I discorsi del Saggio 4/5

Day 2,416, 14:03 Published in Italy Croatia by Dark Thunder


Preambolo

Un giorno, mentre ero sdraiato e ammiravo la bellezza del cielo notturno, sentii il mio serpente agitarsi e strisciare via nell'oscurità. Rimasi impassibile, sapevo che sarebbe venuto il giorno. Arrivò ai miei piedi un giovane, stanco, sfinito ma col viso traboccante di speranza.

"Finalmente ti ho trovato, le montagne sono veramente impervie. Scendi, abbiamo bisogno della tua saggezza!"

"Gli italiani non erano pronti e non lo sono ancora, o mio amico. Hai forse visto le reazioni alla mia prima venuta? La reazione ai miei discorsi qual è stata? Hai forse visto cambiamenti? No, nulla è diverso. Eppure tutta l'eItalia vi era descritta, vi era raccontata, tutta. Se nemmeno la verità cruda, senza condimenti, ha cambiato la situazione, cos'altro può fare un eremita?"

Il giovane rimase impietrito di fronte alle parole del viandante, quasi come se anche egli stesso pensasse le stesse cose, quasi come se si fosse reso conto dell'inutilità del suo lungo viaggio.

"Mio caro, mi rendo conto della fatica che hai impiegato per trovarmi e ne sono lusingato. Ti farei un torto se non ti ripagassi per la tua piacevole visita: tieni queste, fanne buon uso".

D'incanto il saggio si alzò, guardo il giovane, sorrise e si diresse nella direzione che precedentemente aveva imboccato il serpente e scomparve nell'ombra. Il giovane non lo seguì e iniziò a leggere le carte che gli erano state date: sopra vi erano due discorsi, preparati tanto tempo fa, era chiaro dall'inchiostro ormai chiaro e dalla carta consumata ai bordi. Il giovane, tornato in Italia, decise di fare le veci del maestro, ritenendo che egli stesso in qualche modo avrebbe voluto ciò.
Il velo di Maya

E' ora di strappare il velo, è ora di uscire dal mondo della rappresentazione, è ora di oltrepassare il recinto, di scavalcare la siepe. Gli uomini tendono a crearsi mondi fittizi, ad inquadrare cose e persone all'interno del loro assurdo schema razionale e logico, hanno bisogno di certezze e piegano tutta la realtà ai loro schemi "metafisici".

"C'era una volta un nano, dispettoso, odioso e inetto che saltava da una parte all'altra del mercato punzecchiando i negozianti, dal più basso al più alto, dal più povero al più ricco. "Tu sei nabbo, tu sei stupido, tu sei ignorante, tu sei inutile, tu sei...........", ne aveva per tutti. Dietro di sè aveva altri seguaci, tutti nani anche loro, contraddistinti da un simbolo che per loro era motivo di orgoglio, mentre per tutto il resto dell'agorà era un'idiozia. Anche loro erano maestri nell'arte del punzecchiare, ma non erano nulla rispetto al maestro: più che altro si può dire che ne seguissero le orme. Un giorno un gruppo di mercanti di seta iniziò a sospettare delle attività del nano: da quando vi era lui in giro infatti tutta la produzione del mercato era calata del 10%.
Cominciò allora ad indagare, a chiedere aiuto ad altri personaggi finché non decise di farsi aiutare anche dai mercanti di lino, con i quali non erano mai andati d'accordo a causa della concorrenza. Accantonate le divergenze, continuarono ad investigare fino a quando un giorno, alle basi di un mercato trovarono delle impronte di piede molto piccole e da lì in poi fu il delirio. Aizzarono tutti i loro amici e familiari contro i nani, soprattutto contro il loro capo. Furono offesi, denigrati, picchiati e cacciati dal mercato. Nonostante questo, la produzione continuava a calare, a calare, a calare. Un giorno i mercanti più anziani di seta e lino si trovarono per discuterne, senza trovare soluzioni, fino a quando una sera qualcuno notò che alcuni dei più giovani commercianti di lino erano tornati a casa con dei tappeti di seta e tutto fu chiarito.
Mentre succedeva tutto ciò, al fronte i soldati sparavano, sparavano, sparavano e vedevano il nemico indietreggiare. Finalmente dopo tante sconfitte arrivavano vittorie su vittorie, ma il popolo non ne capiva il motivo. A quel tempo erano i mercanti a detenere il potere, e iniziarono a diffondere falsità riguardo alle iniziative militari, caricando su di loro gran parte del merito. Nel frattempo, isolato su un monte, un grande guerriero con la sua legione di tanto in tanto scendeva e sbaragliava il nemico. I suoi colpi erano così veloci e rapidi che i soldati pensavano fosse il vento ad ostacolare i nemici. La sua attività rimase nell'ombra, fino a quando, sentendo le parole dei mercanti, decise di ritirarsi sui monti proprio come me, o discepolo, a scoprire il proprio Io e ad allenarsi in attesa di uno spirito migliore. Tutto d'un tratto il paese fu sopraffatto e la produzione dei mercanti crollò, causando ancora più denigrazione verso i nani."

