[Editoriale] Bsg, inquietudine e ricordi

Day 2,157, 12:10 Published in Italy United Kingdom by Vajura


L'e-mondo gira anche quando sembra non cambiar mai verso. Dietro ogni e-nazione si nascondono piccole storie, fatte di aspettative, sogni, ambizioni, di persone. In ogni realtà virtuale ben affermata è così e quello che rimane indelebile è il ricordo d'una conversazione, un "lol" incontenibile, una delusione scottante, un colpo di scena, cose che quasi sempre non vengono mai dal gioco in sé ma dalle relazioni con altri giocatori.

Quando vivi intensamente qualcosa capita spesso d'avere momenti di crisi, la realtà ti impone di confrontarti con quello che ti aspettavi prima della sua concretizzazione. Quando ero molto più attivo di adesso, un gruppo di amici decise di formare un partito e di questi interrogativi ne sono stati posti a bizzeffe: alcuni ci hanno solo indebolito, altri ci hanno reso più forti.


Così, arrivò anche per me la sera in cui la mia testa sarebbe potuta finire su un piatto d'argento, il collo reciso da più mani, boia per cui provavo in quei momenti un misto di diffidenza e vecchio affetto. I nemici mi avevano contattato, con un sardonico sorriso sulle labbra, dicendomi che quella sera ci sarebbe stata una riunione: in essa avrei finito la mia carriera e-politica su erepublik, tutti si sarebbero rivoltati contro di me per bloccarmi prima che facessi più danni.



Più di un anno di gioco, già allora, mi aveva permesso di capire cosa fosse la pressione su erep: è essenziale non dover mai prendere per vera una parola di chi ti vuole attaccare, avere amici, informatori e persone di fiducia. Altrimenti non sarebbe possibile arrivare a coprire nessun ruolo, e tanto meno gestire una intera e-nazione in una scena internazionale dove tutti dipingono le cose in maniera completamente diversa. Ho messo da parte qualsiasi cosa, ho preso quel che rimaneva della mia determinazione e sono andato a quella riunione.

In questo articolo vorrei esprimere un riconoscimento ad una persona, dar vita alla memoria in modo che si cristallizzi in qualcosa che forse rimarrà anche dopo la mia e-morte.

C'era chi poteva depennarmi, chi avrebbe potuto togliermi, e con valide ragioni, da una squadra, per presentarsi come immacolato, trasparente, con nulla da nascondere nel momento in cui quello da nascondere ero io. E se fossero andate così le cose, anche il mio e-pensiero si sarebbe consolidato, girando attorno sempre al solito modello, "ellegei", e al mio preconcetto che qualsiasi cosa di infamante quel partito abbia sopportato ha mantenuto un'unità da "branco" che negli altri difficilmente si riscontra.


Mi sono dovuto ricredere, perché chi avrebbe potuto voltarmi le spalle, non lo ha fatto.

E non è stato un investimento ad interesse, ero già in una fase dove la passione per le cose che avrei dovuto fare era scemata. E' stato solo un atto di coscienza, incondizionato: quel mio amico ha deciso di non tradirmi, di compromettere l'elezione di tanti mesi fa con un'alta dose di rischio solo per tenermi lì con lui, perché cancellarmi dalla sua lista gli avrebbe sicuramente garantito una vittoria più facile ma avrebbe aperto nel suo cuore nello stesso tempo una sconfitta.




La notte passava, i voti giocavano altalenanti... Per molte ore, ho creduto d'aver causato la fine d'un sogno, col mio non volermi fare indietro. Ho pensato più volte che fare un passo indietro sarebbe stato un passo avanti. Alla fine la vittoria è arrivata, sofferta. E ho capito che dovevo farmi da parte, in quel momento; ma non è stata una pausa dolorosa: le persone con cui giocavo, le persone di sempre e con le quali avevo costruito qualcosa, non mi hanno voltato le spalle. E quelle che mi hanno voltato le spalle, beh, voltandomi le spalle le ho conosciute in viso per paradosso.

Ci sono tanti tipi di player quanti sono i caratteri delle persone che stanno dietro i loro avatars, anche se bisogna aspettare affinché le differenze vengano fuori per bene.
C'è chi gioca perché vuole ottenere quel qualcosa che in RL non ha e non avrà mai, chi per autentica passione e fantasia viene trascinato completamente in quello che fa; in un gioco del genere, come la diatriba fra Pce e Aetg nei suoi primi anni sottolineava, saremmo tentati di dire che non c'è atteggiamento migliore e più vittorioso di quello cinico e realpolitico: bisogna catturare l'attimo, andare nel carro dei vincitori, sfruttare i punti deboli quando si può. Ma questo atteggiamento generalizzato non permetterebbe mai di costruire niente di solido se nel basso e nel cuore della piramide non ci creassero dei piccoli nuclei di sicurezza e di fiducia.




Non avrei potuto dirti, quando facevi questo gesto per me, che avevi già vinto: nonostante tutto mi sarebbe sembrata una provocazione alla tua pazienza. Ma in tutto ciò c'è anche la magia della parola, della frase che ha senso in sé e per sé. Quando hai detto "potremo anche perdere, ma una nostra squadra senza di lui non avrebbe senso", le parole stesse hanno per me significato tutto, sapendo anche che persone autorevoli e sagge ti avevano consigliato l'opposto.

In questa carovana e-politica abbiamo perso moltissimi vecchi membri. E' stato difficile anche per loro andare via, di certo, dopo tanto tempo condiviso, ma alla fine ce l'hanno fatta e hanno iniziato una nuova e-vita. Ma è normale anche essere fieri d'essere rimasti e non essere delusi dei tuoi compagni.


Good Luck