Capitan Attila [EPISODIO XI]

Day 2,306, 04:06 Published in Italy Italy by Atlius DC


TERZA STAGIONE - GDR!


Ebbene si, "Capitan Attila" si trasformerà in un GDR, ma non subito! Prima ci saranno due puntate di prologo per la nuova avventura e ovviamente potete iscrivervi numerosi! E' aperto a tutti!

Come fare?
Semplicissimo! Dovrete semplicemente proporvi qui sotto nei commenti e io vi infilerò da qualche parte nella storia e soprattutto fra i partecipanti al GDR.

Si vabbè ma che lo facciamo a fare?
Il vincitore del GDR si becca 10 Gold 😃 (e potrebbe aumentare)
Verrete assegnati ad una delle tre squadre rappresentanti tre regni diversi, potrete indicare la squadra preferita e io cercherò di tenerne conto ma se mi riesce impossibile dovrete accontentarvi di un'altra squadra, ovviamente i primi iscritti si beccheranno i posti migliori!

Si ok, tutto bello, ma come si gioca?
Trovate qui tutte le informazioni di cui avrete bisogno: http://tinyurl.com/nmbbtvt

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Il porto di Izmir era gremito di folla berciante che trattava questa o quella merce con fare frettoloso, come se l’indomani il mercato e il mondo intero non sarebbero più stati.

Attila e i suoi avevano perso due ore per far smettere di vomitare Vajura che dopo 9 giorni mare senza sciorinare vomito aveva deciso di farlo appena aveva rimesso piede a terra. Il piano era quello di riuscire a raggiungere la villa di una vecchia conoscenza di Attila e Vajura per potersi procurare un trasporto o dei cavalli per un luogo che il condottiero di Roma aveva deciso di tenere nascosto anche alle orecchie dei suoi compagni.

Izmir era la meraviglia dell’Asia Minore, non troppo grande ma estremamente affollata, la cittadina e i suoi territori erano ancora in mano ai cristiani, un folto gruppo di soldati che si facevano chiamare “Kruṣàd” ovvero “Crociati” teneva saldamente la città obbedendo agli ordini di un uomo misterioso chiamato “Il Tiranno di Izmir”.

Le dicerie su quest’uomo erano molteplici, qualcuno affermava che costui avesse almeno 200 anni e che fosse immortale, arrivato in Turchia insieme ad alcuni crociati veneziani non l’aveva più lasciata e anzi vedendo fallire le crociate una dopo l’altra aveva deciso di prendere Izmir in nome di Venezia, affrancandosi tuttavia dal dominio della Repubblica marinara nonappena si era presentata l’occasione.

Sulla sua età le storie erano altrettante, alcuni dicevano che era un alchimista capace di trasformare i sassi in oro, il che poteva sembrare molto verosimile visto che Izmir era priva di qualsiasi bene che giustificasse l’opulenza del palazzo del Tiranno, passavano di lì molte merci, è vero, ma la maggior parte erano di contrabbando e passavano in quel luogo solo per evitare i dazi di Istanbul. Altre storie dicevano invece che il Tiranno di Izmir non fosse da sempre la stessa persona e che i “Kruṣàd” si passassero l’incarico d’uomo in uomo.
Di fatto nessuno l’aveva mai visto in faccia poichè appariva in pubblico raramente e quando lo faceva era sempre celato da una maschera di bronzo raffigurante un antico demone persiano.

Attila, Teo, Nitore, Ianpaolo e Vajura camminavano per le strade arrancando fra la folla, avevano lasciato ordini al rimanente equipaggio dell’Asia di andare dove preferissero, quella nave non gli sarebbe più servita a nulla. Il loro desiderio era raggiungere il quartiere di Erham per cercare l’amico del Capitano del Popolo.

Impiegarono quasi un’ora per arrivarci e quando videro la sfarzosa ed elegante villa si accorsero che era completamente sottosopra... Le grandi tende bianche che sarebbero dovute essere alle porte-finestre erano divelte e tappezzavano il cortile della piccola tenuta, i vetri coloratissimo formavano una distesa di arcobaleni sulle terrazze e sul prato della dimora. I cinque amici videro sulla terrazza più grande, circa tre metri più in alto di loro dei Krusàd trascinare fuori un uomo anziano dalla barba lunga e dalla pelle leggermente scura. Si misero in ascolto.

-Avanti parla, feccia infedele!- urlava quello che doveva essere il comandante del manipolo di Krusàd.
-Vi giuro che non so niente di più! Il mio compito era attendere l’arrivo di un cristiano da Roma e trattenerlo qui per cenderlo ad un altro cristiano di nome Innocenti...più di questo non so!- disse piangendo l’uomo barbuto.
-Siamo stati traditi Attila- bisbiglià Teo.
-Ma non mi dire!- rispose sarcastico Attila da Roma.
-Posso scuoiarli vivi?- chiese insistentemento il Conte Nitore.
-Non sai proprio pensare ad altro eh?- disse Vajura.
-Zitti!- bisbigliò il generale Romano.

Sulla terrazza l’uomo barbuto continuava a frignare, poi il comandante dei Krusàd gli tagliò la testa di netto, e anche le lacrime finirono all’istante.
-Qui non siamo al sicuro, dobbiamo andarcene alla svelta!- osservò Teo con aria preoccupata, -Non abbiamo più un posto dove andare, nè qualcuno su cui contare, siamo spacciati!- concluse Vajura.

Ianpaolo però aveva qualcosa da dire: -Io ho un amico in qui Turchia ma abita un po’ lontano ed ha fatto parecchia fortuna ultimamente conquistandosi una bella fetta di territorio ed affrancandosi dal Sultanato di Istanbul, si chiama Corollo e faceva il contrabbandiere sul Mar Nero, è un viaggio lungo...ma non abbiamo scelta...-

Non ce l’avevano infatti.

Ben presto sgattaiolarono fuori dalla tenuta e si diressero verso la porta della città, a guidarli c’era Ianpaolo che conosceva la strada verso la loro nuova casa...


INTANTO A CIPRO

Le navi attraccarono senza problemi.
Innocenti e Gabriele Magro si misero subito a dare ordini, l’isola gli apparteneva di diritto da alcuni anni ma Innocenti non l’aveva mai visitata, avendo poi scoperto che Attila e i suoi si erano rifugiati in Turchia essa diventava una base operativa molto comoda.

Dodici giorni erano passati dal loro arrivo e sedici navi erano pronte a rivendicare una parte della Turchia in nome della “Cristianità” e del nuovo Papa Francesco I che da Roma vegliava sui suoi nuovi e splendenti “crociati”. Ma la realtà era vviamente un’altra...

Adalberto Steiner si avvicinò a Innocenti e disse: -Ricordati che siamo qui anche per il mio manufatto, mi stancherò di giocare alla guerra perciò ricordati di trovare quell’oggetto, ha un potere immenso e se riuscissi ad averlo potrei impadronirmi del Sacro Romano Impero Germanico. Questi erano i patti per farmi venire in questo posto puzzolente e sabbioso.-

-Avrai ciò che cerchi- rispose Innocenti in modo elusivo, -E anche di più se tutto va bene, domani invadiamo l’entroterra turco e fonderemo un regno cristiano guidato dal Papa, al suo interno avrai la libertà di fare ciò che vuoi!-

-Si, ma il mio manufatto si trova sul Mar Nero e i nostri informatori ci hanno detto che l’ultimo avvistamento di Attila era proprio in quella regione! Se si impadroniscono del manufatto prima di noi è finita!- disse Adalberto.
-Non ci riusciranno- sentenziò Gabriele Magro giungendo a lunghe falcate sulla banchina del porto.
-Non sanno nemmeno della sua esistenza-.