Le Magiche Avventure di Xebid - Parte Nona

Day 3,856, 15:20 Published in Italy USA by Jonas Wilson
Fuori dalle sbarre di una delle celle vuote, ormai da ore, una goccia ritmicamente caduta per volta, andava formandosi una pozza.

Plin. Plin. Plin. Plin. Pausa.
"Plin", continuò una rauca voce.
"Plin", proseguì la seconda.

Plin. Plin. Plin. Plin. Pausa.
"Plin", propose una terza gola, stanca, annoiata, spenta.
"QUA QUA" chiuse Muihger.

Plin. Plin. Un rumore assordante interruppe bruscamente lo stillicidio.

"Rilassati, pivello" intervenne Xebid, più infastidito che altro.

"F*****i, m***a!" sbraitò il ragazzino, esasperato, dopo aver scagliato il proprio rancio, contenitore incluso, contro il muro. "Chiudi quella c***o di fogna o ti sfondo il c***o di cranio con la prossima f*****issima c***o di scodella che quel c***o di b******o di una m***a di un carceriere mi porta! Devi stare zitto, m***a! Hai capito, c***o di un cane rognoso infame? Io ho il diritto di parlare! Ho il diritto di parlare, ho il diritto di parlare, ho il diritto di parlare..."

Xebid sorrideva. Sorrideva sotto l'incolta barba. Sorrideva tra i singhiozzi del giovane.

"Imparerà" disse sogghignando la prima voce.

"Onestamente, spero di no, Onav" rispose la seconda. "Tu che ne pensi, Rdnirg?"

"Il giorno in cui me ne fregherà qualcosa, Edivad, ricordati di fracassarmi il cranio con una roccia pesante quanto l'ego del nostro impavido Xebid" sbottò, caustico, il terzo sgocciolatore, seduto per terra con la schiena poggiata al muschioso muro della squallida cella.

Rdnirg non aveva nemmeno distolto lo sguardo dal modellino alato che aveva costruito mesi prima con feci e la paglia del giaciglio. Passava le giornate così. Seduto, sguardo fisso sul disgustoso parafecaloma che, tenuto strettamente fra pollice e indice, faceva librare pigramente nell'aria, la testa altrove.
Fatta eccezione per l'iroso Eleuname, il giovinetto giunto due giorni prima, Rdnirg era la più recente aggiunta alla scarna compagine di prigionieri in questa ala del penitenziario di Ilopan.
Rinchiuso in cella appena un mese prima, il cupo barbaro glitterato aveva consistentemente mostrato un fermo rifiuto per ogni forma di socializzazione, preferendo ai compagni di cella i propri prodotti enterici, quantomeno una volta muniti di ali di paglia.
Solo Edivad sembrava in grado di fargli sfuggire più di due parole di fila. Certo, la maggior parte delle parole erano, in realtà gruginiti di esasperazione ma in gattabuia si prende pur sempre quel che si può. O, almeno, così insisteva Edivad, quasi a vantarsi delle implicite numerose esperienze similari.

Xebid si era ormai abituato alla realtà carceraria. Vicini di cella che arrivavano e poi sparivano, l'odore della sbobba di Kcuilg, il volatile dispettoso che amava defecare nel suo cibo, il papero antropomorfo Muihger che usciva di prigione ogni mese e vi rientrava, piume arruffate, sempre pochi giorni dopo, l'ululato di Suportnacil. Tutto costituiva, pur negli aspetti più variabili, una stabile e rincuorante routine cui Xebid si era presto appigliato per conservare quel minimo di stabilità mentale che sapeva gli avrebbe permesso di arrivare vivo alla inevitabile libertà.

"Come vuoi" sbuffò Edivad, con ironica esasperazione "che poi non ci si lamenti, però, dell'intollerabile mortorio che è diventato questo posto"

"È una prigione, idiota. Cosa ti aspetti?"

"Lasciami fare, Onav" replicò Edivav con un sorriso sornione "Ho ravvivato posti più deprimenti di questo"

"Fai quello che vuoi ma, per carità dell'Onnipotente Otalp, fallo in silenzio"

"E dove sarebbe il divertimento in ciò? Guarda Xebid! Xebid mi capisce. Si è anche fatto quello schifo di barba usando pagliericcio e piume di piccione. Non so quanto realmente fosse sua intenzione ma ha reso superflua metà della mia vis comica. Guardalo in faccia e dimmi che non ti si viene da ridere"

Onav sogghignò, Rdnirg sbuffò, Muihger starnazzò e Xebid, rosso in volto, si staccò lentamente la posticcia peluria facciale. Ed Eleuname continuò a singhiozzare abbracciandosi le gambe.

All'improvviso il sordo rumore della pesante serratura e, di colpo, si aprì la porta di accesso alla prigione.

"Eleuname No Zerogo" tuonò Kcuilg "il processo per giudicare i tuoi crimini è stato fissato per domani mattina. Fai pace con i tuoi dei e preparati a soffrire"

"Wow!" intervenne Edivad "tre giorni per iniziare un processo? Onav, perché non lo hai fatto fuori prima, il tuo dolce Ekusimay? Diavolo, Xebid sta ancora aspettando il suo! Quant'è che aspetti la chiamata del Gran Burocrate -buonanima-, Xeb? Un anno?"

Il vecchio Sir Onav digrignò sonoramente i denti ma, prima che il suo ruggito potesse trasformarsi in parole, il carceriere si girò di scatto verso Xebid, occhi sgranati, ed esclamò "E tu che ci fai qua?"

Xebid balbettava incoerentemente, incerto di ciò che stava accadendo intorno a lui.

"Tu non dovresti essere qua" insistette Kcuilg "tutti i processi di responsabilità del defunto Gran Burocrate Ekusimay sono stati annullati e chiunque sia stato imprigionato col suo sigillo è stato rimesso in libertà"

"Non... non capisco" non capì Xebid.

"Mesi fa sono venuto a cercarti ma non c'eri più. Al tuo posto ho trovato un vecchio con una magnifica barba. Ho immaginato fossi scappato e che al tuo posto qualcuno avesse messo un disperato preso dalla strada per tenere compagnia al papero"

"Non... non comprendo" non comprese Xebid.

"QUA QUA!" si risentì Muihger.

"Sei libero, idiota" concluse Kcuilg.

Libero. Xebid era libero.
A onor del vero, lo era stato per buona parte della sua prigionia ma, almeno per il momento, scelse di non dare troppo peso alla cosa.



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Fine nono episodio.
Cosa è successo? Perché Xebid è libero? Chi sono i suoi nuovi compagni di cella e perché Sir Onav ha ucciso il suo amante Ekusimay? Cosa farà Xebid, ora che è libero?
Non perdetevi i prossimi episodi per le risposte.

Vorrei aggiungere, a pubblicazione avvenuta, un ringraziamento speciale a Davidebkk per la passione e fedeltà dimostrate.
Grazie, Edivad, senza di te nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.

Onde evitare censure dovute a segnalazioni moleste motivate dalla non attinenza a Erepublik, preferisco rendere esplicito l'ovvio: i personaggi sono caricature di certi giocatori ben identificabili, il piccolo paesino è l'eItalia, gli dei canuti sono i produttori, sviluppatori e moderatori di Erepublik stesso. Inoltre, si fa riferimento a episodi storicamente rilevanti per la nostra eNazione come la presunta espansione imperiale ad opera di Delussac svariati anni addietro.
Mors & Desperatio.
Toodles!