[Elite eItaliana] Nova Era

Day 1,171, 10:15 Published in Italy Croatia by Corpo d'Elite


traccia audio consigliata durante la lettura



All the heroes go down
Shed their blood on the land
Dreaming somehow
The divine will now stand
Heroes go down
With their hearts in their hands
Building their castles on the sand


Dopo lo splendore, il precipizio. Dopo la vetta, l’abisso. Giorni bui si susseguono, nemici alle porte, sfiducia che serpeggia, uomini scoraggiati e delusi. Questo lo scenario dell’eItalia di oggi. Persone deluse dai propri leader, che ritengono la fine sia ormai ineluttabile. Errori, uno dopo l’altro, lastricano il nostro sentiero diretto alle profondità oscure. Gli eroi cadono in ginocchio, schiacciati dal peso di un destino che pare troppo grande per tutti noi. Pensavamo che fosse finita. Pensavamo che non avremmo visto un domani. Pensavamo che non avremmo nemmeno fatto in tempo ad affrontare le nubi che si addensavano all’orizzonte.

Ci sbagliavamo.

I nemici ci sovrastano numericamente. Hanno armi, supporto, soldi, mercenari. Noi abbiamo solo noi stessi, i nostri rimasugli di magazzino, e alleati fedeli.

Scoraggiati, ci dirigiamo verso il campo di battaglia. Sappiamo che altri eserciti si stanno dirigendo verso le nostre terre, che altri popoli stanno muovendosi per invaderci, popoli che si professavano amici, nonostante fossimo in schieramenti diversi. Ma non ci importa. Adesso c’è solo questa battaglia, la polvere del terreno ormai intriso di sangue, sollevata dal vento, nel più assoluto silenzio.
Se esiste un Dio, deve aver fermato ogni singolo atomo dell’universo, perchè non disturbi quello che sta per succedere in questo posto. Vecchi istinti si rianimano. Antichi sapori ritornano a deliziarci. Movimenti arrugginiti divengono d’improvviso fluidi. Non abbiamo bisogno di guardarci per sapere cosa stiamo pensando. Siamo un’unica, letale macchina, programmata per vincere.

Forse non ce la faremo, forse passeranno. Forse prenderanno la nostra terra. L’unica cosa di cui siamo certi, è che per farlo dovranno passare su ognuno dei nostri freddi e morti corpi.
Ogni singolo muscolo teso nello sforzo, ogni briciola di energia utilizzata per raggiungere il risultato. La stanchezza non è contemplata. La paura non è contemplata. La sfiducia, il disaccordo, le divisioni, le liti, le antipatie, non entrano in quella piana, noi oggi siamo una cosa sola. Sembra quasi di riuscire a sentire i battiti dei cuori dei commilitoni, un’unica grande sinfonia di vittoria.

E quindi, l’ordine viene dato. Avanziamo, compatti nello schieramento, dirigendoci verso di loro, che cercano di fermarci prima dell’urto. Lo schianto è brutale, una massa di corpi legati tra loro in una macabra danza di morte. Dalle nostre fila qualcuno comincia a gridare per incitare i compagni, che immediatamente seguono l’esempio. Un unico, possente ruggito, in grado di offuscare persino il rombo del tuono si innalza verso il cielo. Sembra voler sfidare gli dei immortali, invitarli, se hanno il coraggio, ad affrontare la nostra furia.

I nemici ci sovrastano numericamente. Hanno armi, supporto, soldi, mercenari. Noi abbiamo solo noi stessi, i nostri rimasugli di magazzino, e alleati fedeli.

Alla fine della giornata, un solo grido su quel campo, udibile da tutti, rinfranca gli spiriti e dona ai soldati la forza di cento uomini. Che vengano pure, Francesi, Serbi, Sloveni, Tedeschi, montenegrini. Noi siamo pronti ad affrontarli. Come chi li ha preceduti, torneranno a casa, o annegheranno nel loro stesso sangue. Come chi li ha preceduti, impareranno una lezione:

HIC SUNT LEONES