CONTESSA
Subcomandante CAMILO
Compagni, dai campi e dalle officine
Prendete la falce, portate il martello
Scendete giù in piazza, picchiate con quello
Scendete giù in piazza, affossate il sistema
Voi gente per bene che pace cercate
La pace per far quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sotto terra
Ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato
Nessuno più al mondo dev'essere sfruttato
(...)
Se il vento fischiava ora fischia più forte
Le idee di rivolta non sono mai morte!
Se c'è chi lo afferma non state a sentire
E' uno che vuole soltanto tradire
Se c'è chi lo afferma sputategli addosso
La bandiera rossa ha gettato in un fosso
Voi gente per bene che pace cercate
La pace per far quello che voi volete
Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra
Vogliamo vedervi finir sotto terra!
Paolo Pietrangeli - Contessa, 1966
Comments
https://youtu.be/ogegul-UyII
Bella
v!
Ok.
Sono passati ben 53 anni da quando furono scritte queste parole.
Certamente per l'epoca in cui furono scritte avevano ancora un senso pienamente comprensibile e da molti condivisibile.
Oggi appaiono vecchie, violente e a tratti prive di significato.
Da questa citazione, di cui ringrazio l'autore del presente articolo, io voglio conservare lo spirito di rivolta, che mi auguro possa sempre essere presente in ognuno di noi, a cui mi piace abbinare la trattativa volta a raggiungere un buon accordo per mantenere, nei limiti del possibile, sempre buoni rapporti di amicizia.
Non bisogna credere di avere nemici ma al massimo solo avversari con cui dialogare.
Questo è ciò in cui io credo e mi auguro che in tanti possano fare altrettanto.
V.
V.
BERLINO Èstata sempre ritenuta una delle foto del secolo: sullo sfondo di Berlino conquistata e in fiamme, un soldatino dell' Armata rossa sventola la bandiera sovietica dal tetto del Reichstag. Documento, memoria e simbolo emotivo della disfatta del nazismo. Ma se la disfatta, grazie al Cielo, fu reale, la foto, o più precisamente l' intera sequenza fotografica, è un falso, un insieme di ritocchi, correzioni e fotomontaggi. Lo sostiene lo storico tedesco Ernst Volland nel suo nuovo libro, Das Banner des Sieges. La foto rese celebre nel mondo uno dei più famosi reporter di guerra sovietici, Evgenij Chaldej. Risale al 2 maggio del 1945: a Berlino infuriano gli ultimi combattimenti tra i soldati del maresciallo Zhukov e gli ultimi reparti della Wehrmacht e del Volkssturm, vecchi e bambini mandati a morire da Hitler. Una pattuglia di soldati sovietici scala il tetto del Reichstag, uno di loro sventola una bandiera dell' Urss. La bandiera, dice Volland, fu sventolata davvero, ma le foto sono falsi, immagini taroccate o ritoccate. In una di loro sono sovrapposte sullo sfondo (la città) nuvole di fumo degli incendi causati dalla battaglia, nuvole che invece secondo le ricerche storiche non si levarono in cielo quando i soldati issarono la bandiera rossa. Morale: Chaldej, secondo Volland, ha sovrapposto in fase di stampa l' immagine del soldato con la bandierae un altro negativo con le nuvole di fumo. Probabilmente, per drammatizzare la scena. Non è finita: in altre immagini della sequenza che con le sue "Zorkij"(la semplice ma ben fatta copia sovietica della mitica Leica tedesca) Evgenij Chaldej scattò, si vede un secondo soldato. Nella prima immagine porta un orologio a ogni polso. Segno forse di bottino di guerra, ma non piaceva alla propaganda immortalare prove dei saccheggi sistematici dell' Armata rossa nelle città tedesche, quindi in versioni successive uno degli orologi da polso scomparve. La stessa bandiera, sempre scorrendo la sequenza, in alcuni fotogrammi appare sventolare con troppo poco entusiasmo, per cui, sostiene sempre Volland, fu ritoccata con una bandiera che garriva al vento con maggior entusiasmo, presa da un altro scatto della Zorkij. Ma in questo caso il fotomontaggio appare particolarmente maldestro. E come se non bastasse, le versioni a colori della storica immagine secondo lo storico risultano colorate a posteriori. Il documento storico insomma resta ma si allontana dall' autenticità. Crolla dunque un mito? Chaldej resta comunque un grande esponente dei fotoreporter di guerra dell' Armata rossa, come Dmitri Bal' termants che immortalò i combattimenti in prima linea. E, bandiera taroccata o no, Chaldej almeno è in buona compagnia internazionale tra i "sospetti": lo stesso Robert Capa fu accusato di aver falsificato la sua immagine più celebre, il miliziano della Repubblica spagnola colpito a morte al fronte dai franchisti.
Cos'è sta porcheria?
La tua eterna sconfitta.
Mi sembra che pure qua la sconfitta è stata bella grossa.
Una porcheria
Ho citato un vecchio articolo del quotidiano "La Repubblica"...
Purtroppo nella Storia ufficiale molte cose sono state "aggiustate" ma per fortuna dopo molti anni, si può in parte ricostruire la verità dei fatti attraverso la ricerca e soprattutto la lontananza da determinati fatti storici...
o9