[Storia] Nuevo canto de amor

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L’operazione “Barbarossa”, l’attacco nazista all’Unione Sovietica, era iniziata il 22 giugno 1941.

“Disumanizzare i sovietici” era l’obiettivo cosicché tutto diventava lecito: ogni tipo di sevizie e di massacri, lo sterminio razziale, rappresaglie collettive. Ed ancora: vivere dei prodotti dei territori occupati, affamando i civili. “Annientare gli ebrei che appoggiano il bolscevismo e la sua cricca di assassini, i partigiani, è un provvedimento di autoconservazione”: queste erano le direttive impartite all’esercito invasore.

Nel corso della campagna di Stalingrado l’Armata Rossa subì 1.100.000 perdite. Ma il più grande errore dei comandi tedeschi era stato quello di aver sottovalutato il soldato semplice dell’Armata Rossa “Ivan”.

Scoprirono ben presto che militari circondati o in numero decisamente inferiore continuavano a combattere, quando, nella stessa situazione, le loro controparti occidentali si sarebbero arrese.



Nuevo canto de amor a Stalingrado”, Pablo Neruda

"Città, Stalingrado, non possiamo
giungere alle tue mura, siamo lontani.
Siamo i messicani, siamo gli araucani,
siamo i patagoni, siamo i guaranì,
siamo gli uruguaiani, siamo i cileni,
siamo milioni d’uomini.
E abbiamo altra gente, per fortuna, nella famiglia,
ma non siamo ancora venuti a difenderti, madre.
Città, città di fuoco, resisti finchè un giorno
arriveremo, indiani naufraghi, a toccare le tue muraglie
con un bacio di figli che speravano di tornare.

Stalingrado, non c’è un Secondo Fronte,
però non cadrai anche se il ferro e il fuoco
ti mordono giorno e notte.

Anche se muori non morirai!

Perché gli uomini ora non hanno morte
e continuano a lottare anche quando sono caduti,
finché la vittoria non sarà nelle tue mani,
anche se sono stanche, forate e morte,
perché altre mani rosse, quando le vostre cadono,
semineranno per il mondo le ossa dei tuoi eroi,
perché il tuo seme colmi tutta la terra."

Pablo Neruda (traduzione di Salvatore Quasimodo)