Una manciata di potenze

Day 2,250, 08:14 Published in Italy Italy by Feliks Edmundovic

Nessuna alleanza è un blocco unico.
Certo tende ad avere una sua politica, delle priorità collettive, ma è appunto il risultato di una sintesi tra tante nazioni, tanti gruppi militari e politici, tanti individui con idee spesso molto diverse.

TWO, la nostra grande avversaria non faceva eccezione: sotto il peso della vittoria si è sciolta.
Già da qualche mese in realtà mostrava segni di cedimento, da ben prima che l'ultima alleanza che le si era opposta, CoT, decidesse di arrendersi, ma nelle ultime settimane la situazione si è evoluta fino al punto che TWO non era ormai che un grosso NAP (patto di non aggressione) tra le sue potenze chiave.

E' da alcune settimane infatti che TWO sembra perdere terreno sui campi di battaglia, registrando una capacità difensiva molto inferiore a quella che dovrebbe avere la maggiore superpotenza mondiale.
La realtà però è che ognuno dei gruppi regionali che componevano TWO aveva ormai preso a combattere per conto suo, senza più supportare nè le priorità dell'alleanza, nè i partners meno stretti.
Per dirla in altri termini, TWO restava formalmente in piedi, ma non c'era scambio di danno tra un gruppo e l'altro che la componeva.

Ora anche formalmente l'alleanza è sciolta, e le azioni diplomatiche delle ultime settimane assumono il significato per il quale sono state compiute: il riassestamento di ogni paese in vista di una nuova epoca per il giochino.

In Erep gli attori principali della politica internazionale sono dei gruppi di stati, le "potenze" dl titolo: dare un occhio alle relazioni che ci sono tra di loro ed al loro peso può essere una buona mappa per capire gli sviluppi dei prossimi giorni.

Dividerò questi gruppi a seconda del grado di coinvolgimento nello scontro: posto cioè che questa guerra vedrà la prima forza mondiale (la Serbia) schierata come membro principale di una delle due parti, catalogherò come di primo grado quelle potenze che sono direttamente interessate a schierarsi pro o contro la Serbia, come potenze di secondo grado quelle che hanno un interesse regionale, cioè quelle che scelgono la loro parte a seconda dei propri nemici o alleati regionali e come potenze di terzo grado quelle che potrebbero schierarsi sia con una parte che con l'altra.
Sia chiaro che non è una distinzione di forza, ma solamente di carattere strategico (quindi diplomatico e sopratutto militare).

Potenze di primo grado

Come accennato, questa guerra si dovrà imperniare sulla posizione serba: un pò perché è l'unica nazione che da sola riesce a fare più del 10% del danno di erepublik e un pò perché, malgrado sia politicamente disunita e non abbia una forte struttura statale (e diplomatica) insiste nel volere occupare un ruolo di primo piano nella determinazione delle alleanze.
Fanno parte del gruppo anche Slovenia e Montenegro (più i paesi sotto takeover serbo, Thailandia e Nuova Zelanda): insieme, queste nazioni formano l'area (geopolitica) della sloserbia, a cui si aggiunge probabilmente l'Ungheria.
Quest'ultimo paese ha un forte legame sia con la Serbia che con la Polonia, esercita il 5% dell'influenza mondiale e confina con entrambi: questa posizione, ed eventi passati, avevano fatto mettere in dubbio il loro schieramento a fianco della Serbia, ma le ultime operazioni militari fanno ormai pensare che sceglieranno i loro vicini meridionali.

Direttamente opposti alla Serbia troviamo due blocchi: Spoland, la seconda potenza mondiale dopo la Serbia, formata da Spagna e Polonia, cui si aggiungono il Venezuela per certo, e probabilmente i paesi baltici e le repubbliche ceca e slovacca (attualmente nell'area di influenza ispano-polacca).
L'altra potenza è la nostra, cioè quei paesi che sono il bersaglio storico dei serbi: l'area croata (Croazia, Italia, Bosnia e Albania) e gli USA (spalleggiati dal Messico).

Prima o poi vorrei fare un articolo anche su questa nostra area, e sul fatto che una buona parte del peso internazionale dei croati viene dall'essere i più esperti e specializzati nel rompere le balle alla prima potenza mondiale.

A conti fatti, questo primo livello di scontro riesce a catalizzare circa il 40-45% del danno mondiale, quasi equamente distinti tra le due parti (con un leggero vantaggio per noi): è abbastanza per fare sì che questo sia il conflitto principale e determinante per l'eMondo, ma non è sufficiente per vincerlo: veniamo quindi alle potenze di secondo grado.


Potenze di secondo grado

Sono i gruppi di paesi che non sono direttamente coinvolti nel primo scontro, ma che sono portati, per forza di cose, a scegliere una parte o l'altra, a seconda dei propri obiettivi e alleanze regionali e dopo la scelta fatta dalle potenze del primo "insieme".

A cominciare, i due blocchi contrapposti di Brasile-Perù da una parte, alleati della Spagna, e CUA (Colombia, Uruguay e Argentina), che alla Spagna invece si oppongono.
Il NAP Argentino-Cileno aveva aperto la possibilità che i paesi dell'estremo sud del mondo mettessero da parte le loro storiche antipatie per condurre una politica congiunta.
Sembra però che l'Argentina non abbia intenzione di accogliere questo "invito" cileno, e che si sia già ormai schierata a fianco della Serbia, in funzione antispagnola.
Questo influisce sulla posizione cilena, che però ho messo tra le potenze di terzo grado proprio perché, col NAP, si sono tirati fuori dagli automatismi visti finora.

