L'oracolo del Sole PT.4 - Maiale D'Assalto

Day 5,985, 06:34 Published in Italy Italy by Avrelivs



Nel crepuscolo della tarda età imperiale romana, mentre l'aria si faceva fredda e le strade si svuotavano, Roma appariva come un'ombra del suo antico splendore.
Le strade, solitamente affollate e vibranti di vita, erano ora deserte, avvolte in un silenzio sinistro.
L'oscurità minacciava di avvolgere la città, ma in mezzo a queste vie vuote, tre figure si muovevano con determinazione. Sigfrid, Emidio e Avrelivs, accompagnati da un insolito compagno di viaggio: un maiale vestito con una strana armatura.

Tra le poche anime rimaste a vagare per le strade deserte, il loro passaggio non passava certo inosservato.

I tre soldati si fermarono di fronte al maestoso tempio del dio Sole, con le sue colonne di marmo che si stagliavano contro il cielo crepuscolare. Avrelivs, con il maiale al suo fianco, si rivolse ai suoi compagni con determinazione.
"Ricordami perché abbiamo portato con noi questo maiale?" chiese Sigfrid, il più anziano del gruppo, con un'aria scettica.
Emidio, guardando il maiale con sospetto, rispose: "Non mi sembra proprio il compagno di viaggio ideale."

Avrelivs si schiarì la gola prima di rispondere: "L'ho trovato in un villaggio germanico durante le nostre razzie. Inizialmente, avevo intenzione di farlo a pezzi per il nostro pranzo, ma quando l’ho guardato negli occhi, vidi qualcosa di familiare, di umano. Non potevo ucciderlo."

Sigfrid e Emidio scambiarono uno sguardo perplesso. "Quindi lo hai portato con te?" chiese Sigfrid, sollevando un sopracciglio.
"Esattamente," rispose Avrelivs con fermezza. "È diventato un amico, un compagno. E anche se potrà sembrare strano, credo che ci porti fortuna."

Mentre discutevano, la ragazza si avvicinò al maiale e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, come se cercasse di confortarlo.
“E se continuate a infastidirmi, la prossima volta, farò voi a pezzi, per il mio pranzo.”

Scambiandosi un’occhiata di preoccupazione, i due uomini salutarono la compagna mentre questa e il maiale si diressero all’interno del tempio.



All'interno del tempio, l'atmosfera era solenne e avvolta nell'ombra.
Le colonne di marmo si ergevano maestose, mentre le fiamme di qualche candela tremolavano debolmente, proiettando lunghe ombre sul pavimento di marmo.
L'aria era impregnata di silenzio, interrotto solo dal lontano suono di qualche animale notturno.

Avrelivs, con un profondo respiro, rivolse la sua gratitudine al dio Sole, le parole fluivano con una devozione palpabile.
"O grande dio Sole, ti ringrazio per la tua guida e la tua protezione durante il nostro viaggio," disse solennemente, mentre i suoi occhi erano fissi sulla statua dorata. Dopo un momento di silenzio, abbassò lentamente le braccia e si inginocchiò, rivolgendo la sua preghiera diretta alla divinità.

"Maestro della luce, perdona il mio atto impertinente di portare qui questo maiale," continuò, la voce ora un sussurro rispettoso. "Anche se può sembrare strano, è diventato il mio amico e compagno di viaggio. È un animale straordinariamente intelligente, capace di comprensione e affetto, anche se gli manca la parola."

Le sue parole risuonarono nel tempio deserto, mentre l'aria sembrava vibrare leggermente di fronte alla statua immobile del dio Sole.
Poi un bagliore improvviso illuminò la stanza mentre un fulmine colpì improvvisamente il suolo di fronte alla statua del dio Sole.
Avrelivs fu accecata dalla luce improvvisa, mentre il tuono risuonava nelle pareti del tempio vuoto.



Quando Avrelivs riaprì gli occhi, l'atmosfera era immersa in una quiete solenne, il tempio ancora immobile intorno a lei. La giovane si aspettava forse qualche segno, una risposta, ma nulla sembrava cambiato.

Accanto a lei, il maiale osservava tranquillamente, le sue zampette impazienti ruzzolavano sull'antica pietra del tempio.
"Che miracolo," sussurrò, girando lo sguardo verso il suo insolito compagno di viaggio.

Il maiale, con una voce improvvisamente umana, scosse la testa e fece una smorfia divertita.
"Miracolo? Non scherziamo, piccola. Sono solo io, l'illustre e indomabile suino che ha conquistato il cuore di una fanciulla smarrita."

Avrelivs arretrò di colpo, gli occhi spalancati. "Tu... hai parlato!"
"Ah, sì," annuì il maiale con un tono spavaldo. "Il vecchio Sole ha deciso di darmi un aggiornamento. Mi ha detto che era troppo silenzioso qui dentro e ha pensato che potrei fare da intrattenimento."

La ragazza sbattè gli occhi, ripetutamente, incerta su come reagire a questa nuova stravaganza divina.
"Ehm, grazie... credo."
Il maiale rise, un suono tonante che risuonava nel tempio silenzioso.
"Non c'è bisogno di ringraziare, carina. Sono qui per rendere i tuoi giorni più interessanti."

Avrelivs scrollò la testa.
“Carina lo dirai a quella scrofa di tua madre…”

Aveva chiesto perdono al dio Sole, e ora si trovava a conversare con un maiale parlante. La sua avventura nell'Esercito Imperiale si stava facendo sempre più straordinaria!