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Durante la preparazione del discorso, trisoul viene catturato nel suo quartier generale. Un rumeno, CornelB, vuole appropriarsi del potere in Korea.



Trisoul, povera persona, non immaginava del triste futuro della eKorea durante il suo mandato. Per la testa gli giravano tanti pensieri: “Che succederà ai nostri confini? Come fare a continuare a vivere il paese con le leggi che il nuovo dittatore sta emanando? Che ne sarà degli alleati?”
Di fianco a lui c’era il primo ministro, amico fidato e consigliere del presidente. Anche lui era molto dubbioso su quale potesse essere il futuro dell’eKorea. Per consolare il presidente, continuava a ripetere: “Abbiamo un esercito potente, l’aviazione aerea più forte dell’Asia, alleati che ci vogliono aiutare e altri paesi che sicuramente cercheranno di difenderci. Vedrai che andrà tutto bene”. Credeva alle parole che diceva, ma sapeva benissimo che il dittatore e i suoi amici erano molto più forti e che avrebbero probabilmente vinto.

I discorsi dei due vennero interrotti da Cornel, il quale entrò sfondando la porta della stanza dove si trovavano. “Oggi, è un grandissimo giorno per l’eKorea. Finalmente possono dire ufficialmente dire di avere un leader forte e potente, non come voi due ragazzine. Il mio esercito occuperà ogni strada di questa città. La vostra aviazione non è stata ancora abbattuta, ma penso manchi poco perchè venga distrutta. Mi dispiace per i vostri alleati che si sono battuti valorosamente, ma oramai è finita.”. Detto questo, fece un ghigno, si girò e tornò al piano superiore.

La faccia di trisoul era passata da preoccupata a preoccupata e pallida.
Dietro alla porta sfondata c’era una finestrella che affacciava sulla città: videro la città che bruciava e colonne di fumo in tutte le zone del paese. La guerra aveva distrutto tutto.

Intanto un’unità speciale si preparava a salvare i due.

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