Le altre potenze che si troveranno a dover fare una scelta sono quelle ex-EDEN, cioè quella parte che dopo lo scioglimento di EDEN si sono schierate proTWO.
Gli ex-EDEN per ora erano divisi in Romania-Portogallo-Moldavia, Grecia-Turchia-Israele e Cina-Taiwan (che però metto tra quelle di terzo grado).
Il gruppo romeno è già dato per schierato a fianco della Serbia: è la Romania che ha fatto venire meno EDEN, e non è probabile che il vecchio accordo tra Croazia e Romania si instauri nuovamente adesso.
In più ci sono delle ragioni più complesse per cui sia Serbia che Romania trovano conveniente collaborare, legate al fatto che finché Budapest resta in un'alleanza, Bulgaria e Macedonia ne staranno fuori: malgrado l'affinità tra i serbi e i bulgaro-macedoni, nel breve-medio periodo per la Serbia è conveniente che siano gli ex-EDEN e non gli ex-CoT ad essere schierati al suo fianco.

Grecia-Turchia-Israele è invece la potenza in discussione in questi giorni: mentre la Turchia è probabile che seguirà l'Argentina nella sua scelta (pur restando formalmente neutrale), a causa dei solidi legami con il paese sudamericano (condivisi con l'Ucraina) e il forte supporto polacco al riottoso vicino iraniano, la scelta della Grecia è meno scontata.
La Grecia infatti ha visto indebolirsi i legami con la Turchia, a causa dell'episodio dello scontro su Cipro e il venire meno della minaccia rappresentata dai bulgaro-macedoni.
La scelta della Grecia potrebbe determinare gli equilibri di medio termine, perché è un paese che schiera un danno considerevole, e sopratutto è la nazione che spende mediamente di più in erepublik, il che vuol dire che nelle battaglie cruciali i greci sparano di solito parecchio di più della loro media normale.


Potenze di terzo grado

Cioè quelle che avranno la maggiore capacità di azione una volta che anche le potenze di secondo grado si saranno schierate.
Lo ripeto: la mia non è una distinzione di forza, e solo relativamente di influenza: il criterio maggiore di questa divisione è il tempo nel quale queste potenze possono attirare più attenzione e peso contrattuale.

Cile-Paraguay-Indonesia è il gruppo ex-CoT a guida cilena, ed è anche l'unica delle tre potenze di questo insieme che non sia in declino: anzi, la diplomazia cilena è diventata una delle più avanzate nel mondo per capacità di analisi e di elaborazione.
Queste capacità hanno portato i cileni ad elaborare una politica molto indipendente e creativa: il NAP con l'Argentina li ha allontanati da Spagna e Brasile, ed ha aperto l'ipotesi che i brasiliani stessi avevano avanzato alcuni mesi fa: un'unione sudamericana che utilizzasse il peso del continente (preponderante nelle ore notturne della pur forte europa) per negoziare in blocco con il Vecchio continente.

Una possibilità che sembra essere tramontata con l'adesione argentina alla causa serba, ma che ha dato al Cile una statura ed una posizione diversi da prima.
Non è più così scontato che questo blocco si schieri a fianco dei propri vecchi alleati di CoT, né che si opponga o si unisca alla Serbia: potrebbe intraprendere ognuna di queste strade, e questo dà al Cile una possibilità che, se ben sfruttata, potrebbe aumentare di molto il loro peso su scala mondiale, e quindi nel continente sudamericano.

Macedonia-Bulgaria-(Russia) è l'altra potenza ex-CoT, che sembra per ora essere indirizzata verso il blocco Spoland. Sul breve periodo in effetti questa sembra essere la loro possibilità maggiore, perché i loro nemici regionali (Turchia, Romania, Argentina e forse Grecia) si schiereranno probabilmente pro-Serbia.
Esiste però un'ostilità croata nei confronti della Bulgaria, motivata a parole con i trascorsi della Bulgaria in EDEN. In realtà però c'è probabilmente un calcolo dietro, perché coi dati sottomano sono gli ex-EDEN e non gli ex-CoT ad essere l'ago della bilancia, quindi al fronte ispano-polacco-croato sarebbe più conveniente, in termini di danno e di crescita, che Bulgaria e Macedonia stiano sul fronte opposto.
E' comunque una cosa che si vedrà sul medio-lungo periodo, perché sul breve, come accennato prima è probabile che la Turchia resti pro-Serbia e Macedonia-Bulgaria pro-Spoland.

Cina-Taiwan-NordCorea è l'ultima potenza di cui analizzo qui la posizione.
La Cina è il più imperscrutabile degli attori sul piano internazionale, e da quando EDEN è caduta ha continuato a tenere aperte le proprie possibilità, assumendo nel proprio ministero degli esteri sia persone considerate pro-TWO che cittadini croati o antiserbi.
La Cina, benché in declino occupa comunque tuttora una posizione geografica invidiabile ed ha un danno non irrilevante, che potrebbe essere uno degli aghi della bilancia globale.
Di fronte ad un intensificarsi dello scontro è possibile che le pressioni perché la Cina prenda posizione aumentino, ma non è detto quale parte sceglieranno.
La Cina finora ha garantito un solido legame con la Turchia, ma con Stati Uniti (di certo) e Russia (forse) schierati contro la Serbia, la Cina potrebbe decidere di volgere le proprie attenzioni al nostro schieramento.




In conclusione, la situazione è complessa e sono molti gli scenari che potrebbero delinearsi dalla combinazione di queste e altre variabili.
Ciò che resta sicuro è che la maggior parte del danno di erep resta concentrato in Europa, e la rottura dell'accordo tra le maggiori potenze di questo continente (accordo che andava sotto il nome di TWO) porterà alla guerra.
Come, quando e dove la guerra scoppierà determinerà molti degli equilibri futuri.
Il primo scontro lo stiamo vedendo in Italia: per il nostro schieramento, questo è un bene.


Vostro,
Feliks