[eC] - [Feliks] - Serbian Toast

Day 2,115, 07:22 Published in Italy Italy by Stedee
Oggi presto il mio giornale a Feliks Edmundovic, che ha CS francese e non può pubblicare in Italia. Buona lettura!

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NOTA: l'articolo si basa su deduzioni personali e materiale pubblico. Non attinge a informazioni riservate, né le divulga.


Atto primo

A guardare la cartina sembra di essere tornati indietro di mesi, se non di anni: a quando ci sembrava che il risultato della lotta per la penisola fosse tutt'altro che scontato, quando ci si coordinava con gli alleati per tentare la liberazione.
Dico sembra e lo sottolineo, perché non ci sarà nessuna liberazione fino a che le alleanze non saranno cambiate, ma la guerra di questi giorni va comunque in questa direzione.

E' la seconda volta in poche settimane che la Serbia viene ricacciata nelle sue regioni originali, e oggi i serbi hanno subito perdite ancora più pesanti.
Il primo assalto, preparato da Croazia e USA, nemici storici della Serbia, è stata una prova, un'operazione che è sembrata fattibile agli strateghi, ma che aveva di che suscitare scetticismo tra le truppe: osare attaccare direttamente la prima potenza mondiale, leader dell'alleanza che domina incontrastata sull'intera Europa.

Il primo attacco si basava su un'ipotesi, rivelatasi poi vera: cioè che nonostante il loro strapotere militare, i serbi abbiano nelle relazioni internazionali il loro punto debole.
Era una scommessa: attaccando direttamente la Serbia pochi sarebbero venuti in soccorso del gigante, che notoriamente ha una politica interna molto nazionalista, e le cui elezioni premiano i politici che riescono a far guadagnare ai serbi benefici immediati e gratificazioni d'orgoglio.

Il piano ha funzionato: malgrado le promesse dei governi alleati, a difendere la Serbia sono accorsi relativamente pochi combattenti, e Belgrado ha dovuto ripiegare nei suoi confini.


Intermezzo

Le conseguenze dirette dell'assalto sono state due: da una parte un generale riguadagnare terreno di TWO sugli altri fronti, perché del resto TWO ha tuttora la maggioranza del danno mondiale, e se non va in Serbia, da qualche parte dovrà essere scaricato.
Dall'altra però anche un crescere della diffidenza all'interno di TWO, già fomentata un mesetto fa dalle crociate serboslovene contro la Spagna e la conseguente ipotesi Imperium.
Nel momento della controffensiva TWO infatti, gli USA lanciano una seconda offensiva contro l'Ungheria: anziché aiutare l'alleato, la Serbia si dedica a ricostruire il suo ponte di bonus fino alla Francia.

La Serbia fa la figura del mulo: dà a vedere che la sua priorità è il 10/10 di bonus, ed ignora il suo alleato più forte, la chiave di volta dell'alleanza, quella stessa Ungheria che ha fatto fermare l'ipotesi Imperium. L'ignora e lascia che sia stritolata da USA e Russia, fino a perdere l'intero impero faticosamente costruito.


Atto secondo

Ed ecco che arriviamo all'attacco di questi giorni, che è la ripetizione dell'assalto precedente con più forze ed obiettivi un pò differenti.
Una volta mostrato che l'attacco è fattibile ed ha ricadute rilevanti in politica estera, le resistenze sono minori: si combatte con più foga, e agli attaccanti si aggiunge perfino la Macedonia (FYROM).
Quest'ultima rompe gli ultimi deboli rapporti che la legavano alla Serbia e, malgrado nelle due comunità ci siano ancora dei settori che si ispirano reciproca simpatia, sferra il suo NE sull'antico alleato.
E' una manovra diversiva per fare sì che TWO si concentri sulla minaccia maggiore, e dia a Skopje il tempo di far atterrare il proprio airstrike in Nuova Zelanda (paese con forte presenza serba), ma incide comunque un solco tra i due paesi, lasciando la Serbia sempre più isolata.

In questo secondo assalto non ci si limita a spezzare il ponte serbo per i bonus: questa volta i serbi sono anche cacciati dal territorio americano, e di nuovo mostrano il proprio isolamento tra gli alleati.

La cosa interessante però è l'attacco alla Slovenia.
Il potere serbo in TWO si basa su un accordo sempre più traballante con la Polonia, che la Serbia riesce a tenere in piedi per due ragioni: la fiducia che le accorda l'Ungheria, che è fisicamente a metà strada tra Polonia e Serbia, e che ha interesse ad avere i fianchi coperti da due buoni alleati, e la diplomazia.
Dato però che quanto a diplomazia i serbi stanno messi parecchio male, è la Slovenia a coprirgli il fianco in questo campo, potendo contare su una diplomazia più esperta e meglio organizzata.

Mentre quindi il primo attacco è andato a indebolire il legame tra Ungheria e Serbia, sarà interessante vedere quale sarà la reazione di TWO nei confronti della Slovenia.
Che si indebolisca il legame tra i due paesi balcanici personalmente lo escludo, ma se la Slovenia venisse sconfitta in battaglia sarebbe un grosso colpo per la sua credibilità, dopo aver sbandierato ai quattro venti d'essere la "salvatrice di TWO" ed essersi proposta come leader per l'alleanza.
D'altra parte, se la Slovenia respingesse tutti gli attacchi potrebbe rinfocolare le antipatie nei suoi confronti, che non sono poche, dopo che ha così pesantemente cercato di influenzare l'alleanza per mettere le mani negli affari di un paese alleato.

Staremo a vedere.

Intanto torno ad elemosinare armi, perché i francesi non equipaggiano, mannaggialloro.

Feliks