[BSG][Eunomìa] L'istante, i pensieri, l'armonia. Spunti di riflessione politica

Day 3,280, 03:15 Published in Italy Croatia by Dark Thunder

Se dovessimo scattare una fotografia, oggi, e se la confrontassimmo con la situazione di due anni fa, nessuno si accorgerebbe tanto delle differenze. Le istituzioni, i partiti, le polemiche, i protagonisti, le rivalità: nulla è davvero cambiato da due anni a questa parte. In mezzo c'è stato un evento che ha fatto da spartiacque: la dittatura di TitanDC, che ha determinato de facto l'inutilità del modulo politico nei confronti del modulo militare. Già l'introduzione stessa della feature, a Febbraio 2015, lasciava pochi dubbi sul bilanciamento del gioco tra i due piani politici e militari.

La dittatura di TitanDC ebbe (ed ha tutt'oggi) un effetto psicologico devastante nei confronti di una comunità già annoiata, perché si trattava di una dittatura politica e dai toni poco democratici. Non aiutò il fatto che le istituzioni fossero già indebolite, a partire dal Congresso, che già allora aveva una Costituzione azzoppata. Istituzioni deboli, ma anche partiti deboli, che, dopo la contrapposizione ALCI vs Fronte Popolare del 2013, si ritrovarono nel 2014 tutti insieme per arginare il bacino elettorale di Fratelli d'eItalia, che è un po' l'idea che ancora oggi è in voga.


Tuttavia, perché dovrebbe essere una debolezza il fatto che i partiti si uniscano tra loro per scegliere un candidato comune? In politica, si dice che quando una fazione politica è malata, anche l'altra parte politica ne paga le conseguenze. Anche da noi c'è stato un processo analogo, dove i pochi partiti attivi si sono adagiati, un po' perché c'era un clima di crescente indifferenza nei confronti del gioco, un po' perché i vari Presidenti di partito non sono stati esattamente all'altezza nel proporre soluzioni per uscire dall'impasse, e quindi, ad un certo punto, si è diventati sempre più disillusi.

Non ha aiutato, soprattutto in questi mesi, il fatto che la politica, e il Congresso, fosse incapace di giudicare il mandato di un CP democraticamente, perché temeva che il candidato successivo potesse essere peggiore del CP in carica. Non ha aiutato nemmeno il fatto che i candidati ufficiali si siano ridotti solamente a due, di cui uno era un FdeI e l'altro, beh, a volte poteva non piacere a tutti i partiti di coalizione, ma erano costretti – almeno, fino a ieri – a votarlo.

Forse abbiamo un po' tutti perso il significato di quello che è la politica. La politica è non accontentarsi delle cose così come sono, cambiare quello che non ci piace dovrebbe essere scontato, ma non è così nel momento in cui gli insoddisfatti diventano silenti e a far rumore rimangono solo quelli che urlano di più. Esorcizziamo la nostra apatia sociale ripetendoci che il gioco sta per finire, ma da quanti anni ce lo diciamo? Questo gioco continuerà finché i ricavi continueranno, e questo è un fattore che prescinde dal calo dell'utenza. E quindi perché prenderci in giro con questo training autogeno?

La politica deve ripensare la comunità. Il problema, però, è che ognuno ha una definizione diversa di comunità, dettata soprattutto dai propri interessi. Può bastarci una comunità unita solo il 5 di ogni mese per poi scannarsi come prima? Probabilmente no. Così come non può bastarci una comunità che si limita allo stretto necessario, o una comunità che pensa che il flame o l'opposizione sia l'unica cosa che conti in questo gioco. Però va anche detto che limitarsi a fare proposte più o meno innovative da solo non può bastare, per un motivo molto semplice: un partito, da solo, non può cambiare una comunità intera, soprattutto se la comunità resta indifferente.

Tuttavia, c'è una cosa che possiamo fare: sfidare la comunità a migliorarsi. Se riuscissimo, per esempio, a creare una competizione/rivalità positiva che porti come risultato ad esprimere dei candidati a CP con idee e vedute più ampie, invece che dei CP che guardino esclusivamente al proprio mandato, sarebbe già una grande vittoria. E questo a prescindere dalla provenienza del partito: se c'è qualcuno che può e vuole aiutare la comunità, ne saremo pienamente felici. Non saranno i successi elettorali o legislativi a determinare la riuscita dei nostri intenti, ma la comunità che raccoglie la nostra sfida e si adopera per migliorare per davvero la comunità, uscendo dal proprio torpore e dai propri recinti.

Possiamo arrenderci e pensare che non ci sia più niente da fare per uscirne vivi. Possiamo pensare che tutto sia andato a farsi friggere. Oppure, possiamo pretendere di più.