[♛] Inchiesta sulla Monarchia

Day 3,506, 10:09 Published in Italy United Kingdom by militarista
«Io promuovo la monarchia, una forma di governo di certo non molto comune su eRepublik. Se questa è considerata come “antipolitica” è una questione che lascio agli analisti politici eItaliani»
Hihaoden, “La Regina”

Mancano sempre meno giorni alle Presidenziali e le major politiche non hanno ancora scoperto le loro carte. Dopo che ne ho — anche se indegnamente — ricostruito il mito, sarebbe superfluo ricordare quanto bruci il vuoto di Sua Maestà in momenti come questo. Oggi, ricalcando l'“Enquête sur la monarchie” di Charles Maurras, passo sul fronte attivo: è possibile virare su un ordinamento monarchico nel nostro Paese?

L'eItaly ha visto più d'una fase “alternativa”. La sua lunga storia repubblicana è stata interrotta, sempre superficialmente e per brevi periodi, da qualche interregno prima della tirannide: la restaurazione delle Teocrazia, un po' appannata rispetto alla mitologia, la Pimpocrazia e persino lo Shogunato in stile nipponico. Io credo, senza per questo appesantire il gioco, che sia pronta per un esperimento monarchico. Ma andiamo con ordine.
«Se molti miei connazionali iniziano ad avvicinarsi al movimento è un segnale indicativo di un crescente desiderio di cambiamento; riconoscono che il Re/Regina, in quanto figura super partes, possa essere capace di indirizzare al meglio le energie del nostro paese — raccontava Hihaoden in una memorabile intervista a Daniel Cheers —. Quella stessa energia e vigore che caratterizzava il nostro paese prima dei vili tradimenti di certi “gruppi” di frangia integralista».

Un dato. Oggi 3 nazioni sono rette da una monarchia: Belgio, Filippine e, ovviamente, Regno Unito. In passato, hanno scelto questo governo Giappone (in versione imperiale), Norvegia, Moldavia e Danimarca.
Com'è naturale, questa tipologia produce una serie di titoli fittizi. Sulle “famiglie reali” sorvolo, come del resto sui “Casati”. Uno dei tratti più interessanti mi pare la nobiltà.
I — La Corona è retta da una solida aristocrazia
Ogni “Nobiltà”, in questo improbabile manifesto, dovrebbe sorgere con la meritocrazia come stella polare. Le nomine sarebbero rimesse alla reggenza, sui criteri si può discutere. Sarebbero da evitare scelte politiche, che finirebbero per consolidare i dissapori già esistenti; allo stesso modo, un'elezione semplice si tradurrebbe nella paralisi. Vista la filosofia del gioco, mi sembra imprescindibile un'estrazione militare, affiancata figure di comprovato spessore (i pochi capaci di unire la community invece che dividerla). L'elenco è facile: Duca, Marchese, Conte, Visconte, Barone, in ordine decrescente (anche numerico, cioè dei componenti). Per il “titolo” credo si possa far riferimento alla storia italiana e alla sua geografia, mixandole con i fasti della community.

II — Il trono è vacante
L'unica Regina è scomparsa e qualsiasi sostituzione sarebbe al ribasso. Nell'attesa del ritorno di Hihaoden, l'unica alternativa ammissibile è la Luogotenenza. Mese dopo mese, un esponente di rango della nobiltà (ma pure della community più in generale) governerà nel nome di Sua Maestà.

III — Meccanismi della Luogotenenza
Le strade che si profilano sono due:
1) la dittatura militare. È uno scenario suggestivo, ma da escludersi (almeno per ora). La Repubblica tutto sommato ha dimostrato buone risorse, pur fra le lungaggini dei lavori parlamentari e le annose contrapposizioni. A livello teorico, il golpe potrebbe aprire a una monarchia assoluta. Qualora la Regina tornasse, l'Incoronazione — e la conversione militarista — sarebbe lo sbocco naturale del credo neo-monarchico.
2) l'utilizzo della macchina repubblicana. Nell'immediato, è la via migliore, perché mediana. Riprendendo la metafora di prima, saremmo in presenza di una monarchia federale o costituzionale. L'orizzonte della Luogotenenza è la conservazione dell'attuale sistema partitico, con la promozione di candidature condivise e di garanzia. Il presidente che viene eletto ogni mese (cioè il CP) è incaricato della reggenza, aiutato da un governo partecipato e armonico.

IV — Avvenire
Il traguardo, utopico, è il risorgere della grandezza eItaliana. Resta insuperato il modello dell'Impero (le fugaci campagne contro Austria e Germania di parecchi anni fa). Per ora, l'obiettivo più concreto può fermarsi al garantire l'esistenza territoriale del Regno.
Ad ogni compromesso politico verranno prediletti patti di ordine militare. Alla collaborazione con le formazioni esistenti si affiancherà la promozione del civismo indipendente (per un equilibrio anche negli incarichi ministeriali). Spesso le competenze sfuggono al logo di un partito: crediamo sia il caso di valorizzarle.
La “svolta” dovrebbe avvenire senza appesantire l'esperienza di gioco, ma punta a valorizzarla con un sistema mobile di cariche e onori che potrebbero revitalizzare le energie disperse nel ristagno. L'ambizione, se assecondata, diventa uno straordinario combustibile.
Penso a un regime transitorio e non troppo esteso nel tempo, ma la vita dei monarchici proseguirà anche nei mesi con presidenze avverse. Oltre alla grandezza “muscolare”, non bisogna mai permettersi di perdere di vita quella culturale: sarà nostro imperativo animare la community nel segno della partecipazione attiva e della comunità.


Qui si conclude il Manifesto, se desideri aderire commenta con «signed».

Lista dei firmatari:
Padre Castell, a nome di Alternativa Monarchica
wolf127
Fleija
AdrianoDeMeis
L'iniziativa vuole essere una proposta, nemmeno troppo seria ma inserita nella fiction del gioco, volta a rinnovare e stimolare la vita della nostra community.
Finora i grandi partiti non hanno promosso nomi alle Presidenziali. Alternativa Monarchica è pronta a una “candidatura di responsabilità”, sulla base del Manifesto sopra elencato. Qualsiasi candidato si impegni a rispettare queste linee guida, può invocare il nostro sostegno.

La Monarchia, come questo Manifesto del resto, è volutamente una provocazione: perché (forse) solo un regime assolutistico porrebbe fine — con una pace cimiteriale, d'accordo — alle divisioni annose. Come mi hanno insegnato in questi giorni, se tutti gli “iscritti” ai partiti combattessero regolarmente, invece che limitarsi a far numero o riattivarsi sotto le scadenze elettorali, saremmo una mezza potenza militare. E forse anche per questo motivo tanti dei tank hanno perso fiducia — guardando con insofferenza, per non dire nausea, alle sue meccaniche — nel modulo politico.
Per questo non ci stanchiamo di scrivere sulle nostre bandiere:
Oggi come ieri,
♛ VIVA LA REGINA ♛