Venti di guerra - ep. 1

Day 3,323, 16:48 Published in Italy Italy by Legiort


22 Dicembre 2016 - Day 3.321

“Dai che oggi è diverso!”
Già, era nell’aria, c’era un’atmosfera diversa. E non era solo dovuto alla fredda brezza che aveva completamente pulito il cielo dalle nuvole, permettendo al sole di illuminare la spolverata di neve della sera prima. I bollettini di guerra erano diversi…
Le truppe di terra erano riuscite nel loro compito di domare, per la prima volta dopo tanto tempo, i barbari sloveni con l’incredibile quantità di mercenari comprati nelle ultime settimane. Per la prima volta dopo settimane, nonostante l’attacco di mattina presto, l’aviazione era riuscita a difendere i cieli sopra il terreno ligure.

E ora toccava a lui. Forse finalmente il suo lavoro, seppur non ancora così rilevante, date ancora le sue scarse abilità, avrebbe portato un risultato alla patria, per cui avrebbe anche rischiato la vita a 3000 metri di altezza. Nelle altre sconfitte era si riuscito a tornare a terra sano, ma con una tristezza d’animo che forse sarebbe stato meglio morire. Aveva visto diversi aerei con i suoi compagni infuocarsi e cadere giù, e non sempre i paracaduti di sicurezza avevano funzionato in tempo. Così in Trentino, Toscana, Sardegna, Abruzzo, e nella da poco liberata Friuli. Tutte regioni ormai saldamente in mano al dominio sloveno.
Ma oggi l’aria era diversa.
“Aviatori” il comandante ilKaiser parlava dalle cuffie “aerei nemici avvistati poco più a nord. Tra poco inizierà lo scontro. Tenete lo spazio aereo, ci siamo riusciti stamattina, dobbiamo riuscirci anche ora. Il destino di questa battaglia dipende da noi, i reggimenti terrestri hanno fatto un ottimo lavoro. Oggi è diverso. Oggi possiamo riuscirci”.
Legiort sorrise. Il sole invernale già pronto a tramontare e a dar posto alla luna. Adorava guardare da lassù questa tranquillità prima della battaglia. Lo aiutava a concentrarsi, a non pensare che poteva essere quella l’ultima volta che avrebbe visto quel fuoco rosso.



La notte era caduta con la sua coperta di stelle. Stava tornando a terra, stanco ma soprattutto deluso. “Maledetti mercenari”, urlavano nelle cuffie. Ancora una volta la Slovenia ha aperto il portafoglio e comprato altri soldati. Ma stavolta doveva essere diverso. Aveva combattuto accanto ad aviatori croati, greci, cileni, lettoni, brasiliani. I due schieramenti erano stati a lunghissimo tempo molti vicini a controllare le due metà dello spazio aereo, ma gli sloveni erano sempre in una migliore posizione, seppur di poco. Ma proprio quel poco era bastato: ancora una volta gli sloveni si erano assicurati il controllo dei cieli, ora la fanteria poteva procedere tranquillamente a terra, con poco o niente che la potessero fermare. A breve i nemici avrebbero controllato l’intera Liguria, da Ventimiglia alle Cinque Terre.

“L’importante è tornare a terra”. Si, ma quale terra? L’Italia, la patria amata, era ormai ridotta a sole più tre regioni. Ma a quei due estremi però, forse, poteva nascere ancora una speranza. Bisognava però organizzarsi meglio, far rinascere lo spirito nazionale, non solo nei soldati, ma anche nei cittadini che cominciavano a vivere la dominazione straniera. Ma serviva tempo…