[WWC] Dove siamo adesso

Day 4,369, 06:42 Published in Italy Italy by Atlius DC

C'è stato un tempo in cui questa Community camminava verso il baratro a passo svelto, deciso, senza guardare troppo avanti ma costantemente pensando a quello che era stato.

Sono tempi che non tutti ricordano perché non tutti c'erano. Insomma: il nosgtro problema era Fanaxidiel, qualche idiota che si divertiva a distruggere invece che costruire, ma il disastro era circoscritto.

Nonostante questo si sentiva che la community stesse andando verso un punto di non ritorno. Ricordo che Vajura, Stedee e forse anche Fleija avessero presagito, analizzato e - alla fine - si fossero rassegnati all'inevitabile.

L'inevitabile li ha fatti anche allontanare da questio giochetto. Una cosa che nemmeno loro, parlandoci di persona, avevano messo in conto. Non si aspettavano di lasciare eRepublik, semplicemente non contemplavano l'idea.

E la desolazione che aumentava alla fine ci ha conquistati. Una volta, anche a causa/merito di personaggi come Yamisuke, un tale decadimento non era preventivato in nessun modo. C'erano dei pilastri fondamentali a tenere in piedi tutto, le leggi che ci eravamo dati esternamente, i bilanci, le Unità Militari con caratteri ben distinti.

Abbiamo perso non solo grandi giocatori ma anche grandi pilastri. In questo momento dove siamo? Siamo in un deserto di possibilità. Che altro possiamo fare? Vaghiamo fra antiche rovine divorate dalla sabbia, in mezzo ai cadaveri di amici, conoscenti, gente che seppur non ci avesse stretto fisicamente la mano consideravamo "amica".

Oggi non c'è più niente. Siamo dei vagabondi e tutto, ma proprio tutto, è possibile. C'è chi chiama questa situazione "libertà", regno delle possibilità. Però è un deserto. Un deserto vero. Non è eRepublik a essersi dissolto come pensavamo, ci siamo dissolti noi come popolo, come community, come unità che dentro si è sempre lacerata e combattuta ma che proprio per questo era viva.

Siamo stati corrotti dalla noia, dall'inerzia. E questa è anche colpa di eRep stesso che è davvero diventato un pay-to-click-to-win. In mezzo a tutta questa desolazione di idee, di coraggio, di voglia di giocare, c'è la Dittatura e la sua inutilità.

L'abbiamo voluta, ce la siamo meritata, perché era inutile. E in questa fase calante dell'eItalia, in questo suo rantolo prima della definitiva morte, l'inutilità è quello che ci consola.