Le Magiche Avventure di Xebid - Parte Sesta

Day 3,376, 11:26 Published in Italy USA by Jonas Wilson
Xebid tremava. Gli occhi sbarrati, increduli davanti al lago di sangue che andava espandendosi ai suoi piedi.
Bovroc ansiamava in preda agli spasmi, fiotti rossi e bollicine dalla bocca accompagnavano il raggelante rantolo che emetteva sempre più sommessamente.
Non era ancora spirato quando Adoy, salitogli sul fianco, ghigno scolpito in mezzo al volto rugoso, afferrò la strana arma ossea con le piccole mani, la girò senza compassione nel gigantesco corpo e la estrasse quasi senza sforzo.
Nessuna pietà nei suoi occhi.
Scese dal corpo di Bovroc e si portò all'altezza della testa. Lo fissò negli occhi per qualche secondo, gli sputò in faccia e asciugò la bianca arma sulla sua barba.
Il gigante spirò.

Xebid non riusciva a muoversi. La bocca tremava, come se stesse cercando di parlare ma non trovasse le parole.

"Paura avere non devi" disse Adoy, senza nemmeno guardarlo negli occhi "male farci non potrà più".

"Cosa... cosa..." Xebid piangeva "cosa hai fatto?"

"Fatto cosa ho?" Adoy si era girato e fissava Xebid con aria interrogativa "Salvati entrambi io ho. Ucciso il mostro, ecco! Ringraziarmi dovresti".

"Come hai potuto?" Xebid ora urlava, la rabbia feroce evidente "Si stava calmando! Non ci avrebbe fatto niente! Era buono! Gli stavo parlando... gli stavo parlando... gli stavo...".

I singhiozzi di Xebid, inginocchiato e con la faccia tra le mani, vennero interrotti bruscamente da uno schiaffo di Adoy. Xebid lo fissò a bocca aperta, non capendo.

"Sentire me ora tu devi. Imprevedibile Bovroc era. Inarrestabile la sua furia. Fidarti di me devi: salvati entrambi ho, favore all'umanità ho fatto".

"Cosa... cosa è quello?" chiese Xebid balbettando e indicando la lunga arma che sembrava fatta d'osso in mano ad Adoy "Dove l'hai presa?"

"Ooooh!" disse Adoy, fingendosi stupito "questa cosa è tu chiedi! Ma la Spina d'Orsale essa è, sì, sì. Arma potente essa è. Parlato di essa ti ho già. Bovroc sempre cercata la ha. Sempre con me, però, essa è stata. Dentro di me, sì. Stolto Bovroc era".

Un rumore di zoccoli distrasse i due. Xebid si girò di scatto e vide in lontananza un cavaliere splendente al sole. La sua magnifica armatura luccicava come le acque di un lago a mezzogiorno. L'elmo, sormontato da lunghe code di volpe tinte a quadretti bianchi e rossi, copriva integralmente il volto. Il pesante mantello sobbalzava ritmicamente con l'incedere del cavallo, nemmeno disturbato dal leggero vento.
Xebid si girò verso Adoy ma, di nuovo, non riuscì a trovarlo. Era da solo.

Il cavaliere giunse rapidamente sul luogo dell'uccisione. Xebid era ancora in ginocchio.
Il cavaliere fissava in silenzio il povero ammasso di carne sanguinolento e sembrava non accorgersi nemmeno del giovane. Un piccolo uccello volava alto in cerchi sopra la figura a cavallo.

"Cosa è successo qui?" la voce del cavaliere, resa metallica dall'elmo, trafisse Xebid come una lama e lo scosse dal torpore. Fissò l'elegante figura, un maestoso intreccio di lucidissime lamine metalliche. Parlava con lui ma guardava il povero corpo.

"Non sono stato io" piagnucolò Xebid "è stato un incidente".

"Strano incidente" commentò il cavaliere, finalmente voltandosi verso il giovane Xebid "immagino sia caduto da cavallo, è così? Odio i bugiardi. Stai bene attento".

"Non sono stato io!" insistette Xebid con un moto di orgoglio che suonò più petulante che altro.

"Molto bene" replicò il cavaliere con un sospiro di rassegnazione "verrai giudicato secondo la legge e spero per te che tu non mi abbia mentito. Ma non vedo come ciò possa essere possibile".

"Giudicato?" Xebid non voleva credere a ciò che sentiva "Io non ho fatto niente! E chi sei tu per decidere?"

"Non ho detto che sarò io" disse il cavaliere con tono piatto, a tratti infastidito "verrai giudicato, questo sì, ma non da me. Io ti porterò nella capitale burocratica del Piccolo Paesino, Ilopan. Là verrai giudicato secondo le leggi e là, se verrai trovato colpevole, finirai i tuoi giorni".

"E tu chi sei?" chiese Xebid adirato "Chi sei per dirmi cosa devo fare?"

"Io?" chiese il cavaliere con una punta di ironia e togliendosi teatralmente l'elmo, mostrando un cranio più lucido della corazza, totalmente privo di qualsivoglia traccia di peluria "Io sono Sir Onav. Sir Onav de li Natranyals. Liberatore del Piccolo Paesino e giurato nemico di ogni dittatore".

Il piccolo uccello sopra di lui defecò impudentemente sul lucido cranio scoperto.


----

Fine sesto episodio.
Che fine ha fatto Adoy? Quale destino attende il povero Xebid? Quali sono le intenzioni di Sir Onav e perché deve portare il nostro eroe proprio nella capitale butocratica del Piccolo Paesino?
Non perdetevi i prossimi episodi per le risposte.
Quanto al concorso: sapete individuare le due allusioni ai futuri personaggi? Il vincitore otterrà un ruolo da guest star nei prossimi episodi. Qualora egli dovesse essere stato già previsto, vincerebbe un premio pari alla metà degli endorsement accumulati nelle prime 48 ore da questo articolo.

Onde evitare censure dovute a segnalazioni moleste motivate dalla non attinenza a Erepublik, preferisco rendere esplicito l'ovvio: i personaggi sono caricature di certi giocatori ben identificabili, il piccolo paesino è l'eItalia, gli dei canuti sono i produttori, sviluppatori e moderatori di Erepublik stesso. Inoltre, si fa riferimento a episodi storicamente rilevanti per la nostra eNazione come la presunta espansione imperiale ad opera di Delussac svariati anni addietro.
Mors & Desperatio.
Toodles!