Costituzione: una proposta
Feliks Edmundovic
L'idea che una costituzione non serva, perché esistono già le regole del gioco è molto vecchia, al punto che è stata uno dei principi ispiratori della costituzione attuale.
E' un ragionamento che è sempre nato in ambienti militari, per sfiducia verso i battibecchi parlamentari identificati come "politica": un modo per mostrare insofferenza verso gli interminabili dibattiti del Congresso.
A questa posizione viene spesso risposto parlando di vaga "democrazia", o peggio dicendo che tanto è un gioco, e se la gente si diverte a discutere va bene che lo faccia.
Non son per niente d'accordo né con gli uni né con gli altri.
Son dei ragionamenti che non stanno in piedi: è come credere che la forza militare sia estranea e indipendente al grado di efficienza della politica e viceversa. E' lo stesso ragionamento di chi pensa che "l'estero" sia un comparto misterioso e nettamente separato dai nostri affari interni italiani.
E' vero, il gioco ci dà possibilità limitate riguardo alle decisioni che possiamo prendere, ma non definisce il significato di queste azioni, né le mette in relazione l'una con l'altra.
Sono queste le due cose che fa una comunità per restare viva.
Potremmo limitarci a fare mpp, ne e cambiare le tasse se stessimo giocando in single player, ma finché siamo almeno in due avremo sempre bisogno di coordinarci, e la costituzione è lo strumento per capire in che modo dobbiamo coordinarci, che rapporti devono intercorrere tra di noi.
Rapporti chiari e istituzioni ben strutturate significano efficienza e forza.
Rapporti confusi e istituzioni instabili significano perdere un sacco di tempo a darci addosso per definire i rispettivi spazi.
Non mi dilungo oltre e non mi esprimo sul dibattito in corso tra assemblea costituente o comitato di revisione: secondo me, prima parliamo di come vogliamo cambiare la costituzione, poi troveremo lo strumento più adatto per cambiarla.
Quindi, venendo al sodo.
Una proposta: Governo e Congresso
La costituzione attuale è un elenco di procedure, che non definisce il confine tra le competenze del Governo e quelle del Congresso se non in maniera derivata, e quindi largamente opinabile.
Questo vuol dire che le due istituzioni maggiori del nostro paese si occupano delle stesse cose, pestandosi i piedi a vicenda.
Dato che nemmeno le regole del gioco stabiliscono un confine chiaro, ad entrambi gli organi viene chiesto tutto e niente: dipende dalle singole personalità farsi valere e fare in modo che le leggi si adattino al proprio operato.
Chi non si oppone con ogni mezzo all'avversario si convince d'essere debole, e diventa debole: prevale, in teoria, chi riesce a gabbare l'altro e farla franca.
In realtà però non prevale, e lo scontro eterno continua.
Ora, se vogliamo un sistema più efficiente (ed efficace) dovremo affrontare questo problema.
Ad esempio separando le competenze dei due organi e assegnando a ciascuno il compito di vigilare sull'area dell'altro.
Nello specifico, al Governo gli Esteri e la Difesa, al Congresso Interni ed Economia.
Il Governo va a gestire le aree che hanno bisogno di tempestività, attraverso i ministeri: i ministri di Interni ed Economia vanno invece ad avere un ruolo di controllo sugli Enti del Congresso.
Il Congresso, specularmente, amministra* Economia ed Interni attraverso gli Enti, cioè si va ad occupare di quei settori che richiedono costanza e continuità, e monitora la politica del Governo attraverso l'approvazione degli mpp e la dichiarazione del NE.
In questo modo sanciremmo quella specializzazione utile che si sta già creando da alcuni mesi a questa parte, con lo sviluppo di Esteri-Difesa e la nascita degli Enti.
Da un lato infatti in questo modo rendiamo più snelli entrambi gli organi, dall'altro ne rafforziamo il reciproco controllo.
Cioè meno competenze ma più solide e chiare, meno poltrone da conquistare e più meccanismi di controllo reciproco.
Meccanismi che vanno definiti secondo questo principio di divisione del lavoro, in modo che risultino chiari e sopratutto utili a liberare forze per la crescita del paese, anziché nel tenersi reciprocamente a bada.
Questa non è l'unica cosa che dovremmo fare, secondo me, però è un punto di partenza se vogliamo provare ad uscire dallo scontro a somma zero che impegna le nostre forze ormai da anni.
*Come mi fa notare Winston aka Squatriota, è più corretto dire che in questo caso il Congresso definisce la politica [degli enti] ma ne demanda l'esecuzione al responsabile.
Comments
pollo negato
In un post cosi lungo ci sta u.u
Mo lo leggo tutto promesso 🙂
D'accordo in toto...
In questo modo il Congresso vigilerebbe sulla cosa più delicata che viene affidata ora al Governo, ovvero l'Economia, permettendo comunque al Governo di svolgere i suoi obiettivi principale che a mio avviso sono e sempre saranno Esteri e Difesa. Gli interni possono essere affidati al Congresso, anche perché si parla di un Ministero abbastanza tranquillo, in quanto a ritmi e dinamiche.
In definitiva è una bella proposta!
Ach, maledetto feliks, dice sempre cose giuste 😛
ma non esiste!!!
hai detto:
Nello specifico, al Governo gli Esteri e la Difesa, al Congresso Interni ed Economia.
al congresso va solamente il controllo dell'operato del governo e la proposta di leggi che il giochetto permette!!!
avete una visione del gioco strana, oppure è la mia visione che è strana uno di noi due sta sbagliando!!
Il punto è che le regole del gioco sono poche proprio perché le comunità possano autorganizzarsi: la politica degli admin è questa.
Se facessimo come dici tu dovremmo abolire tutti gli Enti, abolire la speculazione, abolire la farnesina e abolire l'esercito statale.
Cioè renderci un paese ancora più debole.
Un esempio a seguire grande!!!
quindi spetta un po'... i soldi che servono per la difesa sono completamente in mano del congresso (anche piu' di ora)?
Nono, per i fondi della difesa e degli mpp non cambierebbe nulla, a parte che il governo avrebbe più tempo e attenzioni da dedicarci.
Ottimo Feliks, d'accordo su tutto.
Discuterei, inoltre, solo sulla aggiunta, ai poteri del CP, del diritto di veto sulle leggi (modello americano) o di rimandare le leggi al Congresso (modello italiano)
Il Congresso già ha il potere di controllare il CP e di sfiduciarlo (impeachment)
D'accordo o7
No.
Perché.
così.
glab
Perchè lui è hipster
E' quello che c'è già. Sancirlo a livello Costituzionale significa imporre una divisione che non sussiste, oppure effettivamente gli Esteri sono una cosa separata dagli Interni?
C'è già o non sussiste?
C'è già, ma sussiste logicamente?
no, nun te capisco.. spiegati
Nel senso, la divisione c'è già di fatto. Ma da un punto di vista logico e funzionale, ha senso? Faccio questo discorso in relazione ad un eventuale testo Costituzionale: se la divisione attuale è un malcostume, lo si deve combattere e quindi scrivere la Costituzione in un modo. Se è una cosa buona, funzionale, allora bisogna scrivere la Costituzione in un altro modo.
Per come la vedo io, separare così nettamente i due ambiti (Interni ed Esteri) significa che i Governi non faranno nulla all'Interno, e il Congresso non capirà nulla di Esteri. Separare senza sintetizzare in qualche figura porterà a questo, e secondo me non è una cosa buona. Come può un Governo relazionarsi con le MU (per fare un esempio) senza avere una minima cognizione o un minimo le mani in pasta in quello che accade nel mondo degli Enti?
Tu parli di "figure di controllo". Ma difficilmente queste figure faranno mai alcunché. Anche se,immaginandole completamente in buonafede e desiderose di impegnarsi, relazionassero al CP eventuali problemi, questi che cosa può fare? Riferire in Congresso, dove tanto conta come il due di picche?
Ti rispondo col ragionamento che mi opponeva Winston, cioè che comunque è una maggioranza a governare, sia in un'istituzione che nell'altra.
La sintesi è nella maggioranza politica indicata dalla popolazione, che sceglie chi eleggere nei due organi con competenze distinte (e interdipendenti).
Questo vuole dire anche che si indebolisce lo spettro del "se l'avversario vince queste elezioni, ha tutto il potere" e che si impone un dialogo maggiore.
Sul controllo, dipende: se facciamo in modo che i ministri supervisori abbiano la possibilità di sollevare i responsabili degli enti in caso di sabotaggio manifesto (con parametri oggettivi), il controllo diventa reale.
Cioè, come dice Giogallo, fare in modo che anche il governo abbia una sorta di potere di impeachment in alcune situazioni.
Il problema, Feliks, della prima parte del tuo discorso è semplice: il Congresso non ha una maggioranza fissa. Il Governo sì. E le due potrebbero essere diverse., o non cooperare. Ma comunque non c'entra, non stiamo discutendo della legittimità del controllo di una parte o dell'altra, bensì della sua efficacia.
Onestamente non capisco perché debba esserci un dialogo maggiore, dal momento che abbiamo visto quanto poco un Governo ed un Congresso possano collaborare, e non vedo possibili inversioni di tendenza nei prossimi mesi, perlomeno finché la contrapposizione rimarrà pienamente politica.
Quanto al controllo... Non illudiamoci. Un impeach formale non vale proprio nulla, proprio perché formale. In-game non c'è l'opzione "impeach" per qualcosa di diverso che sia il CP.
Peraltro, questi parametri dovrebbero essere definiti caso per caso, situazione per situazione; dovrebbero essere sostanzialmente oggettivi. E essendo, appunto, oggettivi, risulterebbe completamente inutile da un punto di vista politico il controllo da parte del Governo.
Ti stai perdendo nel discorso di principio 😛
Le decisioni che si devono prendere sono:
- indirizzo diplomatico
- strategia militare
- livello delle tasse
- quanti soldi vanno agli enti e con che criteri vengono distribuiti
- con quanti soldi speculare
Di queste, le ultime due sono già nelle mani del congresso, mentre la terza è votata dal congresso sulla base di una proposta governativa.
E' una divisione naturale, perché il governo si occupa meglio delle prime due, e il congresso è fatto per occuparsi delle altre.
Possono esserci politiche contraddittorie in ogni caso, malgoverno e divisioni sono cose che una costituzione non può cambiare.
Però può dare la competenza di fare agli organi che più agevolmente possono svolgere un lavoro, e fare in modo che l'altro vigili.
E' questo che fa una costituzione: dividere il lavoro perché sia svolto efficacemente e istituire i giusti controlli.
Dare lo stesso lavoro a tutti crea solo confusione, immobilismo e ritardo.
Forse XD
Il problema è che la situazione attuale non è mai stata sperimentata sinora. Abbiamo iniziato a camminare su questa strada (circa) un annetto fa. E merito (o colpa) di questo va a BNCsuke, con l'istituzione dell'ENPS, perlomeno secondo me (ma quest'inciso non c'entra).
Per cui, è davvero tanto naturale che il Congresso governi, e il Governo faccia il Ministero degli Esteri/Difesa? Secondo me semplicemente no, perché se la divisione dei poteri è necessaria per efficacia e rapidità, non c'è niente di peggio del lavoro a "compartimenti stagni". Ed è in questa strada che stiamo andando, io credo. Non c'è nessuna figura che possa in qualche modo dare l'input e gestire il rapporto tra Governo e Congresso, Esteri ed Interni.
Se il Congresso, in maniera abbastanza parodistica, controlla l'operato del Governo nella sezione apposita del forum (ma cosa poi? Una minima parte di un iceberg sommerso), pensare che il Governo controlli l'operato del Congresso è estraneo alla logica del game. E quindi, semplicemente, i due organi si ignorano per gran parte del tempo.
Se non si formalizza questo potere si elegge un presidente vuoto, tanto é vero che nei fatti si é imposta questo doppio controllo. senza di cio nessuno stato democratico vive
mi è piaciuto l'articolo. Non saprei se può essere una soluzione giusta, ma almeno ne stiamo discutendo, votato.