Costituzione: una proposta

Day 2,236, 11:04 Published in Italy Italy by Feliks Edmundovic
NOTA: WoT inside. I pigri vadano direttamente al paragrafo "Una proposta: Governo e Congresso".



L'idea che una costituzione non serva, perché esistono già le regole del gioco è molto vecchia, al punto che è stata uno dei principi ispiratori della costituzione attuale.

E' un ragionamento che è sempre nato in ambienti militari, per sfiducia verso i battibecchi parlamentari identificati come "politica": un modo per mostrare insofferenza verso gli interminabili dibattiti del Congresso.

A questa posizione viene spesso risposto parlando di vaga "democrazia", o peggio dicendo che tanto è un gioco, e se la gente si diverte a discutere va bene che lo faccia.


Non son per niente d'accordo né con gli uni né con gli altri.


Son dei ragionamenti che non stanno in piedi: è come credere che la forza militare sia estranea e indipendente al grado di efficienza della politica e viceversa. E' lo stesso ragionamento di chi pensa che "l'estero" sia un comparto misterioso e nettamente separato dai nostri affari interni italiani.

E' vero, il gioco ci dà possibilità limitate riguardo alle decisioni che possiamo prendere, ma non definisce il significato di queste azioni, né le mette in relazione l'una con l'altra.
Sono queste le due cose che fa una comunità per restare viva.
Potremmo limitarci a fare mpp, ne e cambiare le tasse se stessimo giocando in single player, ma finché siamo almeno in due avremo sempre bisogno di coordinarci, e la costituzione è lo strumento per capire in che modo dobbiamo coordinarci, che rapporti devono intercorrere tra di noi.

Rapporti chiari e istituzioni ben strutturate significano efficienza e forza.
Rapporti confusi e istituzioni instabili significano perdere un sacco di tempo a darci addosso per definire i rispettivi spazi.


Non mi dilungo oltre e non mi esprimo sul dibattito in corso tra assemblea costituente o comitato di revisione: secondo me, prima parliamo di come vogliamo cambiare la costituzione, poi troveremo lo strumento più adatto per cambiarla.

Quindi, venendo al sodo.


Una proposta: Governo e Congresso


La costituzione attuale è un elenco di procedure, che non definisce il confine tra le competenze del Governo e quelle del Congresso se non in maniera derivata, e quindi largamente opinabile.

Questo vuol dire che le due istituzioni maggiori del nostro paese si occupano delle stesse cose, pestandosi i piedi a vicenda.

Dato che nemmeno le regole del gioco stabiliscono un confine chiaro, ad entrambi gli organi viene chiesto tutto e niente: dipende dalle singole personalità farsi valere e fare in modo che le leggi si adattino al proprio operato.
Chi non si oppone con ogni mezzo all'avversario si convince d'essere debole, e diventa debole: prevale, in teoria, chi riesce a gabbare l'altro e farla franca.
In realtà però non prevale, e lo scontro eterno continua.


Ora, se vogliamo un sistema più efficiente (ed efficace) dovremo affrontare questo problema.


Ad esempio separando le competenze dei due organi e assegnando a ciascuno il compito di vigilare sull'area dell'altro.

Nello specifico, al Governo gli Esteri e la Difesa, al Congresso Interni ed Economia.

Il Governo va a gestire le aree che hanno bisogno di tempestività, attraverso i ministeri: i ministri di Interni ed Economia vanno invece ad avere un ruolo di controllo sugli Enti del Congresso.
Il Congresso, specularmente, amministra* Economia ed Interni attraverso gli Enti, cioè si va ad occupare di quei settori che richiedono costanza e continuità, e monitora la politica del Governo attraverso l'approvazione degli mpp e la dichiarazione del NE.


In questo modo sanciremmo quella specializzazione utile che si sta già creando da alcuni mesi a questa parte, con lo sviluppo di Esteri-Difesa e la nascita degli Enti.
Da un lato infatti in questo modo rendiamo più snelli entrambi gli organi, dall'altro ne rafforziamo il reciproco controllo.

Cioè meno competenze ma più solide e chiare, meno poltrone da conquistare e più meccanismi di controllo reciproco.

Meccanismi che vanno definiti secondo questo principio di divisione del lavoro, in modo che risultino chiari e sopratutto utili a liberare forze per la crescita del paese, anziché nel tenersi reciprocamente a bada.


Questa non è l'unica cosa che dovremmo fare, secondo me, però è un punto di partenza se vogliamo provare ad uscire dallo scontro a somma zero che impegna le nostre forze ormai da anni.



*Come mi fa notare Winston aka Squatriota, è più corretto dire che in questo caso il Congresso definisce la politica [degli enti] ma ne demanda l'esecuzione al responsabile.