Sirius e politica militare

Day 2,282, 12:31 Published in Italy Italy by Feliks Edmundovic

Questo è un articolo che avrei voluto scrivere qualche giorno fa, ma pigrizia e rl mi hanno trattenuto. C'è da dire comunque che gli articoli di FuXxXxX hanno detto bene quello che c'era da dire su Sirius, quindi sarò schematico su questa prima parte.


La nascita di Sirius

No, gli articoli di FuXxXxX non sono contraddittori. Ciò che noi vogliamo e dobbiamo volere è un'alleanza in cui ad ogni nazione è riconosciuta la stessa dignità. Non è una questione di peso all'interno dell'alleanza, nè una faccenda di principio. Il punto è che dobbiamo vincere questa guerra, e lo possiamo fare soltanto se tutti i combattenti di quest'area lottano uniti ed organizzati per l'obiettivo.

E' una questione di volontà, individuale e collettiva: volontà che non esiste se dobbiamo ricevere degli ordini senza essere coinvolti nella stesura della strategia.
E' questione di fiducia: è la fiducia che vincerà questa guerra, ed è la fiducia che sta mancando adesso, pur essendoci tutta la forza militare e diplomatica necessarie.

L'obiettivo è e deve rimanere entrare a pieno titolo in Sirius: è vero che la Bulgaria ci ha sempre trattati con rispetto e considerazione, è vero che l'alleanza che va formando sarà probabilmente molto attenta ai paesi piccoli.
Però è geograficamente distante da noi, ed i nostri alleati più stretti sono in Sirius.
Per cui è Sirius la nostra prima scelta, e perché Sirius vinca deve prevalere la nostra posizione.

Per cui si, non essere tra i membri fondatori è stato uno smacco: annunciato, ma pur sempre un segnale negativo per le nostre possibilità di vittoria.
Dall'altra parte però la Carta dell'alleanza sancisce un'organizzazione paritetica: ciò che abbiamo voluto e per cui abbiamo esercitato molta pressione, a fianco di Albanesi e Brasiliani.
Voglio essere chiaro: non credo sia merito di questo Paese, né del suo Governo se Sirius si è data questa Carta.
Però è fuori di dubbio che abbiamo dato il nostro contributo a creare un fatto oggettivo: un gruppo di nazioni minori fortemente impegnate perché questa sia un'alleanza democratica.
Non so se questo fatto sia stato decisivo (può anche darsi di si, non ho gli elementi per dirlo), quello che so però è che le battaglie non si vincono con "tanto danno", si vincono col 50%+1.
E i paesi minori di Sirius rappresentano almeno un quinto del danno dell'alleanza, che è molto più del "+ 1" che serve per prevalere.


La strada da fare è ancora molta: abbiamo una bella Carta, ma noi siamo tuttora fuori e la situazione militare è pessima.
Sirius però ha la forza che le serve, ha i migliori comandanti militari e diverse tra le migliori diplomazie dell'eMondo.
Sirius ce la può fare, e noi abbiamo le risorse e l'organizzazione per fare la nostra parte: abbiamo dei limiti, ma abbiamo anche qualcosa da dare.
Non dimentichiamocelo.



Politica militare


Fino a qua ho parlato di come "spendere" e investire il nostro danno militare, ora vorrei entrare nel merito dell'organizzazione di questo danno.

Voglio specificare una cosa: questi sono i due elementi della politica in Erepublik. Come organizzare il danno e come orientarlo, tutto il resto è contorno.
Con questo voglio dire due cose: 1. una politica efficace in Erep non può che basarsi su questi due punti; 2. comunque una politica serve: non "basta sparare", ci vuole organizzazione e pianificazione per vincere.

Io ho delle opinioni su come andrebbero fatte le cose, ma lo scopo di questo articolo non è parlare del mio punto di vista: ci sarà tempo per farlo.
Ciò che voglio fare è invece aprire questo dibattito: è troppo tempo che l'attenzione pubblica di questo paese non si concentra su questi problemi, e ciò che voglio fare è risollevare la questione.
Anzi le questioni, che sono queste:

1. La tattica.
Che è diversa dalla strategia nella misura in cui una strategia si fa per raggiungere un obiettivo, mentre la tattica è il modo in cui si combatte, in pratica.

Una tattica per esempio è quella di liberare ciclicamente le regioni occupate per mantenere basso il bonus determinazione: quello che, per inciso, stanno facendo i Serbi nel nostro paese.
Fino ad ora abbiamo sostanzialmente ignorato questo fatto: se non ci sono battaglie estere si combatte in Italia, si fanno TP e ci si diverte in casa.
Finora è stato normale, ma siamo sicuri che agendo in questo modo stiamo facendo il nostro interesse?

E' una questione che va affrontata, e non è per niente scontata: perché da una parte c'è la possibilità di aprire il mercato del lavoro quando abbiamo almeno una regione, il che può essere importante per i nuovi.
Dall'altra, agendo in questo modo stiamo probabilmente facendo il gioco dei serbi, abbassando il bonus determinazione nei nostri territori e quindi rendendo più difficile la nostra riconquista mensile per il congresso (e impegnando delle forze che potrebbero essere più utili altrove).


2. Le divisioni.

Finora abbiamo investito tutto sulla d4: i supplies delle MU e gli ordini di battaglia sono stati tutti volti all'obiettivo di passare più gente possibile in d4 nel minor tempo possibile.

Ma siamo sicuri che sia la soluzione giusta?
Può esserlo, non dico di no, ma è anche una politica che ha creato quegli obbrori tipo il mio profilo: d4, GoW e neanche 20k di forza, cioè una pulce in una lotta tra giganti.

La nuova riclassificazione delle divisioni ci dà modo di porci di nuovo questa domanda: posto che i d4 devono senz'altro sparare il più spesso possibile, e così anche i d1, la domanda è se anche i d2 e i d3 debbano fare altrettanto.
Ci sono paesi (tipo il Cile) che hanno risposto a questa domanda investendo anche su d2 e d3, per fronteggiare un nemico (l'Argentina) con una d4 potente.
Anche noi abbiamo un nemico molto forte in d4, la Slovenia (che è forte solo lì): i buoni risultati del Cile contro l'Argentina forse dovrebbero portarci a riflettere di più sull'opportunità di investire ancora tutto in d4.


3. I supplies e le MU.


E' un tema strettamente collegato con quello precedente, cioè la domanda è se i supplies (specialmente per le d2 e d3) vadano dati sempre, oppure solo in occasione di determinate battaglie, che possono essere quelle per il congresso, quelle degli strikes o comunque quelle in cui abbiamo l'intenzione di vincere.

E' un discorso che quindi si collega a sua volta con i finanziamenti EI, che in questi giorni sono di nuovo argomento d'attualità vista la riduzione degli introiti dell'Esercito.
Cioè posto che un esercito nazionale serve e va garantito (e su questo mi pare che siamo tutti d'accordo), che servizio bisogna offrire? Che messaggio dobbiamo trasmettere ai combattenti? Combattere sempre, o solo in determinati momenti?

A questo aggiungo una domanda che è il caso di farsi con l'introduzione dei nuovi booster: non è forse il caso che per le battaglie importanti ci organizziamo in modo che tutti i soldati italiani entrino in una MU sola, così da sfruttare i booster collettivi?


4. Reparti speciali.

Un altro argomento che non riceve nessuna attenzione, eppure potrebbe diventare decisivo in molte battaglie: ci sono dei gruppi di giocatori con un interesse specifico, penso ad esempio a chi combatte abitualmente nelle guerriglie.
Non è il caso di cominciare a ragionare sulla possibilità di riunirli in un'unica unità specializzata, che possa massimizzare il danno e coinvolgere nuovi combattenti?

Altra cosa: in Polonia esiste un sistema per contattare via sms un certo numero di combattenti, che credo sfrutti i siti con cui si possono inviare messaggi gratis dal web, o un contratto dal costo molto contenuto.
Potremmo pensare di organizzare anche noi una cosa del genere, magari per i d4, se loro sono disponibili.
Una sorta di unità di pronto intervento, molto mobile, per tappare le falle dell'ultimo minuto, e che potrebbe essere molto utile a livello internazionale.



Conclusioni

La mia opinione, a farla breve, è che dovremmo investire in d2 e d3 (cioè mantenere più a lungo i players in queste divisioni), combattere tutti soltanto in determinate occasioni (e armare invece sempre d1 e d4) ed in quelle occasioni entrare tutti in un'unica MU, organizzare un mercato del lavoro parallelo e queste unità di specialisti.
Tutto ciò non tanto con l'obiettivo di ingrossare l'influence giornaliera, ma quello di vincere le battaglie, concentrando il danno anziché spalmarlo sette giorni su sette.

Lo scrivo comunque per incoraggiare il dibattito: lo scopo di questo articolo non è assolutamente quello di convincervi di ciò che penso io.
Ho scritto questo papiro perché in primo luogo vorrei che la piantassimo di credere che fare politica significhi giocare al gioco delle sedie e sputarsi addosso.

Di deficienti se ne vedono già abbastanza al telegiornale: almeno qua cerchiamo di ragionare concretamente e trovare delle soluzioni.
Per cui vi invito a leggere e sopratutto esprimervi su questi temi, perché queste sono le scelte che un paese deve affrontare se vuole essere competitivo in un gioco che è prevalentemente sociale, globalizzato e di guerra.



Vostro,
Feliks


P.s.: se qualcuno vuole approfondire la faccenda di Sirius, qui http://pastebin.com/Knkqkwfs c'è un pastebin con due interventi un pò più approfonditi che ho fatto in Congresso.

P.s.2: so che "qualcuno" mi risponderà dicendo che l'unica cosa da fare è aumentare le sovvenzioni per i più giovani, così da aumentare la forza complessiva del paese.
Invito però preventivamente queste persone a considerare il fatto che questa non è un'economia reale, in cui ogni euro investito tende a restare dentro il sistema.
L'economia di eRepublik ha un grosso afflusso di risorse dall'esterno (acquisto di gold) e verso l'esterno (spesa di gold e cc), per cui gli assunti di Keynes sugli effetti della spesa pubblica qui non si applicano così automaticamente come in real life.