L'arrivo della RosaCroce

Day 1,336, 13:44 Published in Italy Italy by Daniel Sempere

Il Cavaliere rivolto allo scudiero disse: "La stregoneria e la santità, ecco le sole realtà."
E continuò: "La magia si giustifica attraverso i suoi figli: essi mangiano croste di pane e bevono acqua con un piacere più intenso di quello degli epicurei."
"Intendete parlare dei santi?" chiese il fido mentre porgeva lo scudo con la Rosa in croce su campo bianco.
E subito il Cavaliere: "Sì. E anche dei peccatori. Credo che voi cadiate nell'errore frequente di coloro che limitano il mondo spirituale alle regioni del bene supremo. Gli essere estremamente perversi fanno anch'essi parte del mondo spirituale. L'uomo comune, carnale e sensuale, non sarà mai un gran santo. Né un gran peccatore. Noi siamo, la maggior parte, soltanto essere contraddittori e, tutto sommato, trascurabili. Seguiamo la nostra strada di fango quotidiano, senza capire il significato profondo delle cose, ed è per questo che il bene e il male, in noi, sono identici: occasionali, senza importanza."
"Tutto questo mi sembra moltro strano", Arthur era perplesso.
"Non lo è. L'assassino non uccide per ragioni positive, ma negative; gli manca qualche cosa che i non-assassini hanno. Il Male, invece, è interamente positivo. Ma positivo nel senso cattivo. Ed è raro. Il numero dei veri peccatori è certamente minore di quello dei santi."

Il Cavaliere di RosaCroce sapeva bene quale fosse la sua missione. Era nato per essere addestrato a diventare un fedele servo della Fratellanza. E come i suoi amici e fratelli conosceva le vie della disperazione per evitarle e ricacciarle con la spada.

Il Cavaliere ora era sicuro che la riconciliazione fosse vicina. La Fratellanza era sul punto di ricostituirsi, forte del passato e di un futuro luminoso.
Quel giorno Arthur, lo scudiero, era particolarmente interessato: "Dunque secondo voi l'essenza del peccato sarebbe?"
"Voler prendere d'assalto il cielo. Talvolta possiamo riconoscere il male dal suo odio per il bene, ma i gerarchi dell'inferno passano inosservati fra di noi.
Il vero male, nell'uomo, è come la santità e il genio. E' un'estasi dell'anima, qualche cosa che supera i limiti naturali dell'intelletto, che sfugge alla coscienza"
La coscienza del Cavaliere, però, era vigile e attenta. Se la Fratellanza era molto prossima alla rinascita qualcuno si opponeva con tutte le forze, qualcuno contro il quale il Cavaliere avrebbe lottato. Sguainò la spada e la porse al Sole. Ringil baluginò e la piccola Rosa in croce d'oro incastonata sulla lama brillò.
Il tempo della Sacra Cadrega era ormai vicino.. nel cuore del Cavaliere di RosaCroce un grido si liberava:

\ç/ Extra Cadregam Nulla Salus - Cumclave Vinces \ç/





I dialoghi sono tratti da "Il Mattino dei Maghi" di L. Pauwels e J. Bergier, e liberamente riadattati.
Sui RosaCroce vi rimando alla classica wiki oppure a testi come quello sopra.
Ringil è la spada di Fingolfin, come si legge ne "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien.