Algebra? Formule? Produttività? No macroeconomia per favore.

Day 499, 07:32 Published in Italy Japan by Principe Alessandro

Come sapete ultimamente una questione è scoppiata riguardo alle tasse sul wood solo che quella discussione si è talmente ampiata su campi così disparati che non ho potuto non intervenire nella discussione in una maniera o in un'altra.

Nella varie discussioni che mano a mano sono andate avanti i luminari dell'algebra i quali sospetto siano dei fan inguaribili della microeconomia hanno postato una montagna di formule e formule che appunto analizzano il punto di vista di singoli operatori economici.

D'altronde la famosissima formula sulla produttività che il signor grizzly ha spiattellato va benissimo per la sua azienda ma è totalmente inutile se applicata a un intero settore produttivo di una data nazione.

Ne è il segno quello che grizzly dice qua a riguardo della sua formula magica:





che tu ci creda o no i salari non hanno un andamento lineare, e questa non è una teoria, una costante o una variabile: è un dato di fatto, non è in discussione, è così e basta. essendo praticamente impossibile da calcolare, o meglio molto difficile, gli ho attribuito un valore arbitrario a. perchè ho potuto farlo senza problemi? perchè l'assunto del paragone che ho fatto tra i due casi limite mi avrebbe portato ad avere quello stesso numero a in entrambe le formule, che se avessi messo in equazione mi avrebbero portato ad una semplificazione che avrebbe levato dalle scatole proprio quell'a.



Per lui quindi la variazione dei salari verso l'alto è "un dato di fatto".
Ecco allora che entra in campo la macroeconomia, quella branca dell'economia che studia la performance, la struttura e l'andamento di un'intera economia regionale nel suo complesso.
Bene cominciamo con le tasse sui settori wood e altri settori improduttivi senza neanche una medium in Italia.
Il passato governo ha deciso di mettere una income al 50% sui settori ritenuti improduttivi qua in Italia delle raw cioè oil, diamonds e wood.
Guardiamo invece alle tasse sui settori diamonds e oil che ci sono in Finlandia che uso come pietra di paragone dato che sembra un felice esempio di come la disciplina macroeconomica sia seguita da chi guida quella nazione fortunata.
Lì la tassa sull'income nei settori raw non produttivi è al 0%.
Bene chiariamo qual'è l'effetto che comporta tasse così diverse tra loro.
In Finlandia immaginiamo un niubbo che apra una azienda diamond, assume un'altro niubbo che è attirato da un buon stipendio. Nel peggiore dei casi questa azienda chiude i battenti in quattro e quattrotto, magari qualche anima pia si incarica di avvertire l'imprenditore di chiudere perchè è senza speranze ma almeno il lavoratore dopo con quello stipendio totalmente detassato può sperare di non perdere wellness quindi a parte la perdita di gold che l'imprenditore ha speso per l'azienda le conseguenze non sono così gravi.
Cosa succede invece in Italia? Un niubbo apre sempre una diamond, assume un operaio, quell'operaio non è assolutamente in grado di far fronte alla perdita di wellness perchè lo stipendio è decurtato della metà, ovviamente nessuno se ne frega dell'imbecille che ha aperto quella azienda perchè la nostra parte l'abbiamo fatta alzando l'income al 50%, il lavoratore perderà inevitabilmente wellness per tre giorni di seguito e all'imprenditore non glie ne fregherà più di tanto perchè tanto può sempre rientrare dall'investimento per i salari se se ne accorge, magari licenzia anche l'operaio che come sappiamo non può farlo prima dei tre giorni ma se non se ne accorge le conseguenze saranno ancora più gravi.
Bene qualcuno può dirmi qual'è il risultato sull'economia, sullo stato della manodopera ecc. ecc. aggregando i dati di tutti questi casi singoli?
Semplicemente è un disastro dal punto di vista del mondo lavorativo e della efficienza generale.
Bene e questo è uno.

In Italia ci si lamenta spesso che abbiamo poca manodopera e quindi i salari di conseguenza schizzano in alto.
Questo non è proprio del tutto vero, dal punto di vista del singolo operatore fare concorrenza per la manodopera con un salario più alto sembrerebbe un ottimo modo per attirare la manodopera ma se guarderebbe al semplice dato demografico si accorgerebbe che invece non è una soluzione fattibile.
Il motivo? Se guardiamo al dato macroeconomico della disponibilità totale di manodopera essa è fissa o almeno rispetto a un dato momento abbiamo x totale di lavoratori.
Cosa succede però se tutte le aziende assieme fanno una domanda di manodopera totale che è 2x o 3, 4, 5..........x?
La cosa la si può vedere chiaramente nelle top 5 delle aziende per lavoratori in Italia e Finlandia, in Italia il divario tra la prima e l'ultima è molto ampio invece in Finlandia il divario è spesso ridotto a una sola unità con 4 aziende spesso allineate sullo stesso numero di lavoratori.

Conclusione? In Finlandia le aziende hanno pensato bene di distribuire la domanda di lavoro in modo che le aziende possano avere un numero di lavoratori per azienda che sia il più possibile vicina alla media di lavoratori per azienda teorica.
Invece in Italia questo dato aggregato viene ignorato e gli imprenditori fanno a pugni per gonfiarsi il più possibile a scapito degli altri con la conseguenza di una inarrestabile crescita dei salari e quindi dei prezzi finali.
Quindi i primi responsabili della crescita dei salari sono gli stessi imprenditori che si lamentano di questo ma che in realtà potrebbero benissimo evitare se si prendessero la briga di guardare i dati macroeconomici.
Avete compreso? Bene torniamo alla frase di grizzly che sopra ho evidenziato, che validità ha questa formula in un sistema macroeconomico totalmente differente dal nostro?
Semplice nessuna o almeno va bene per l'operatore che calcola il costo della produttività nelle sue particolari condizioni che si trova.

[che tu ci creda o no i salari non hanno un andamento lineare, e questa non è una teoria, una costante o una variabile: è un dato di fatto, non è in discussione, è così e basta. essendo praticamente impossibile da calcolare, o meglio molto difficile, gli ho attribuito un valore arbitrario a.]
E invece no caro grizzly come vedi tutto quello che ti ho detto prima tu non sai come abbinarlo con la tua formula magica ed è per questo che tu ti rifiuti di ricavare la "costante" a perchè semplicemente non sei in grado di ricavarla fuori dalla tua azienda ma una costante che non puoi ricavare fuori dalla tua azienda non vale in un'altro sistema economico quindi alla fine la tua formula è incompleta.

Ovvio che tutti questi dati strutturali ci danno conseguenze assurde come quando il food alla fine costa meno in Finlandia che in Italia.
Alla fine i dati aggregati di VAT e income sul food più prezzo finale food, più stipendi settore raw che prendiamo in considerazione, più guerra tra le aziende per i lavoratori, più tasse troppo alte e spesso inicue ecc. ecc. ecc. ed ecc. alla fine ci danno i motivi per qui noi produciamo a questi costi mentre gli altri producono ad altri costi.

E io mi chiedo qualcuno si è mai preso la briga di fare solo un minimo di considerazioni in tutto questo? Temo proprio di no.

Alla fine quindi lo ripeto una tassa sull'income del wood al 50% è solo perniciosa e dannosa ma lo è anche in tutti gli altri settori raw inesistenti.
L'assunzione che per forza di cose costa di meno produrre in una regione high è sbagliata perchè appunto non si prendono in considerazione i dati macroeconomici dati macroeconomici che ci spiegano perchè in Finlandia il wood costa meno che in Francia.
Altrettanto dannosa è l'attitudine dell'imprenditoria a votarsi alla caccia disperata di lavoratori creando una domanda aggregata di manodopera di 100 quando invece la offerta aggregata di manodopera è ferma a 50 o cresce in maniera ridicola.