L'oracolo del Sole PT.3 - L'adunata

Day 5,962, 06:53 Published in Italy Italy by Avrelivs

Il grande spiazzo poco fuori Roma era gremito di soldati in armatura e scudo.
Si trovavano lì da circa un paio di ore, senza istruzioni; l'atmosfera era ilare e rilassata ma era evidente, nei volti dei soldati, una certa nota di ansia e nervosismo.
Avevano sentito solo delle voci, qualche accenno a una nuova forza militare d'elite, ma niente di più, un velo di segretezza ricopriva quello spiazzo in terra battuta.

A un certo punto, da una delle numerose tende presenti lì vicino, ne uscì un terzetto che si avvicinò a un piccolo palco.
Il brusio calò mentre circa un centinaio di soldati osservarono un'uomo prendere la parola.



“Soldati,
Roma e il Sole Invitto vi hanno chiamato e voi avete risposto,” disse.
“Avete risposto perché voi, come noi, non potete più tollerare la rovina dell'Impero senza muovere un solo muscolo.
Non potete osservare una classe politica di vecchi e pavidi politicanti senza cercare di fare qualcosa per cambiare la situazione.
Anche noi, fratelli, siamo dello stesso avviso e per questo vi abbiamo radunato qui…”

Alle spalle di Emidio, Aurelius e Sigfrid si osservarono brevemente.
“Pensavo che saresti stata tu a parlare,” sussurrò quest'ultimo.
“Sono più brava ad alzare il morale delle truppe sul campo di battaglia più che in una stupida adunata.”
“Ed io più bravo a scrivere i discorsi che a recitarli.”

“... in questa settimana ci alleneremo, impareremo a marciare come un solo uomo, a colpire come una sola, singola, unità tesa al medesimo scopo: la gloria di Roma e del Sole Invitto che ci osservano entrambi, fiduciosi!”

La fine del discorso venne salutata da un urlo liberatorio dei soldati.
I decurioni si fecero avanti, indicando ai vari manipoli le tende assegnate loro e ben presto lo spiazzo si svuotò.


Emidio tornò indietro, il volto sorridente.
“Bene, adesso che abbiamo finito con queste formalità, posso andare a insegnare a quei ragazzi come si uccide?” Sbottò Aurelius.

Proprio in quel momento, arrivò un ragazzo a cavallo, recapitando con urgenza un messaggio nelle mani di Sigfrid prima di ripartire con altrettanta urgenza.
L'uomo lesse la missiva e si rabbuiò in volto.

“Cosa c'è?” Chiese Emidio.
“Dovrai fare in fretta, allora. I barbari hanno nuovamente attaccato il limes, una settimana e poi dobbiamo partire per il fronte.”