Guerra o Pace?

Day 722, 12:18 Published in Italy Italy by Oivalf

Un argomento delicatissimo e assai complesso, che non può non aver toccato nei secoli l'anima di tutti i popoli e di tutti gli uomini del pianeta. Nel corso dei tempi ha attirato l'interesse, l'analisi, gli studi, le considerazioni e le riflessioni di intellettuali e di gente comune. Delle persone più sensibili, di quanti erano coinvolti nei ricorrenti periodi di guerra, o di coloro che, essendone al di fuori per ragioni storiche e/o contingenti, avevano avuto la possibilità di vedere e di osservare quanto altrove, a volte nelle immediate vicinanze, era accaduto, o in quel momento stava accadendo. Molti sono coloro che hanno sempre sostenuto come la storia dell'uomo essenzialmente sia solo un continuum temporale di guerre intervallate da periodi di pace. E' tragico, ma purtroppo tutto lascia supporre come proprio questa sia la pura, cruda verità. Il termine "pace", che sottende quello più abusato di "guerra", non è riferibile solo alle "grandi guerre", ai conflitti, alle guerriglie o a quant'altro si possa tragicamente e diabolicamente pensare e assimilare. Anche perché la guerra è il risultato immediato, l'assioma diretto e inevitabile di un'altra condizione dell'uomo, di generalizzati modelli di comportamento che molti considerano come inevitabile "norma" delle nostre società disgregate e prive di valori: la violenza, l'aggressività dell'uno contro l'altro (individuo, gruppo, comunità, nazione, stato). Ecco perché l'eterno dilemma di oggi: "guerra o pace". Nonostante la storia dell'uomo sia millenaria, l'umanità non sembra aver attraversato nessun periodo prolungato senza guerre. La guerra, con i suoi orrori e le sue crudeltà, sembra appartenere al patrimonio genetico della specie umana, l'uomo, nel corso della storia, ha dimostrato di coltivare un inquietante e irriducibile amore per la guerra. Basta leggere le testimonianze, letterarie e non, provenienti dai vari fronti di guerra, per rendersene conto. La guerra genera orrori, crudeltà, stermini agghiaccianti e inauditi, fuori della morale condivisa, ma si rivela spesso anche un'occasione in cui gli uomini mettono in mostra le loro qualità migliori: la fratellanza, il cameratismo, la solidarietà, la pietà, l'altruismo, la soccorrevolezza, il coraggio. Spesso nell'esistenza di un uomo la guerra costituisce un'esperienza unica, fortissima, indimenticabile, un'uscita da uno stato di innocenza infantile e dall'ipocrisia diffusa nella vita sociale collettiva. La guerra riconosce quasi sempre un meccanismo collaudato: un gruppo o una nazione si coalizzano contro un nemico esterno cui vengono attribuiti tutti i vizi e i difetti. La storia ci insegna dalle esperienze vissute in passato, sarebbe morto da esiliato o da imperatore d'Europa Napoleone, se i re spodestati, spesso tiranni a loro volta, non si fossero alleati contro di lui? Sarebbe morto in un bunker Hitler, se le due superpotenze, con l'ausilio di molti dei nostri nonni, non avessero reagito? E noi Europei avremmo abbandonato i territori d'Oltremare se non ne fossimo stati costretti?

"La guerra, questo duello su vasta scala per costringere l'avversario a piegarsi alla propria volontà".

Oivalf
editore La eRepubblika