eRepublik; Oratori virtuali, ma dove nasce l'arte del parlare?

Day 768, 05:42 Published in Italy Colombia by Matteo Consoli

Chi non ha mai dovuto imbattersi nell'affrontare un discorso davanti ad un pubblico o comunque dinanzi ad un piccolo gruppo di ascoltatori?
Politica, cultura, economia, qualsiasi argomentazione, per essere espressa correttamente, sin dall'antichità è stato affiancato da una più o meno complessa arte e dottrina, che pone, per quanto riguarda l'Occidente, le sue basi sicuramente nei filosofi Greci.
(Non sono preparato sulla cultura orientale, dunque non mi esprimo)

Chi di voi non ha mai sentito parlare dell'Encomio di Elena?
http://it.wikipedia.org/wiki/Encomio_di_Elena (Qui trovate in breve il succo dell'encomio)
Scritto da Gorgia, sofista greco, è un'esaltazione del potere della parola. Un fiato di voce potentissimo, in grado di poter convincere e di ribaltare ogni situazione.

Ogni politico, doveva imparare l'arte della retorica e dell'oratoria che è l'attuazione della prima.
Demostene per i Greci, ma potremmo elencarli tutti. Citiamo solo lui che proprio grazie alla sua arte del parlare seppe convincere gli Ateniesi a preparare una flotta perchè l'impero persiano avrebbe ri-attaccato dopo la Battaglia di Maratona. (A riguardo c'è stato poco fa un bel documentario di Valerio Manfredi su La7, non so se vi è possibile recapirarlo in internet)

A Roma, l'oratoria trova terreno fertile. Gli stili del parlare sono più di uno.
Esaminiamo soltanto un breve periodo, forse tra i più ricchi di avvenimento della storia di Roma.
Parliamo di Cesare e di Cicerone e dunque del I secolo a.C.

Cesare, grande condottiero e non meno dotato nella scrittura, De Bello Gallico e quello Civili, sono i suoi due commentarii che giunti fino a noi ci tramandano quello stile quasi "militare" di scrivere.
Secco, coinciso, facile da comprendere, composto da brevi periodi con poche subordinate.
La semplicità, ben usata, utilizzata da Cesare, hanno creato un intenso resoconto di guerra, un diario di gesta valorose.
Morirà con 23 pugnalate, le idi di Marzo del 44 a.C.
Una sorte non meno violenta era spettata a Cicerone.
Uomo politico, avvocato, filosofo, un cives completo che ha dedicato la sua vita alla Res Publica.
Troverete (per chi fa il liceo) una versione di Cicerone, non ricordo purtroppo il trattato da cui è tratta dove vengono elencate le 5 partitiones oratoriae, le 5 parti fondamentali nel comporre un buon discorso:
-Inventio : capacità di stendere un discorso
-Dispositio : capacità di disporre in maniera giusta le parti del discorso
-Elocutio : capacità di parlare bene, diremmo spigliato
-Memoria : capacità di ricordare l'orazione
-Actio : capacità di abbinare il linguaggio del corpo, i gesti, all'orazione


Cicerone presentava orazioni che potremmo definire "poetiche". Ricche di figure retoriche, di chiasmi, anafore. Periodi a volte lunghissimi con subordinate e subordinate. Ed è pregevole il modo in cui riesce a disporre correttamente tutte le proposizioni rendendo alle sue orazioni, come spesso è accaduto, delle vittorie schiaccianti in tribunale.
(Le Filippiche e Le Verrine, consiglio di leggere qualche passo a chi è interessato)

Ci sarebbe molto altro da dire, su come andava stesa un'orazione, quali erano le parti che componevano un discorso, ma lascio a voi la libertà di documentarvi. Si possono trovare notizie riguardo ciò molto facilmente.
Ovviamente l'arte dell'oratoria si sviluppa nel corso dei millenni successivi, il MedioEvo è un periodo buio per quest'arte, Savonarola, nell'Umanesimo sarà un abilissimo oratore a Firenze tant'è che riuscirà a fondare la sua Repubblica (tentativo finito con la sua morte, bruciato vivo se non erro)

In eRepublik l'oratoria sembra essere il fulcro del gioco. Tutto è fatto con le parole. Le presentazioni nelle votazioni, nel forum, in congresso. L'importanza del saper ben parlare in questo gioco è fondamentale.
Chissà se Cicerone avesse giocato ad eRepublik sarebbe stato eletto congressman?


Matteo Consoli

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