho incontrato un giovane molto volenteroso che mi ha raccontato la sua esperienza. Ha chiesto ad un proprietario di una azienda di abbassare temporaneamente il livello di entrata per farlo lavorare nelle costruzioni fino a quando non avesse ottenuto gli skill necessari e cosi è riuscito ad arrivare al famoso skill 3 nelle costruzioni che ti proietta verso stipendi “dirigenziali”. Ma quanti eItaliani saranno cosi sfacciati come questo laboriosa apeoperaia?

Lungi da me pensare di voler costringere i datori di lavoro ad aprire le loro aziende a lavoratori non skillati che non producano quanto necessario per la sussistenza dell’azienda stessa, ma siamo sicuri che il Governo non potrebbe intervenire in questo settore aprendo delle aziende Università in grado di garantire a tutti gli eItaliani di formare gli skill lavorativi che più aggradano ad ogni persona?

Mi auguro che nella prossima campagna elettorale, al di la degli slogan e delle promesse da marinaio ci sia spazio anche per proposte come questa facili da realizzare e utili per il bene della nostra eItalia.


Pashmina
Tesserato de La Giovane eItalia






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