L'importanza dell'Ideologia

Un giorno un piccolo giovane soldato dell'EI si alzò, corse verso il suo comandante e disse: "Signore, signore! La MU ha subito un enorme calo di giocatori, cosa è successo?"

"Calma, recluta. Sono semplicemente ritornati nel loro luogo di origine, ovvero nelle loro MU private. E' stata una bella settimana ma ora è finito tutto, si torna alla normalità."

"Alla normalità? La settimana che abbiamo vissuto dovrebbe essere la nostra normalità! Combattere insieme, uniti da un unico obiettivo comune. Questa dovrebbe essere la normalità!"

Il comandante, un po' basito e un po' infastidito, rispose: "Le divergenze sono troppo grandi, è inutile parlarne ora, lasciami tornare al mio lavoro e tu torna al tuo, le trincee sono ancora aperte, soldato."

"Divergenze? Ma quali divergenze! Qua combattiamo tutti per l'Italia, qua combattiamo tutti per gli stessi obiettivi! Quando ci sono le battaglie importanti essere in MU differenti non cambia nulla! Tutti combattiamo nello stesso luogo, tutti miriamo allo stesso risultato finale! Non capisco signore, proprio non capisco! Non siamo uno degli stati più forti di eRep, penso che questo sia chiaro a tutti. Solo giocando in questa maniera potremo effettivamente raggiungere una posizione più interessante. In questa settimana l'EI ha ottenuto risultati incredibili! Per quale motivo vogliamo rinunciare a tutto questo, per quale motivo siamo così stolti!"

"L'ideologia, manca l'ideologia", rispose il comandante insofferente mentre si dirigeva verso le trincee per rincuorare i suoi uomini migliori. Il soldato giovane rimase perplesso, non sapeva cosa fosse l'ideologia di cui parlava e soprattutto perché al solo pronunciare tale parola fosse scoppiato a piangere. Camminando lungo il fronte bulgaro-rumeno si imbatté in un vecchio saggio che si stava abbeverando ad un pozzo: aveva un serpente intorno al collo. Incuriosito il giovane gli si avvicinò e lui, quando ancora gli sguardi dei due non si erano incrociati, rispose: "Sei dell'EI vero? Vieni a dissetarti al mio pozzo, ne avrai sicuramente bisogno. Sei una recluta, vero? Non importa che rispondi, lo riconosco dal tuo grado sulla divisa, tutti ne abbiamo indossata una in gioventù. Caro mio, ti sei perso. Evidentemente durante i tuoi pensieri hai lasciato il fronte: prosegui verso est per 3 km e tornerai nel campo di battaglia, e fai in fretta: ci vuole disciplina quando si indossa la divisa!"

Un po' impaurito ma ammaliato dalle parole del vecchio il giovane gli fece palesi i suoi dubbi: "Signore, lei ha ragione, mi sono perso. Ero assorto nei miei pensieri, riflettevo sulla reazione del mio comandante..."

E qui il saggio interruppe il giovane e disse: "Vedo il fuoco nei tuoi occhi, conosco i tuoi dubbi. L'Italia è da tempo disunita, da molto tempo. Manca un qualcosa in cui tutti si possono riconoscere, manca un qualcosa che riunisca tutti verso un unico grande obiettivo. Un tempo ci furono i Theos e la loro Teocrazia, ora invece non vi è nulla. Solo attraverso ideali comuni è possibile creare l'unità che porta alla gloria! Tu vaneggi l'idea di una MU unica, ma come è possibile crearne una senza aver prima unito un popolo?"

Detto questo il saggio si avviò verso il monte a seguito del suo serpente, mentre il giovane ancora più perplesso si girò verso Est per raggiungere i suoi soldati alle trincee.

Autore anonimo