[eC] - Giorno 2078

Day 2,001, 15:00 Published in Italy Italy by Stedee
Giorno 2078.
Puglia. Ridenti colline fanno da sfondo ad un caratteristico villaggio costiero. La gentile risacca delle onde calma le orecchie, l'amena insenatura si stende dinanzi agli occhi. Pace.


Stanno arrivando.
La Resistenza aveva occupato solo da poche ore il villaggio, evacuando la popolazione civile.
Un assalto anfibio. Dal largo le navi serbe puliscono la spiaggia, preparano la via per le truppe.
Dall'interno arrivano i primi colpi d'artiglieria. Le prime difese, approntate alla bell'e meglio, cadono.

D'un tratto, sinistro bagliore all'orizzonte, i primi elicotteri arrivano. La posizione è cruciale, debbono a tutti i costi recuperarla.

I combattenti si radunano. La poca antiaerea disponibile, principalmente lanciarazzi - rifornimenti EI - si dispone sui bassi tetti per tentare di abbattere qualche velivolo nemico.

L'azione è perfettamente coordinata. Mentre i primi elicotteri si avvicinano all'orizzonte, la spiaggia viene occupata da sciamanti soldati, ed i reparti corazzati incalzano dall'interno.

Le splendenti divisioni Tanks for Life ingaggiano il nemico che proviene dall'entroterrra. Resistono caparbiamente, tengono la linea.
Gli Audax e gli Elite sono in prima linea nei combattimenti costieri. Le loro lucenti macchine da guerra mietono strage tra i nemici.
L'Esercito eItaliano gestisce l'intera operazione, sotto il comando d'un Generale di Divisione. I soldati EI sono dovunque, offrono supporto, sparano, combattono.

Ma muoiono. I secondi paiono scorrere lentissimi, mentre le ridenti colline esplodono in un vulcano di fuoco e fiamme.
I serbi sono di più. Sono meglio equipaggiati. Sono più coordinati. In pochi minuti i corazzati sono ridotti a cenere. I superstiti indietreggiano, tentano di resistere, radunarsi, combattere.
Ma il nemico non cessa d'incalzare.
Le ondate di sbarco mietono vittime. I preziosi veterani cadono come mosche, la loro esperienza inutile dinanzi alla schiacciante superiorità nemica.

Eccoli, i pochi superstiti. Si trincerano nelle vie del paesello. Desiderosi forse di trovare la morte, di raggiungere i loro compagni.
Poveri, illusi. Forse qualcuno spera ancora nei rinforzi promessi dal Generale. Il comando ha già detto che non ci saranno, la posizione è persa.

I Serbi nemmeno sprecano i loro uomini. Un comandante borbotta poche parole alla radio, un dialetto sconosciuto, ed ecco un aereo brillante sul blu del cielo, carico di morte e distruzione.
Un semplice missile. Un bagliore improvviso. I serbi occupano i resti del villaggio ed eliminano le ultime sacche.

I pochi sopravvissuti tentano di sfuggire alle maglie dell'esercito nella folta macchia. Pochi ce la faranno, e riporteranno quelle immagini di morte.

La sconfitta è totale. I cancelli dell'Ade si schiudono.